venerdì 25 settembre 2015

CAMPOBASSO: GRUPPO DI LAVORO CALRE “IMMIGRAZIONE, POLITICHE SOCIALI E DIRITTI UMANI”

Campobasso, 25 settembre 2015

Seconda riunione del Gruppo di Lavoro della Conferenza delle Assemblee legislative regionali europee (CALRE).

IN CALCE GALLERIA FOTOGRAFICA DELL'EVENTO A CURA di GINO CALABRESE

All’incontro hanno partecipato i componenti del gruppo Raffaele Cattaneo, Presidente della CALRE,
Franco Iacop, Coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome, Ottavia Soncini, Vice Presidente della Regione Emilia Romagna, Salvatore Oddo, Deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana, Antonio Matrovincenzo, Presidente del Consiglio regionale delle Marche, Giuseppe Di Pangrazio, Presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo e la rappresentante del Parlamento della Galizia, Maria Montoiro Salvado.
Ai lavori hanno preso parte anche il Presidente della Giunta regionale del Molise, Paolo Di Laura Frattura, oltre ai Prefetti e ai Questori di Campobasso ed Isernia.

“E’ chiaro –ha detto il Presidente Niro nel suo intervento di apertura dei lavori- che questo secondo incontro del Gruppo di Lavoro della CALRE si svolge in un momento particolarmente complesso per il nostro Paese e per l’intera Europa in relazione al preoccupante crisi della gestione dei flussi migratori. Problematiche che vanno affrontate coordinando a livello europeo “politica interna” e “politica estera”, stabilendo strategie condivise con le Nazioni Unite, con l’Unione Africana e con tutte le organizzazioni internazionali che possono avere un ruolo utile. In questa fase, secondo noi, una strategia multigovernance è l’unica in grado di assicurare sussidiarietà, proporzionalità ed efficacia alle politiche migratorie, rendendole realmente in grado di rispettare la vita e la dignità umana”.

Per essere realmente operativi, e per giungere a risultati apprezzabili a breve e medio tempo per la problematica degli arrivi, il Presidente del CALRE Cattaneo ha detto che occorre innanzitutto superare il trattato di Dublino per poi giungere ad una nuova strutturazione delle politiche di cooperazione allo sviluppo da parte di tutte le istituzioni, e segnatamente da quelle regionali, per renderle realmente capaci di fornire un aiuto tangibile ed operativo ai paesi da cui maggiormente muovono i flussi migratori. Come pure per Cattaneo è necessario, per un corretto approccio alla tematica, distinguere tra la necessità di offrire a chi arriva una necessaria assistenza socio-sanitaria e l’opportunità di regolare i flussi migratori per farli svolgere in una maniera ordinata.
Il Presidente Iacop, invece, ha voluto ribadire la volontà della Conferenza delle Assemblee Legislative Italiane di porre il tema dell’immigrazione e della garanzia dei diritti umani all’attenzione costante del dibattito politico delle istituzioni europee, nazionali, regionali e locali.
Il Prefetto di Campobasso, Francescopaolo Di Menna, nel ricordare che il Molise ospita 1500 migranti, un numero importante rispetto al totale degli abitanti della regione, ha voluto sottolineare come stiano ben funzionando gli Sportelli Unici e gli Uffici per l’Immigrazione. Il tutto in un continuo coordinamento e collegamento con le altre istituzioni competenti e con quelle locali in particolare.

Il Presidente Frattura nel suo intervento ha evidenziato come le immagini dell’incontro storico tra Papa Francesco e il Presidente Obama, entrambi con passati riferibili all’emigrazione poiché di origini europee l’uno e africane l’altro, con quelle dei due bambini, l’uno adagiato sulla spiaggia turca che sembra dormine, e l’altro carponi davanti ad una frontiera, testimoniano che non ci può essere approccio diverso per il problema dei migranti se non quello di immettere in ogni decisione che si assume e in ogni azione che si va a compiere, umanità. “Serve Umanità”, ha ripetuto con forza il Presidente della Regione Molise, quella stessa umanità dimostrata dal nostro Paese nel salvare ed ospitare migliaia di migranti nel Mediterraneo.
Si è quindi sviluppato un dibattito sul tema “la migrazione per lavoro: quali sono e come sviluppare gli strumenti capaci di favorire l’incontro domanda-offerta nel mercato del lavoro europeo”, cui hanno contribuito, il Viceprefetto Maurizio Falco del Ministero dell’Interno-Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, Enrico Mayrhofer della Conferenza delle Regioni Marittime Periferiche e la professoressa Luisa Corazza dell’Università degli Studi del Molise delegata del Rettore per le politiche del lavoro.
La seconda parte dell’incontro è stata dedicata, invece, al tema “i minori stranieri non accompagnati: accoglienza, tutela e integrazione”, che ha visto le relazioni del professor Marco Accorinti del Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Ricerche sulla popolazione,
del dottor Claudio Di Ruzza Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Campobasso e della professoressa 
Stefania Giova dell’Università degli Studi del Molise.
Sulla base dei lavori della mattinata i membri del Gruppo di lavoro “Immigrazione, Politiche Sociali e Diritti Umani” hanno messo a punto una proposta di risoluzione, all’interno della quale è stato inerito un emendamento integrativo proposta dal Parlamento della Galizia. La risoluzione , indirizzata alle istituzioni europee e nazionali, verrà presentata all’Assemblea Plenaria della CALRE, che si svolgerà a Milano il prossimo 22 e 23 ottobre. 

