martedì 30 ottobre 2018

COMANDO PROVINCIALE DEI CARABINIERI DI CAMPOBASSO:OPERAZIONE “LUNGOMARE”

Campobasso, 30 ottobre 2018

SGOMINATA L’ORGANIZZAZIONE DELLO SPACCIO PUGLIESE RADICATASI IN MOLISE




Nelle prime ore di questa mattina in Campobasso, Termoli (CB), Campomarino (CB), San Severo (FG) ed Avellino i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Campobasso, hanno dato esecuzione a nr. 22 misure cautelari, emesse dal GIP di Campobasso (Dott.ssa Teresina PEPE) su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Campobasso, a carico di 22 soggetti di nazionalità italiana resisi responsabili del reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope  (art.74 D.P.R.309/90).
L’attività di indagine, coordinata dal Procuratore Capo della Repubblica di Campobasso Dottor Nicola D’Angelo e dal Sostituto Procuratore Dottoressa Elisa Sabusco, e condotta dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Campobasso ha permesso di evidenziare che dietro ad un’importante escalation di consumo di eroina e cocaina, oltre che di hashish, sul territorio vi fosse un pericoloso sodalizio criminale composto da pregiudicati sanseveresi e molisani, che avvalendosi del supporto di elementi della criminalità foggiana per il rifornimento della sostanza stupefacente, ha aggredito con sistematicità e profondo radicamento, non solo la zona della fascia costiera molisana, ma anche l’intero territorio della provincia di Campobasso.
L’associazione criminale individua inizialmente la sede di spaccio in un appartamento ubicato in un complesso di palazzine destinate più che altro alla residenza estiva, nella periferia a sud di Campomarino Lido. Sin dal novembre del 2016 in questa località gli assuntori di eroina, cocaina e hashish, possono rifornirsi da diversi soggetti di San Severo  “addetti alle vendite” che si alternano nell’attività di spaccio avvalendosi anche di minorenni appartenenti alle loro famiglie.
Particolare il modo di contattare gli spacciatori. Infatti, oltre a utenze telefoniche dedicate esclusivamente all’attività di compravendita delle citate sostanze stupefacenti, gli spacciatori avevano anche, al fine di evitare errori nella localizzazione dell’appartamento deputato alla cessione della droga, indicato sul campanello del citofono dell’abitazione il nome di “CIRO” senza aggiungere alcun cognome poiché tale nome era già certezza e garanzia di trovarsi nel posto giusto per l’acquisto dello stupefacente.
Inoltre l’organizzazione per le comunicazioni telefoniche utilizzava nomi di persona quali “Michele” e “Nicola” per identificare il tipo di sostanza stupefacente disponibile o richiesta.  In particolare il nome di “Nicola” significava la disponibilità di eroina mentre “Michele” indicava la cocaina.
Nel prosieguo delle citate attività criminali, gli indagati si sono poi sempre più stabilizzati nella sede di spaccio di Campomarino evitando così anche di dover rientrare su San Severo e garantendo così la disponibilità dell’offerta di stupefacenti H24. Tale organizzazione ha preso maggiormente piede soprattutto a partire dal 2017, quando nuove basi di spaccio si sono insediate sulla fascia costiera molisana sotto l’egida della criminalità di San Severo.
Gli acquirenti sono tutti molisani, per la maggior parte residenti sulla costa, poichè gli assuntori di Campobasso venivano indirizzati direttamente a San Severo presso le residenze degli indagati ovvero dei loro familiari coinvolti anch’essi nell’attività di spaccio.
Via via che l’organizzazione ha trovato una sempre maggiore stabilità, anche quest’ultima consuetudine che vedeva un’alternanza tra il territorio molisano e sanseverese, è mutata nel tempo, con il trasferimento definitivo di tutte le attività di smercio di stupefacente in territorio molisano, fino anche all’istituzione di ulteriori punti vendita nell’hinterland campobassano destinati a soddisfare più agevolmente la richiesta di stupefacente proveniente dal capoluogo.
Questa organizzazione era riuscita a costituire un solido e redditizio commercio di sostanze stupefacenti dalla Puglia verso il Molise. Sicuramente il sodalizio più organizzato e imponente che, con il coinvolgimento di numerosi soggetti, abbia mai operato e insediato il territorio molisano costituendovi diverse piazze di spaccio.
Nel corso dell’indagine denominata “LUNGOMARE”, condotta con l’ausilio di attività tecniche, osservazioni  pedinamenti e perquisizioni, e l’apporto ricostruttivo fornito da numerosi testimoni (diverse decine), sentiti nel corso delle indagini, si sono raccolti a carico degli indagati gravi indizi di colpevolezza in ordine alle attività di spaccio, commercio e detenzione con finalità di spaccio di sostanza stupefacente del tipo eroina, cocaina, e hashish destinata alla commercializzazione nel territorio della provincia di Campobasso che hanno consentito di operare, sino ad oggi, già n. 16 arresti e n. 7 denunce in stato di libertà, rilevare circa n. 1.400 condotte di cessione, con 20 recuperi di sostanza stupefacente per un totale di circa gr. 100 di hashish, gr. 330 di cocaina e gr. 400 di eroina.
 All’operazione effettuata questa mattina hanno preso parte circa 200 militari dell’Arma dei Carabinieri dei Comandi Provinciali di Campobasso, Foggia e Avellino impegnati in 51 perquisizioni locali e personali e supportati dallo Squadrone Eliportato Carabinieri “Cacciatori Puglia”, costituito proprio quest’anno nel mese di Settembre, dai Carabinieri Forestali di Termoli, dalla Compagnia di Intervento Operativo di Bari e da 11 unità cinofile della Legione Carabinieri Abruzzo e Molise, Puglia, Campania e Basilicata collaborati anche da 2 unità cinofile della Guardia di Finanza di Campobasso, i risultati sono, 22 misure cautelari eseguite;  1 arresto in flagranza di reato; sequestro complessivo di sostanze stupefacenti pari a 150 gr. di hasish, 50 gr. di marijuana, 6 gr. di cocaina, 5 gr. di eroina, sostanza da taglio, materiale di confezionamento, bilancini di precisione nonchè 1.600 euro in contanti.














