martedì 23 luglio 2013

CONSIGLIO REGIONALE DEL 22 Luglio 2013

Campobasso 23 luglio 2013

Approvata la proposta di legge n.19

In Fotogallery le foto di Gino CALABRESE


Con il voto di astensione della intera opposizione (assente solo il consigliere Monaco) e con quello favorevole di tutta la maggioranza (assente il consigliere Di Nunzio), al termine di una lunga riunione, conclusasi intorno alla mezzanotte, il Consiglio Regionale del Molise, tornato a riunirsi nella giornata di ieri, 22 luglio 2013, sotto la presidenza di Vincenzo Niro, ha approvato la proposta di legge n.19, di iniziativa dei consiglieri regionali Paolo Di Laura Frattura e Vincenzo Niro, concernente : “Riduzione dei costi della politica, misure di razionalizzazione, controlli e trasparenza dell'organizzazione e dei servizi della Regione. Disposizioni di adeguamento all'art.2 del decreto legge n.174 del 10 ottobre 2012”.

Al testo della proposta di legge, licenziato con parere favorevole della maggioranza (Totaro, Di Pietro, Lattanzio), dalla prima commissione, presieduta da Francesco Totaro, lo scorso 16 luglio, con l'astensione della opposizione (Cavaliere e Micone), sono stati presentati ben 33 emendamenti, di cui 21 della opposizione (17 del movimento 5 stelle) e 10 della stessa maggioranza. Questi ultimi sono stati tutti accolti, mentre uno solo degli emendamenti proposti dalla minoranza è stato accolto, per la precisione il numero 17 presentato dal movimento 5 stelle e riguardante il vitalizio (“qualora il titolare dell'assegno vitalizio o l'avente diritto siano condannati in via definitiva per uno dei delitti contro la pubblica amministrazione previsti al secondo libro, titolo II del codice penale e la condanna importi l'interdizione dai pubblici uffici, l'erogazione del vitalizio è esclusa ai sensi degli artt.28 e 29 del codice penale per una durata pari a quella della interdizione stessa”).
E' stato il consigliere Totaro a relazionare sull'importante provvedimento, che, in pratica, ha impegnato il Consiglio sin dal primo pomeriggio, subito dopo l'incontro della conferenza dei capigruppo, convocata per le ore 15,00 dal presidente, Vincenzo Niro, prima di interrompere i lavori per la pausa pranzo.
“Con la presente proposta di legge la Regione Molise – ha detto Totaro – intende dare attuazione alle disposizioni contenute nel decreto legge 10 ottobre 2012, n.174, convertito con modificazioni dalla legge 7 dicembre 2012, n.213, normativa volta al rafforzamento del coordinamento della finanza pubblica. La norma nazionale contiene i principi finalizzati ad incidere profondamente in alcuni ambiti fondamentali della gestione economico-amministrativa della Regione: -il trattamento economico dei consiglieri; la contribuzione alle spese di funzionamento dei gruppi consiliari; la razionalizzazione dell'apparato organizzativo della amministrazione regionale. In particolare l'art.2 ha introdotto adempimenti aventi l'intento principe di ridurre i costi della politica con espresso richiamo alle Regioni di dare attuazione a dette misure in conformità alle modalità previste nei propri ordinamenti. La non attuazione da parte degli ordinamenti regionali dei richiamati adempimenti relativi alla riduzione dei costi della politica comporta gravi conseguenze economiche e politico-istituzionale – ha aggiunto Totaro – costituendo, altresì, grave violazione di legge ai sensi dell’art.126, comma 1 della Costituzione. Il progetto di legge si presenta in una struttura di tre capi, di cui i primi due relativi all’aspetto economico, precisamente aventi ad oggetto al capo primo la modifica della disciplina regionale vigente in relazione al trattamento economico dei consiglieri regionali, del Presidente del Consiglio