giovedì 3 settembre 2015

IL CORPO FORESTALE DELLO STATO DEL MOLISE GARANTISCE LA SICUREZZA ALIMENTARE DEI CONSUMATORI.

Campobasso, 3 settembre 2015

Concluse le operazioni della Campagna nazionale per il monitoraggio ed il contrasto alla coltivazione illecita di mais geneticamente modificato. Gli uomini del Nucleo Agroalimentare  Forestale, coordinati dai funzionari del Comando Regionale, hanno effettuato numerosi controlli sulle coltivazioni di mais presenti sul territorio dell’intera Regione.

I controlli hanno riguardato numerose colture, accuratamente selezionate sulla base di criteri di rischio. L’indagine speditiva in campo per la rilevazione della presenza di organismi geneticamente modificati è stata effettuata mediante l’utilizzo di “Quickstix” e interessato, tra gli altri, i comuni di Bojano, Guardiaregia, Riccia, San Polo Matese, Santa Croce di Magliano, Pozzilli, Sesto Campano e Venafro.
I test eseguiti attraverso gli appositi kit di analisi, direttamente in situ, su campioni di foglie e chicchi di granoturco, hanno permesso di escludere che quelle coltivazioni di mais costituissero esemplari di organismi geneticamente modificati.
La legge italiana non consente di coltivare sul suolo italiano varietà di mais transgeniche, prevedendo, in caso di commissione della fattispecie di reato, l’applicazione di pesanti sanzioni pecuniarie, oltre che il sequestro dei campi, e la distruzione delle piantagioni incriminate, così da evitare la contaminazione con materiale biologico transgenico delle vicine coltivazioni non OGM.

Una buona notizia per la popolazione molisana che, stando ai risultati di questi controlli, qualora abbia certezza della provenienza locale del mais ed i prodotti derivati presenti sulla propria tavola, può ragionevolmente sentirsi sicura di consumare alimenti OGM-free.

Il cibo contenente OGM, alla luce delle attuali conoscenze scientifiche, non sembrerebbe costituire, almeno direttamente, un pericolo per la salute umana, tuttavia, sulla base del principio di precauzione, importato nel nostro ordinamento giuridico da quello comunitario, misure rigorose di contenimento appaiono ragionevoli non solo per garantire al consumatore italiano un livello di sicurezza alimentare estremamente elevato, ma anche per tutelare l’agro-biodiversità dei nostri territori, prezioso patrimonio unico del nostro splendido Paese. 

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