Coordinatore: Sig. Vincenzo Niro Presidente del Consiglio Regionale del Molise  
Premessa
Il fenomeno delle migrazioni ha ormai una dimensione planetaria indiscutibile caratterizzandosi quale processo dove i fattori di espulsione dai paesi di origine (povertà, disoccupazione, guerra, persecuzione politica ecc.) si intrecciano con quelli di attrazione nei paesi di arrivo (presenza di comunità di connazionali, richiesta di lavoro informale, ecc.).
La complessità del fenomeno presenta dunque sfide europee, nazionali e locali, nelle quali la limitatezza riconosciuta delle normative esistenti nella gestione dei flussi migratori, sia a livello europeo che dei singoli Stati membri, possono porre a rischio i valori e gli obiettivi delle tutele indicati nelle carte costituzionali nazionali, nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE (Carta di Nizza) e nello stesso Trattato dell’Unione Europea. 
Contesto

L’attenzione in Europa sul tema delle migrazioni è cresciuta notevolmente nel corso degli anni. Una prima elaborazione di un piano per politiche condivise in materia di immigrazione si è avuta con il Consiglio europeo di Tampere del 1999, nel quale fu posto fortemente l’accento sul contrasto ai flussi irregolari di migranti e sull’esigenza di controlli delle frontiere dei paesi dell’Area Schengen.
Successivamente, con il Programma de L’Aia del 2004, fu delineata una impostazione equilibrata per la gestione dei flussi migratori, soprattutto attraverso la creazione e il rafforzamento dell’Agenzia di controllo Frontex.
Nel dicembre del 2009 il Consiglio europeo ha adottato il programma di Stoccolma — «Un'Europa aperta e sicura al servizio e a tutela dei cittadini». Il Programma riveste particolare importanza in quanto costituisce il primo documento ufficiale europeo in materia di migrazioni successivo all’adozione del Trattato di Lisbona del 2009 che rende vincolante, per tutti gli Stati dell’Unione, la Carta di Nizza.
Da allora, sono stati raggiunti importanti obiettivi, tra i quali un sistema europeo comune di asilo, che ha introdotto norme migliori per le persone in cerca di protezione; è stato rafforzato lo spazio Schengen; sono stati potenziati i canali della migrazione regolare; sono state fissate condizioni più chiare per l’ingresso e il soggiorno ed è entrato in vigore un insieme comune di diritti per i migranti; la politica comune dei visti ha subito importanti modifiche che hanno semplificato l’ingresso dei viaggiatori in regola nell’Unione europea, contribuendo alla sua crescita economica.
Nel giugno del 2013 è stato approntato il cosiddetto Sistema Europeo Comune di Asilo, il cui scopo è di instaurare una procedura comune valida in tutta l’Unione Europea per i titolari di protezione internazionale. Il Sistema Comune si compone dei seguenti strumenti: 
·    Regolamento di Dublino III (Reg. 604/2013/UE) che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide;
·  Direttiva Accoglienza (Dir. 2013/32/UE);
·  Direttiva Procedure (Dir. 2013/33/UE). 
Infine, il 16 dicembre 2014 la nuova Commissione Europea ha adottato il programma di lavoro per il 2015, intitolato “Un nuovo inizio”.
Tra le priorità politiche identificate, vi è anche l’individuazione di una nuova politica della migrazione. Nella lettera di incarico del Presidente Juncker al designato Commissario europeo, Dimitris Avramopoulos, con delega a Immigrazione e Affari Interni si descrivono i temi sui quali si concentrerà l’azione di governo europeo:
· il riesame della legislazione sulla Carta Blu (Direttiva 2009/50/CE del 25 maggio 2009), relativa al permesso di lavoro in tutta l’Unione per i lavoratori altamente qualificati;