venerdì 26 ottobre 2018

PALIANO (FR): LIBERI nell'ARTE

Campobasso, 26 ottobre 2018


Sinodo: conclusi gli appuntamenti di arte nelle carceri per promuovere sogni di libertà attraverso il bello, il benessere e la speranza 

Liberi nell’arte continua con borse di lavoro e borse di studio per i detenuti



Si è concluso nel carcere di Paliano l’itinerario artistico per favorire la cultura del reinserimento. Il volto sociale del Sinodo dei giovani, durante il Sinodo, un cammino nelle realtà intra murarie che ha dato la possibilità ai detenuti di quattro Istituti Penitenziari del Lazio, di essere a contatto con il Buono e il Bello e, attraverso l’arte, veicolare un messaggio di rinascita, speranza e libertà.
Una conclusione temporanea che consentirà agli organizzatori di proseguire il percorso d’arte ‘Liberi nell’Arte’, promosso dall’UCSI Molise col patrocinio del Sinodo, in collaborazione con Vatican News e Ministero della Giustizia Ispettorato Generale Cappellani delle Carceri. 
Come fa sapere la presidente UCSI del Molise, Rita D’Addona, il prossimo ‘tour’ prenderà il via proprio dalla casa circondariale di Campobasso.  “Siamo particolarmente soddisfatti – ha detto D’Addona - del percorso compiuto in queste settimane insieme ai detenuti. Li abbiamo visti emozionarsi e riflettere di fronte a esperienze artistiche che hanno portato la luce i luoghi di sofferenza, che hanno restituito la libertà interiore a chi, della libertà ne è prigioniero. Una restituzione di amore e benessere”. 
Liberi nell’arte ha voluto portare gocce di prossimità nei luoghi di reclusione e di disagio affinché “nessuna pena sia senza speranza”. 
Prossimità, integrazione e speranza che diventano concetti tangibili nelle cosiddette ‘Opere Segno’, grazie alle quali, nelle quattro case di reclusione interessate dal progetto pilota, ‘Liberi nell’Arte’ proseguirà nel tempo. L’istituzione di tre borse lavoro e due borse di studio consentirà, infatti, di facilitare il reinserimento sociale dei detenuti. Opere queste, rese possibili grazie ai prestigiosi partner dell’iniziativa. 
Nello specifico: il pastificio La Molisana che ha istituito una borsa lavoro per una detenuta del carcere di Rebibbia.  Il Consorzio di Libere Imprese che ha, invece, promosso la borsa lavoro in favore di un detenuto di Regina Coeli. Non essendo possibile prevedere la medesima iniziativa per la casa circondariale di Paliano, che vede la presenza di collaboratori di giustizia, sempre il Consorzio di Libere Imprese, per quest’ultimo istituto di pena, ha predisposto l’acquisto di un forno, così come concordato con la struttura.
Lo studio legale Di Pardo, unitamente alla rivista Monitor Ecclesiasticus, ha invece messo a disposizione due borse di studio per altrettanti ragazzi dell’istituto di pena per minori di Casal del Marmo
D’intesa con il Ministero della Giustizia e le amministrazioni penitenziarie e l’Ispettorato dei Cappellani sarà un regolamento a individuare, sia per le borse lavoro che per le borse di studio, tutti i criteri e i requisiti di assegnazione che tengano conto sia delle finalità delle singole Opere Segno, sia delle naturali inclinazioni del soggetto beneficiario. 
‘Liberi nell’Arte’ si conferma, dunque, un progetto pilota che ha saputo creare una forte sinergia di intenti, e ha riscontrato e continua a riscontrare l’interesse del mondo ecclesiastico che vorrebbe riproporre l’iniziativa nelle realtà delle carceri campane della Sicilia, al carcere di Padova, di Torino e di Milano nonché oltre i confini nazionali, così come confermato lo scorso 20 ottobre a Regina Coeli dal vescovo Johannes  de Jong, della Diocesi di  Roermond (Olanda). Attenzione e sensibilità nei confronti dell’iniziativa sono state manifestate anche da numerose realtà imprenditoriali che vogliono diventare protagoniste nella diffusione di un messaggio di speranza.
Ecco perché, facendo proprie le parole espresse dal ministro Bonafede, i promotori del progetto a cui l’esponente del Governo ha voluto dedicato una lettera, garantiscono il massimo impegno per promuovere insieme e valorizzare sempre più esperienze di questo tipo, nell’auspicio che possano trovare una diffusione via via maggiore così da coinvolgere un numero crescente di detenuti, con una particolare attenzione per quelli minori”.
D'addona - Emanuele Marigliano interprete stati d'animo Caravaggio

