LE IMPRESE CHIUDERANNO SE ENTRO GIUGNO NON SARANNO PAGATE.
Con
una nota a firma del Presidente Angelo Santoro,
l’ACEM si è rivolta al Presidente
del Consiglio Mario Monti, per evidenziare che nonostante la mobilitazione del
D DAY a metà maggio a Roma e nonostante le continue e ripetute denunzie circa
la situazione di insostenibilità in cui versano le imprese dell’edilizia,
nessuno degli annunciati provvedimenti a favore delle aziende è giunto a
maturazione e soprattutto non è avvenuto l’atteso sblocco dei pagamenti.
L’ACEM,
con notevole anticipo, aveva preavvertito che giugno sarebbe stato il mese cruciale
per la sopravvivenza o la chiusura di numerose attività in assenza di
provvedimenti straordinari e solutori, in particolare per ciò che concerne i
pagamenti delle spettanze maturate.
Nella
lettera inviata al Presidente del Consiglio, l’Associazione esprime la resa
incondizionata di una categoria ad una situazione congiunturale non più
sostenibile attaccando il Governo tecnico, che pur avendo avuto il compito di
effettuare le riforme strutturali straordinarie e dagli effetti immediati, non
è stato in grado di fronteggiare adeguatamente l’emergenza, riducendosi a
compiere le solite operazioni di facciata che continuano ad inflazionare
ulteriormente la macchina pubblica,
soggiogato di fatto ai tentacoli della politica.
L’ACEM
chiede al Presidente Monti come si possa immaginare la ripartenza dell’economia
in una Repubblica fondata sul lavoro se lo Stato non onora i propri debiti, se
non riesce ad abbassare la pressione fiscale e tributaria, se non viene ridotto
il cuneo fiscale incrementando i redditi effettivi dei prestatori d’opera e
quindi i consumi, se non si procede ad adottare gli agognati provvedimenti di
sburocratizzazione, sopprimendo tanti carrozzoni inutili che frenano la
produttività delle aziende.
Intanto,
per fine mese numerosissime imprese hanno preannunciato il fermo dei pochi
cantieri in corso, ciò comporterà il licenziamento delle maestranze e ricadute
sociali gravissime, con oneri elevatissimi a carico del sistema dovuti alla
sicura impennata degli ammortizzatori sociali spettanti; costi ingenti che
avrebbero potuto essere evitati
semplicemente onorando i debiti dell’Amministrazione Pubblica.
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