Poesie e ricordi di un altro mondo...
in un altro mondo.
Poco più di cinquant’anni fa ci incontrammo per la prima
volta, Nicola ed io: facevamo parte di un gruppo di giovani che si apprestavano
a frequentare il 19° Corso per Allievi Sottufficiali dell’Arma dei Carabinieri.
Nicola fu assegnato alla 2^ Compagnia, io alla prima ma ci soffermavamo spesso
a parlare, nel cortile del palazzo reale di Moncalieri, nella sala convegno, nei
servizi di guardia. Fraternizzammo subito, forse per la comune origine sannita,
ma l’amicizia vera e propria nacque e maturò nel secondo anno di corso,
svoltosi a Firenze. Qui Nicola ed io
fummo assegnati alla 9^ Compagnia, distaccata dalla Scuola centrale ed
ospitata nella caserma Baldissera, detta la Zecca: qui c’erano le scuderie
della Scuola Sottufficiali dove nelle giornate di freddo andavamo a rifugiarci.
I posti letto, e quelli in aula, erano disposti in ordine alfabetico: eravamo
proprio vicini. Il corso durò ben due anni scolastici: due anni di studio intenso
e di impegno costante ma anche di rigida
disciplina militare. Ne uscimmo vicebrigadieri a fine giugno del 1968. Ed in
quella data si compì la nostra... diaspora. Andammo a raggiungere i posti più
impensati dell’Italia e ci perdemmo quasi totalmente di vista. Spesso,
partecipando ai corsi di perfezionamento, agli esami di lingue, ci ritrovavamo tra colleghi e si ricevevano
notizie e saluti dell’uno o dell’altro.
Ci eravamo perciò persi di vista fin quando, nel 1979,
approdai alla gloriosa stazione di Monte sant’Angelo sul Gargano. A due passi
della caserma c’era un negozio di ferramenta, in effetti un vero e proprio
emporio, di proprietà di una famiglia
particolarmente legata all’Arma dei Carabinieri: due figlie del proprietario avevano
sposato due carabinieri, ormai in congedo. Uno di essi gestiva quell’emporio ed
era originario di Cusano Mutri.
Serafino Civitillo: quando ci conoscemmo la
prima cosa che gli chiesi fu se sapeva qualcosa di Nicola...
“ E come no, mi rispose con entusiasmo. Ha smesso
l’uniforme, è passato all’impiego civile.”
E così iniziammo a scambiarci
saluti e notizie... non virtuali ma quasi.
Poi Civitillo andò via prima di me da Monte Sant’Angelo,
tornò qui a Cusano e... persi ancora di vista Nicola.
Intanto, e qui rubo un concetto ed un’immagine a Giovannino
Guareschi, un treno misterioso che gira per l’Italia intera e prende con sé,
uno alla volta, gli appartenenti al 19° Corso (per Guareschi quel treno era
alla ricerca degli ex Internati Militari Italiani) si era avvicinato a questa
vostra nobile città ed aveva preso a bordo Nicola per condurlo nel “nostro”
paradiso. Quasi nessuno lo sa, ma noi del 19° abbiamo un paradiso tutto nostro,
dove ci ritroveremo tutti, dove già ci sono tanti di noi , dove c’è il nostro
comandante di Battaglione, l’Eroe della Campagna di Russia e di Porta San Paolo,
il colonnello Attilio Boldoni, il nostro immaginario Papà.
Oggi sono venuto qui ad abbracciare i familiari di Nicola, a
portare un fiore sulla sua tomba, a consegnare a Rosa e Romolo il saluto di
tutti i colleghi di corso, a dire a Nicola... Arrivederci, Nicola... e grazie
per la tua amicizia, grazie per questi tuoi pensieri che oggi si rivelano a
tutti. Con questa iniziativa, assai lodevole, tu oggi sei qui fra i tuoi
familiari, i tuoi parenti, i tuoi amici, i tuoi colleghi... e dici a tutti
noi... “fermate, neh guagliò, che curr’a fa....
E noi, fieri di te, ci fermiamo ad ascoltarti... fieri e...
commossi!
Grazie per aver magistralmente unito immagini odierne e parole di altri tempi.
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