L’arcivescovo Bregantini invita alla sobrietà e solidarietà.
Quello di ieri, è stato un episodio
triste e sgradevole per la città di
Campobasso e per il Molise. La solennità del Corpus Domini dove l'attenzione si sposta
“sull'intima relazione esistente fra Eucaristia e Chiesa, fra il Corpo del
Signore e il suo Corpo Mistico” è stata minata dal sentimento della rabbia, in
questo tempo caratterizzato da inquietudini, e preoccupazioni causate dalla
perdita del lavoro, dalle risorse che ogni famiglia scarseggia ad avere.
Ed è
proprio in questo tempo di “Eclissi di Dio” che l’arcivescovo Bregantini con
tono deciso dal balcone del palazzo municipale durante la benedizione dei
“Misteri” prima, nella “Tenda dell’Eucarestia”in piazza della Repubblica e durante l’omelia della solenne celebrazione
Eucaristica in Cattedrale dopo, si è
rivolto ai fedeli alla cittadinanza tutta ed al mondo dei media sottolineando che – il dissenso verso le Istituzioni
attraverso i fischi sono stati un gesto non idoneo alla festa che ha ben pensato di risparmiare le risorse economiche. I soldi risparmiati
e devoluti ai bisognosi ed ai terremotati, son il simbolo del “pane spezzato”. Carissimi amici-ha detto mons. Bregantini- voi che avete fischiato, i soldi saranno utilizzati per il bene di tutti. I
media devono essere più progettuali e dentro i fatti. Non basta dire avremmo
voluto o c’è stato un calo di tono. La festa non è fatta dal cantante ma è
fatta dai “Misteri e dai Mestieri” di gente che guarda avanti con coraggio”.
L’esperienza della “Tenda” ha visto tanta gente di giorno e di notte, raccolta
in preghiera. Ringrazio tutti coloro che hanno allestito animato accompagnato
il momento di Preghiera. Ringrazio chi
silenziosamente è venuto a pregare il Signore. Un grazie vivissimo ai sacerdoti
che hanno confessato e un grazie alla tenda della solidarietà che ha visto
tantissimi amici, fratelli e sorelle di
altre terre presenti tra noi per gustare un pasto caldo , gesti importantissimi
che diventano conforto .Quante richieste di preghiera sono giunte in questi
giorni con nomi e cognomi ed anche fatti
tristi avvenuti anche oggi dal balcone del municipio,vorremo presentarli tutti
al Signore”. Durante la processione, lungo la strada il pensiero forte è stato
rivolto a tutte le famiglie, ai malati, ai
carcerati, le case gli ambienti di lavoro, di vita, le scuole, il mondo
dell’informazione. Il Signore Gesù porti luce e speranza, chiarezza e soprattutto un pezzetto
di cielo, ottimismo che aiuti a superare la crisi- nella preghiera del presule
di Campobasso-. La crisi mette paura, la
crisi fa cambiare anche gli umori alla gente con facilità estrema. La crisi ci
chiede di stare molto vicino alla gente perché oggi la fragilità, la
depressione, le fatiche sono evidenti. Dentro questi giorni di preparazione alla Solennità, la consapevolezza di avere
queste tradizioni così belle e i” Misteri
hanno reso popolare questa festa. La loro forza , i bambini,i figuranti, le catechesi viventi, la partecipazione
di migliaia di persone ha fatto
schiarire il cielo. Non si può vivere senza speranza, senza cielo,senza cuore.
Rafforzare i segni belli e le tradizioni
che ci sono.
Le processioni e le
adorazioni prolungate celebrate in questa solennità, manifestano pubblicamente
la fede del popolo cristiano in questo Sacramento.
Il messaggio conclusivo
dell’arcivescovo Bregantini, nella solennità del Corpus Domini, è racchiuso dentro
tre parole “Eucaristiche” di speranza e
futuro: il GRAZIE anche per i giorni tristi e la solitudine, la NOTTE di guerre di ingiustizie, della precarietà
che si trasforma in luce ed il CIELO. Non c’è Eucarestia- ha concluso mons.
Bregantini nell’omelia della santa messa
in Cattedrale- che non sia sempre sguardo al cielo. È cielo quando i giovani
tornano alla terra e la coltivano, è cielo il perdono nelle famiglie e in città! E’ cielo quando la bellezza gustata
nella festa aiuta a vincere il male ! Campobasso è città Eucaristica!
La celebrazione dell’Eucaristia è il vero luogo dell’unità di tutti, dove il
Signore ci abbraccia nei diversi stati della nostra maturità spirituale e ci
unisce nell’unico pane che ci rende un unico corpo (cfr 1 Cor 10, 16s).
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