·  la piena applicazione del sistema europeo comune di asilo;
· una migliore gestione della migrazione intensificando la cooperazione con i paesi extra-UE;
·  la lotta dell’immigrazione irregolare e della tratta di esseri umani. 
La nomina della nuova Commissione Europea e l’avvio del suo programma di lavoro ci pone all'inizio di una nuova fase politica alla quale è opportuno partecipare attivamente, entrando nel merito dei provvedimenti cardine del periodo 2014-2020. 
L’individuazione, all’interno delle priorità della nuova Commissione Europea, di una nuova agenda per l’immigrazione si colloca in una fase storica caratterizzata da un flusso costante e in crescita di popolazioni straniere dirette verso i territori europei. 
Secondo l’Eurostat[1], in Europa al gennaio 2013 i residenti in un Paese UE diverso dal quello di cittadinanza ammontavano a circa 34 milioni di persone: poco meno del 7% della popolazione complessiva. Gli immigrati in quanto tali, ossia i residenti in un Paese diverso da quello di nascita, erano invece 50,9 milioni. Una differenza dovuta in gran parte ai processi di naturalizzazione che hanno avuto luogo nel corso degli anni. 
A livello continentale i contingenti più numerosi in termini assoluti, senza distinzioni cioè tra immigrati intra-UE e quelli provenienti da Paesi terzi, sono presenti in grandi Paesi quali la Germania (oltre 7.696.00 stranieri), il Regno Unito (6.929.000), la Spagna (5.072.000) e l’Italia (4.922.085). 
L'acuirsi del conflitto in Siria ha portato al superamento della soglia di 2,3 milioni di profughi in fuga dal Paese all'inizio del 2014. 
Ancora, il numero di minori non accompagnati che hanno chiesto protezione internazionale è giunto a 12685. Si tratta di minori provenienti principalmente da Afghanistan (3295), Somalia (1580), Siria (1020), Eritrea (710), Marocco (525) ed altri (5555); la maggior parte di essi è stata accolta in Svezia, Germania, Regno Unito, Austria e Italia. 
A fronte di un fenomeno migratorio strutturale e diversificato nelle sue motivazioni si colloca dunque l’esigenza di favorire lo sviluppo di interventi tesi ad agevolare processi positivi e partecipati di integrazione e a trasformare quindi le diversità di provenienza, di lingua e di cultura di cui sono portatrici le comunità straniere in una opportunità di crescita civile e culturale per l’Europa. 
Anche l’Unione Europea ha rafforzato la sua esortazione agli Stati membri a sviluppare ulteriormente le politiche in materia di immigrazione, asilo e frontiere esterne sulla base della protezione per gli immigrati e della solidarietà tra gli Stati membri.
Emerge pertanto la necessità di intervenire su più livelli per affrontare le sfide connesse alla risposta alle pressioni migratorie nel pieno rispetto dei diritti fondamentali dei migranti: un'immigrazione opportunamente gestita può contribuire a dare slancio all'economia, in quanto garantisce l'accesso a competenze necessarie e consente di far fronte a particolari carenze del mercato del lavoro.
Quando si parla di migrazione, infatti, non bisogna dimenticare che i flussi di immigrazione rappresentano un segnale della forza economica, nonché socio-culturale, di un Paese, della sua capacità di attrarre capitali, forza lavoro, ma anche speranza ed ottimismo.
L’immigrazione regolare e intra-europea rappresenta, dunque, un contributo alla economia dei Paesi di arrivo.
Anche la migrazione irregolare, tuttavia, identificata oggi solo come fattore di frammentazione sociale e di minaccia per la sicurezza, può divenire un importante sostegno allo sviluppo economico dei Paesi di arrivo attraverso una più incisiva e ampia collaborazione tra Stati membri ed organizzazioni territoriali. 