Regionale, del Presidente e dei componenti della Giunta regionale, ed al capo secondo la disciplina per il finanziamento dei gruppi consiliari e sistema informativo dei dati di finanziamento delle attività dei gruppi politici, ed infine al capo terzo le norme di adeguamento ai principi di coordinamento della finanza pubblica e di contenimento della spesa pubblica. Nel processo di implementazione di questo processo riformatore (da completare con le modifiche statutarie), si inserisce il presente testo di legge che, dando seguito alle prescrizioni imposte dal legislatore nazionale, nonché in considerazione della attuale crisi economica in cui versa l’intero tessuto sociale del Paese, introduce una nuova disciplina degli emolumenti percepiti dal Presidente della Regione, dal Presidente del Consiglio, dagli Assessori e dai Consiglieri Regionali. Sulla base delle disposizioni previste dal decreto legge 174/2012, convertito con modificazioni dalla legge 213/2012, il trattamento economico si compone di tre voci: -indennità di carica; indennità di funzione e rimborso spese di esercizio del mandato. L’approvazione della presente legge – ha detto, tra l’altro, concludendo, il consigliere Totaro, costituisce innegabile importanza di carattere politico – istituzionale, il tutto in conformità a quanto espressamente richiesto dalla opinione pubblica, oltre che dal legislatore nazionale. D’altronde – ha chiuso Totaro – abbiamo già tagliato circa 860 mila euro ai gruppi consiliari e 900 mila per i consiglieri”.
Per quel che concerne il trattamento economico dei consiglieri, la proposta di legge, composta di 19 articoli, prevede, in sintesi, che “non può eccedere complessivamente l’importo mensile riconosciuto dalla regione più virtuosa, individuata ai sensi del decreto legge 174. Detto importo mensile è individuato nella seguente misura: 13.800 euro lordi per il Presidente della Giunta e del Consiglio e 11.100 euro lordi per i consiglieri regionali. Tale trattamento ha carattere di omnicomprensività, non spettano ulteriori diarie, indennità di presenza e di trasporto e rimborsi spese comunque denominati per la partecipazione alle sedute del Consiglio regionale, della Giunta Regionale, dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio, delle commissioni consiliari permanente, speciali e d’inchiesta, della Conferenza dei Presidenti dei gruppi consiliari, nonché di altri organismi statutari o previsti da leggi regionali”.
All’art.3 invece “Determinazioni del trattamento economico” si legge che “entro i limiti massimi di cui al comma 3 dell’articolo 2 di cui innanzi, l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, con apposita delibera, commisura il trattamento economico dei consiglieri regionali alla effettiva partecipazione ai lavori del Consiglio regionale, come previsto dalla legge13 agosto 2011 n.138 e, in particolare, tra l’altro: a)-determina e differenzia l’ammontare delle indennità di funzione in relazione allo svolgimento di particolari funzioni, quali quelle di Presidente della Giunta, del Consiglio, vicepresidente del Consiglio e componente della Giunta, Segretario del Consiglio, Presidente di commissione consiliare etc;  b)-determina le modalità di erogazione del rimborso spese di esercizio del mandato, stabilendone l’importo fino ad un massimo di 5.500,00 euro e prevedendone la decurtazione in relazione alla mancata partecipazione del consiglieri  e degli assessori alle sedute di Consiglio, di Giunta etc.”.