D'addona e Nadia Cersosimo Direttrice Carcere Paliano (Fr)




domenica 21 ottobre 2018

ROMA, LIBERI nell'ARTE: STANDING OVATION NEL CARCERE DI REGINA COELI

Campobasso, 21 ottobre 2018

Il volto sociale del Sinodo parte dal Molise per portare un messaggio di speranza ai detenuti
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Ci sono i sorrisi, gli occhi colmi di emozione, i motivi intonati, le mani in alto che ondeggiano al ritmo di musica e, alla fine, tutti in piedi per rendere omaggio a un messaggio di speranza che vuole donare il coraggio di compiere un percorso di libertà. È il volto sociale del Sinodo che coinvolge 60 detenuti del carcere di Regina Coeli, i quali insieme ai padri sinodali, ai rappresentanti delle istituzioni, della società civile, ai giovani e al mondo del volontariato, hanno preso parte all’evento centrale del progetto ‘Liberi nell’Arte’: il concerto spettacolo con Le DIV4S  italian sopranos (quartetto vocale femminile).
Spaziando dai maggiori compositori, fino al celebre brano di Modugno, la musica ha unito tutti parlando all’anima di ognuno. E con quelle braccia tese verso l’alto è stato davvero possibile “Volare” oltre. Oltre i giudizi, oltre la sofferenza, oltre il disagio, per andare incontro a quella “mano tesa” di una comunità che sa restituire fiducia e ha voglia di accogliere.
Proprio nel teatro delle “periferie umane e sociali”, è così andato in scena un momento che ha voluto rappresentare l’inizio di un nuovo cammino, nel cuore del Sinodo, dove l’arte ha incontrato il dolore per farsi portavoce di un messaggio di bellezza e di speranza per tutti. 
La voce delle Diva4s, intervallata dalle letture di brani, tratti dai discorsi dei papi che hanno fatta visita nelle case circondariali, affidata all’attore Ignazio Oliva, ha delineato un momento artistico di elevato pregio e intenso significato.
Nello spazio panottico di Regina Coeli il progetto ‘Liberi nell’arte’ ha portato per la prima volta i padri sinodali all’interno del carcere, rendendo tangibile quella forte energia nata dall’incontro tra i detenuti e il linguaggio universale dello spirito. Un progetto pilota che ha saputo creare una forte sinergia di intenti. Un cammino di fede e di speranza che ha suscitato perfino l’interesse dell’Olanda, interessata a riproporre il progetto. 
“È stata un’esperienza unica. C’è stato un momento in cui non ho saputo contenere le lacrime”. Ha detto, infatti, visibilmente emozionato il vescovo Johannes  de Jong, della Diocesi di  Roermond (Olanda).
Ma continuare a incontrare le realtà periferiche del disagio sociale vuole essere anche l’obiettivo de Le Div4as che hanno proposto un tour nelle carceri. “Per noi – hanno detto le artiste - è stata un’esperienza dal forte impatto emotivo. Con le ali della musica, insieme ai detenuti, abbiamo compiuto un volo di libertà”.
Nella casa circondariale è stata “una festa vera in nome dell’arte”, come ha ricordato la conduttrice Rai di ‘A Sua Immagine’ Lorena Bianchetti, accolta da acclamazioni ed entusiasmo.
Lo stesso che è trapelato nelle parole della direttrice della casa circondariale, Silvana Sergi, la quale ha ricordato ai detenuti come l’arte sia sempre armonia e aiuti “a rendere la mente libera”. Nelle parole della direttrice anche il ringraziamento verso un’iniziativa che guarda al reinserimento sociale dei detenuti con l’istituzione di tre borse lavoro e due borse di studio.
Il momento vissuto a Regina Coeli ha voluto rappresentare proprio quel volto sociale del Sinodo che pone al centro di tutto il cuore. “Il mio cuore batte tanto ed è vicino al vostro”, così la presidente dell’Unione Cattolica Stampa Italiana del Molise, Rita D’Addona rivolgendosi ai detenuti. “Raggiungervi e incontrarvi non è stato facile, ma ci siamo riusciti e, questo fa sì che il mio cuore oggi batta ancora più forte”, ha detto con emozione, ricordando il lungo iter del progetto, promosso dall’UCSI Molise col patrocinio del Sinodo, in collaborazione con Vatican News e Ispettorato Generale Cappellani delle Carceri
“Insieme a voi – ha continuato – abbiamo compiuto un percorso che ha affrontato il tema del giudizio, della tolleranza, della fede, ma soprattutto un percorso che, attraverso il Bene e il Bello, ha parlato al cuore di ognuno di voi”.
“Sappiate bene che il vostro tempo non è qui, ma è fuori”, il monito lanciato da don Raffaele Grimaldi, Ispettore dei Cappellani, ai detenuti. “Riconquistate la fiducia della gente, qui dovete rinascere”, ha detto ancora citando Papa Giovanni Paolo II e aggiungendo subito dopo come ‘Liberi nell’Arte’ vuole essere un progetto “ponte” che coinvolga presto altre case circondariali.
Presente all’incontro anche l’ambasciatore italiano presso la Santa Sede, Pietro Sebastiani, mentre a rappresentare la Regione Molise nel carcere di Regina Coeli, l’assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale, Roberto Di Baggio, il quale ha espresso soddisfazione per l’iniziativa con la quale il Molise è divenuto portavoce, oltre i confini regionali, di un messaggio dall’alto valore sociale.
All’incontro ha poi fatto seguito un momento conviviale e la degustazione dei piatti de La Molisana, arricchiti dai prodotti caseari di Valmolise e dal cioccolato dell’azienda Papa. Proprio il pastificio La Molisana ha fortemente sostenuto il progetto, istituendo tra l’altro una borsa lavoro per una detenuta del carcere di Rebibbia. Penitenziario quest’ultimo che, insieme al Regina Coeli, alla casa circondariale di Paliano hanno rappresentato i luoghi di sofferenza coinvolti da ‘Liberi nell’arte’, i cui promotori sono già a lavoro per allargare il “raggio di azione” di un messaggio di fede e libertà. 