Il Gruppo di Lavoro “Migrazione, Politiche Sociali e Diritti Umani” della CALRE

Durante l’Assemblea Plenaria della CALRE, tenutasi a Santiago di Compostela lo scorso 7 Novembre 2014, il Presidente del Consiglio Regionale del Molise, Vincenzo Niro, è stato nominato coordinatore del Gruppo di Lavoro “Migrazione, Politiche Sociali e Diritti Umani”. 
I Gruppi di Lavoro, come sottolineato anche dal nuovo Presidente della CALRE, Raffaele Cattaneo, sono un prezioso strumento di lavoro di merito, importanti per analizzare e approfondire i contenuti che emergono dal lavoro delle Istituzioni Europee. 
I Gruppi di Lavoro, inoltre, si propongono di contribuire al rafforzamento della collaborazione con le istituzioni europee, in particolare con il Comitato delle Regioni, la Commissione europea e il Parlamento europeo, nonché tra i membri della stessa CALRE, al fine di esercitare un filtro politico per individuare le priorità regionali, settore per settore, rispetto alle quali rafforzare il raccordo tra i diversi livelli amministrativi e di governo, e partecipare in modo concreto alla formazione delle decisioni europee consentendo di evitare il formarsi di vincoli onerosi e concorrere attivamente alla formazione di decisioni più favorevoli e condivise con i territori. 
In questo contesto, il Gruppo di Lavoro “Migrazione, Politiche Sociali e Diritti Umani”, si porrà in sostanziale continuità con le precedenti iniziative ed in linea con i documenti presentati e discussi anche nel corso dello scorso anno nelle riunioni del Gruppo.
Al fine di condividere una posizione forte sui contenuti inerenti le politiche migratorie, il Gruppo di Lavoro “Migrazione, Politiche Sociali e Diritti Umani” intende divenire una vera piattaforma comune in grado di coinvolgere nei propri lavori tutti i soggetti portatori di uno spirito federalista di ispirazione europea. 

Piano di lavoro 2015

Con la prospettiva finale di elaborare pareri, osservazioni e proporre eventuali risoluzioni in merito, il Gruppo di Lavoro “Migrazione, Politiche Sociali e Diritti Umani”, concentrerà i propri lavori sulle seguenti macro-aree:

· Politiche migratorie europee: individuare, con le istituzioni dell’Unione Europea e gli Stati membri, politiche e prassi sulla gestione delle frontiere pienamente responsabili che tengano conto dell’aspetto della protezione, con un esame efficace e indipendente in merito ai diritti umani.
Per sollecitare l’Unione ad agire, non devono essere necessari eventi tragici come quelli verificatisi al largo di Lampedusa nell’ottobre 2013 e nel febbraio 2015 ma l’Unione Europea deve dimostrare maggior impegno e solidarietà nei confronti delle regioni che accolgono la maggior parte dei rifugiati e delle persone sfollate nel mondo, partecipando in modo più ampio alle attività di re insediamento.
 
· Diritto europeo di asilo: rendere effettiva l’applicazione del principio del burden sharing, ovvero la ripartizione o condivisione degli oneri finanziari, opportunamente introdotto dal Trattato di Lisbona (art 80 TFUE), concertando tra gli Stati membri un sistema europeo di accoglienza per la ripartizione dei flussi legata a quote ancorate a elementi demografici ed economici certi e condivisi, superando così il criterio esclusivo del Paese di prima accoglienza (Regolamento Dublino III). 
· Sistema europeo di accoglienza: l’efficacia dell’accoglienza è legata anche alla conoscenza, da parte dei migranti, delle informazioni pratiche e aggiornate sulle procedure e sulle politiche nazionali in materia di immigrazione nell'UE. Alcuni migranti, infatti, giungono nel Paese di destinazione con nessuna o solo poche informazioni in merito alla loro situazione. La maggioranza dei migranti possiede invece informazioni non corrette. In tal senso, dunque, è necessario sviluppare una strategia d'informazione inclusiva e materiale informativo per i migranti, anche attraverso attività partecipative con i migranti stessi e tramite il coinvolgimento diretto degli Stati Terzi di origine o di transito dei flussi migratori. 
·Minori stranieri non accompagnati (MSNA): rafforzare la raccolta e lo scambio di informazioni e buone prassi inerenti la protezione dei MSNA attraverso attività di networking, cooperazione e consultazioni a livello locale, nazionale e internazionale tra soggetti istituzionali, associazionismo e organizzazioni della società civile. 
· Migrazione per lavoro: Sviluppare strumenti capaci di favorire l’incontro domanda-offerta di lavoro, affinché i fabbisogni del mercato del lavoro europeo trovino riscontro nella disponibilità di lavoratori migranti. A tal fine è necessario promuovere il riconoscimento effettivo delle qualificazioni e competenze dei lavoratori migranti, fornire un sostegno pre-partenza all’integrazione e promuovere un equo sistema di assunzione. 
·Contrasto della migrazione irregolare:. Nell’ottica di rafforzare la collaborazione tra tutti i paesi coinvolti dai flussi migratori per fornire attività di assistenza, accoglienza e supporto ai migranti durante tutto il loro percorso, in modo da poter fornire loro alternative all’immigrazione irregolare, risulta fondamentale il sostegno ai paesi di origine e di transito nello sviluppo di adeguate politiche di gestione della migrazione e di gestione delle frontiere, nonché nello sviluppo della capacità di identificare e perseguire i trafficanti di persone.