Sulla proposta di legge hanno preso la parola i consiglieri del movimento 5 stelle, Manzo “volevamo tagli più significativi”, di Rialzati Molise, Cotugno “ben venga la legge che faccia del Molise una regione virtuosa. E’ doveroso per noi approvarla”,  del gruppo misto, Di Pietro “noi abbiamo fatto meglio delle altre Regioni, abbiamo tagliato circa 900 mila euro per le indennità e 800 mila euro per i gruppi” e il presidente Frattura “tagliando gli sprechi – ha detto tra l’altro -, le spese inutili, eliminando gli sperperi, già in questa prima fase di governo, conti alla mano, abbiamo portato economie al bilancio regionale per diversi milioni di euro. Ora, se a questi risparmi sommiamo i circa 860 mila euro di economie per quanto riguarda i gruppi e i 900 mila euro per quanto riguarda il costo dei consiglieri regionali, è evidente che anche sotto questo aspetto stiamo facendo il nostro dovere. Lavoriamo per dare risposte ai nostri cittadini che ci hanno affidato questo straordinario mandato, confrontiamoci senza indugiare nel populismo e nella retorica perché mai, soprattutto in un momento come quello che viviamo, retorica e populismo potranno aiutarci a superare questa fase drammatica anche per la nostra regione”.
Si è passati quindi alle dichiarazioni di voto dei consiglieri  Federico, Cavaliere, Romagnuolo, Fusco Perrella (tutti di astensione) e Totaro (a favore). Ha concluso il vice presidente della Giunta Petraroia che ha ringraziato l’aula per il contributo fornito al provvedimento ed ha tenuto ad evidenziare particolarmente un dato che – ha detto – non emerge all’esterno: “basta prendere in esame il trimestre gennaio-marzo del 2012 e confrontarlo con quello del 2013 per verificare ciò che è accaduto in fatto di riduzione di spese”. Petraroia ha poi elencato alcuni provvedimenti adottati in direzione di tagli, come la riduzione dei dirigenti regionali, la nomina di alcuni dirigenti nei vari enti che non comportano spese, blocco di contratti a tempo determinato in Regione etc:.
Su un emendamento proposto dal movimento 5 stelle, tendente ad abrogare alcune leggi regionali (n.16 del 28 maggio 1997, n.9 del 9 giugno 2006, l’articolo 18 delle lagge 7 febbraio 2005) e, in maniera particolare, l’articolo 7 (Fondo per le attività istituzionali) della legge regionale 3 giugno 2002 (legge finanziaria regionale 2002) ci sono state divergenze di vedute tra opposizione e maggioranza, con quest’ultima che ha espresso perplessità sulla discussione dell’aspetto.
Anche il consigliere di minoranza, Sabusco, ha espresso le sue riserve “l’articolo 7 va stralciato perché non è all’ordine del giorno”.
Dopo una lunga pausa, sull’argomento, il presidente Frattura ha presentato un ordine del giorno che è stato votato dalla maggioranza con il quale “il Consiglio Regionale impegna l’ufficio di presidenza e il Presidente della Giunta ad attivare istruttoria tesa ad accertare la compatibilità delle previsioni di cui all’art.7 della legge regionale 7/2002 in relazione alle modifiche di legge intervenute con il decreto legge 174/2012, convertito in legge 213/2012”.
L’emendamento, messo ai voti ugualmente, è stato respinto dalla maggioranza.
E’ stata la proposta di legge n.19, ovviamente, il punto centrale della seduta ma, in mattinata, il Consiglio, dopo le rituali comunicazioni del Presidente Niro, si è occupato anche della proposta di legge n.6 di iniziativa della Giunta Regionale, concernente: “Copertura dell’anticipazione di liquidità, ai sensi dell’articolo 2 e dell’articolo 3 del decreto legge 35/2013, recante ^disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento dei tributi degli enti locali^, con titolo modificato in ^^Copertura della anticipazione di liquidità ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto legge 8 aprile 2013,n.35, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 giugno 2013, n.64. Variazioni al bilancio regionale per l’esercizio 2013 e al bilancio pluriennale 2013-2015”.