sabato 20 ottobre 2018

ROMA, LIBERI NELL'ARTE di LUIGI CALABRESE

Roma, 20 ottobre 2018

REGINA COELI: CONCERTO SPETTACOLO CON 
LE DIV4S - ITALIAN SOPRANOS

SECONDA PARTE
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Questa sera, nel carcere di Regina Coeli, ho aggiunto un altro tassello alla mia ricca esperienza di fotogiornalista.
Innanzi tutto mi corre l’obbligo ringraziare la Direttrice della Casa Circondariale, romana, Dott.ssa Sergi Silvana, che ha accolto me e la mia collega, Fabiana Abbazia con una gentilezza che non ho riscontrato in altre occasioni.
Ho realizzato un ricco reportage, che pubblicherò a breve, dal quale spero emerga il mio stato d’animo, momenti in cui il mio cuore ha vibrato.
La conduzione dell’evento di Lorena Bianchetti è stata eccelsa, la sua dolcezza ti coinvolgeva e ti emozionava.
Alcuni Brani letti dall’attore Ignazio Oliva erano così penetranti che ti picchiavano nel profondo.
Poco da dire, ma molto da ascoltare per le DIV4S le quali debuttano a fianco di Andrea Boccelli nel 2008. I 4 soprano con il loro canto coinvolgono anche un pubblico più giovane ed ampio e non solo gli appassionati del genere classico.
Con l’occasione non posso non ringraziare Rita d’Addona che mi ha voluto al suo fianco.
L’abbraccio più grande va però ai tanti “ragazzi” che hanno partecipato all’evento, che con lunghi applausi, a volte in piedi per minuti, per una sera hanno lasciato i loro brutti pensieri e sono certo, hanno visto oltre le sbarre una vita più felice e serena.
Luigi Calabrese (ginostella)