Il
volto sociale del Sinodo parte dal Molise per portare un messaggio di speranza
ai detenuti
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Ci sono i sorrisi, gli occhi colmi di emozione, i motivi intonati, le mani in alto che ondeggiano al ritmo di musica e, alla fine, tutti in piedi per rendere omaggio a un messaggio di speranza che vuole donare il coraggio di compiere un percorso di libertà. È il volto sociale del Sinodo che coinvolge 60 detenuti del carcere di Regina Coeli, i quali insieme ai padri sinodali, ai rappresentanti delle istituzioni, della società civile, ai giovani e al mondo del volontariato, hanno preso parte all’evento centrale del progetto ‘Liberi nell’Arte’: il concerto spettacolo con Le DIV4S italian sopranos (quartetto vocale femminile).
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Proprio
nel teatro delle “periferie umane e
sociali”, è così andato in scena
un momento che ha voluto rappresentare l’inizio
di un nuovo cammino, nel cuore del Sinodo, dove l’arte ha incontrato il dolore
per farsi portavoce di un messaggio di bellezza e di speranza per tutti.
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Nello
spazio panottico di Regina Coeli il progetto ‘Liberi nell’arte’ ha portato per
la prima volta i padri sinodali all’interno del carcere, rendendo tangibile
quella forte energia nata dall’incontro tra i detenuti e il linguaggio
universale dello spirito. Un progetto pilota che ha saputo creare una forte
sinergia di intenti. Un cammino di fede
e di speranza che ha suscitato perfino l’interesse dell’Olanda, interessata a riproporre il
progetto.
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Ma continuare
a incontrare le realtà periferiche del disagio sociale vuole essere anche l’obiettivo
de Le Div4as che hanno proposto un tour
nelle carceri. “Per noi – hanno
detto le artiste - è stata un’esperienza
dal forte impatto emotivo. Con le ali della musica, insieme ai detenuti, abbiamo
compiuto un volo di libertà”.
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Il
momento vissuto a Regina Coeli ha voluto rappresentare proprio quel volto
sociale del Sinodo che pone al centro di
tutto il cuore. “Il mio cuore batte
tanto ed è vicino al vostro”, così la presidente dell’Unione Cattolica Stampa Italiana del Molise, Rita D’Addona rivolgendosi ai detenuti. “Raggiungervi e incontrarvi non è stato facile, ma ci siamo riusciti e,
questo fa sì che il mio cuore oggi batta ancora più forte”, ha detto con
emozione, ricordando il lungo iter del progetto, promosso dall’UCSI Molise col patrocinio del Sinodo, in collaborazione con
Vatican News e Ispettorato Generale Cappellani delle Carceri.
“Insieme a voi – ha continuato – abbiamo compiuto un percorso che ha
affrontato il tema del giudizio, della tolleranza, della fede, ma soprattutto
un percorso che, attraverso il Bene e il Bello, ha parlato al cuore di ognuno
di voi”.
“Sappiate bene che il vostro tempo non è qui, ma è fuori”, il monito lanciato da don Raffaele Grimaldi, Ispettore dei Cappellani, ai detenuti. “Riconquistate la fiducia della gente, qui
dovete rinascere”, ha detto ancora citando Papa Giovanni Paolo II e
aggiungendo subito dopo come ‘Liberi nell’Arte’ vuole essere un progetto “ponte” che coinvolga presto altre case circondariali.
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