Sul punto ha relazionato il consigliere Lattanzio che ha spiegato, tra l’altro,  come il “provvedimento, volto a sbloccare i pagamenti dei debiti scaduti delle pubbliche amministrazioni, è stato visto dal Governo stesso come un adeguato strumento attraverso il quale immettere liquidità nel sistema economico ed agevolare una rapida ripresa della crescita del prodotto interno lordo. In tale contesto si inserisce il testo di legge regionale proposto, strutturato in 7 articoli ed in 3 allegati”.
Il consigliere Lattanzio ha quindi, illustrato gli interventi contenuti nella proposta di legge per far fronte alla risorsa attribuita al Molise con decreto della Ragioneria Generale dello Stato e richiesta dalla stessa Regione come anticipazione di liquidità in base al decreto legge 35, ammontante a 27.460.187 euro da erogare in due tranche (la prima di 11.096.439 e la seconda di 16.363.749). La Regione – ha detto la Lattanzio – “dovrà provvedere all’estinzione dei debiti entro 30 giorni dalla erogazione della liquidità per tutti i debiti certi, liquidi ed esigibili. La copertura del prestito sarà garantita attraverso l’innalzamento dell’imposizione fiscale – tenuto conto delle fasce di reddito – per la prima erogazione- ed attraverso le maggiorazioni della tassa automobilistica regionale con riferimento alla seconda erogazione”.
L’addizionale regionale all’IRPEF sarà determinata per scaglioni di reddito, il primo per redditi fino a euro 15.000 e l’ultimo per redditi oltre euro 75.000, con applicazione, al netto degli oneri deducibili, di maggiorazioni della aliquota di base dell’addizionale comprese tra lo 0,50 per cento fissato per il primo scaglione e l’1,10 per cento stabilito per l’ultimo.
L’art.3, rubricato “Incremento della tariffa della tassa automobilistica regionale” – ha proseguito la Lattanzio – prevede una ulteriore misura per la copertura degli oneri finanziari derivanti dalle richieste di anticipazione di liquidità. Infatti, secondo le facoltà concesse alle Regioni dall’art.24 del decreto legislativo n.504 del 1992, intervenuto in materia di riordino della finanza degli enti territoriali, il comma 1 stabilisce, con decorrenza 1° gennaio 2014, l’aumento della tassa automobilistica regionale, in una percentuale compresa tra il 7 e il 10 per cento rispetto all’importo attualmente fissato per ogni KW di potenza ed in base alla classe di inquinamento a cui l’autoveicolo o il motoveicolo appartiene”.
Sull’argomento hanno preso la parola i consiglieri Cavaliere, Federico, Di Pietro, Ciocca e il residente della Giunta, Frattura. Quest’ultimo ha fatto risalire alle precedenti gestioni l’attuale situazione debitoria. “Oggi – ha detto Frattura – chiedendo ancora un sacrificio ai cittadini molisani, salviamo dal fallimento le tante imprese che da troppo tempo attendono pagamenti dalla pubblica amministrazione. A causa delle disattenzioni passate ci vediamo costretti ad aumentare le aliquote regionali Irpef, Irap e tassa automobilistica perché unica soluzione che la legge ci offre per accedere ad un mutuo trentennale con il quale dare ristoro e ossigeno al mondo produttivo. Le economie che stiamo definendo, grazie al taglio dello spreco che perseguiremo per ogni settore, saranno tutte impegnate per ridurre l’indebitamento con l’obiettivo primario di alleggerire le aliquote regionali per mettere in campo, subito dopo, misure destinate alla crescita. L’iniziativa che ora assumiamo – ha aggiunto Frattura – purtroppo, saremo costretti ad applicarla anche per i debiti, oltre 250 milioni di euro, che la Regione ha con la Sanità. Solo nel 2012 abbiamo registrato un disavanzo di 53 milioni di euro. Con il 2014 speriamo di riuscire a definire la situazione economica e contabile della Regione”. Al ripiano dei debiti della Regione, compresi i residui passivi nei confronti degli enti locali, dunque la Regione per l’accesso al riparto della anticipazione di liquidità prevista dalla legge n.35 del 2013, dovrà far fronte con la maggiorazione delle aliquote dell’addizionale regionale all’IRPEF e IRAP e, come detto, all’incremento della tariffa della tassa automobilistica regionale.
Al provvedimento sono stati collegati un ordine del giorno proposto dalla opposizione e sottoscritto anche dal presidente Frattura, votato alla UNANIMITA’, con il quale si invita “il governo regionale a prevedere una delibera di giunta nella quale si prevedono risorse finanziarie da utilizzare per l’abbattimento del 50 per cento delle imposte che gravitano esclusivamente sui cittadini, dopo averne verificate le condizioni” e un emendamento tecnico proposto dalla stessa maggioranza e votato anch’esso alla UNANIMITA’.
La proposta di legge numero 6 è stata quindi messa a votazione ed è passata a MAGGIORANZA, con i soli voti contrari do Federico e Manzo del movimento 5 stelle.
Subito dopo il Consiglio ha votato alla UNANIMITA’ anche una proposta di legge di iniziativa della Giunta Regionale concernente “Disposizioni in materia di tirocini”. La materia rientra nell’ambito della competenza esclusiva della Regione in quanto attiene alla formazione professionale.
La proposta di legge, nel recepire le indicazioni contenute nelle linee guida nazionali in materia di tirocini, al fine di:
-procedere alla revisione della disciplina dei tirocini formativi, anche in relazione alla valorizzazione di altre forme contrattuali a contenuto formativo;
-prevedere azioni e interventi volti a prevenire e contrastare un uso distorto dell’istituto, anche attraverso la puntuale individuazione delle modalità con cui il tirocinante presta la propria attività;
-individuare gli elementi qualificanti del tirocinio e degli effetti conseguenti alla loro assenza;
-riconoscere una congrua indennità, anche in forma forfetaria, in relazione alla prestazione svolta.
La relazione sul punto è stata tenuta dalla Fusco Perrella.

Il vicepresidente della Giunta, Petraroia, ha affermato che con la proposta di legge votata “si agevola la vicinanza tra il mondo dell’impresa e le persone che si accostano al lavoro”.

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