Di Sandro: il mio punto di vista sul Piano Sanitario Regionale.
Ritengo doveroso
precisare la mia posizione su due importanti aspetti del Piano Sanitario Regionale: la Rete
ospedaliera e l’integrazione pubblico/privata; due aspetti che sono al centro
del dibattito politico di questi giorni.
Riguardo alla
rete ospedaliera, ribadendo la centralità della sanità pubblica nel
sistema sanitario regionale, penso che vada sicuramente chiarito il ruolo
ed il futuro dei presidi ospedalieri esistenti in regione che vanno a mio
avviso valorizzati secondo le specifiche
peculiarità e professionalità presenti. In particolare:
- l’ospedale di Agnone, deve essere organizzato quale “Presidio di Montagna” a servizio dei cittadini dell'intera
zona montana e del vicino Abruzzo stipulando, con qust’ultima regione, un apposito Accordo di
confine. La struttura dovrà essere dotata di un’area chirurgica, una medica e
una dei servizi;
- per l’ospedale
di Termoli, confermato come DEA di I° Livello, bisogna procedere ad un
riequilibrio dei posti letto incrementandoli con almeno ulteriori 20 posti in considerazione del contesto
territoriale e del bacino di utenza che si intensifica particolarmente nel
periodo estivo;
- per l'ospedale di Larino, oltre a quanto già
previsto, in termini di posti letto disponibili, dai due precedenti decreti
commissariali (Lungodegenza, riabilitazione,
primo soccorso con Osservazione Breve, oculistica, Day Hospital, Day Surgery) occorrerebbe prevedere anche un Servizio Regionale di Neuropsichiatria Infantile;
primo soccorso con Osservazione Breve, oculistica, Day Hospital, Day Surgery) occorrerebbe prevedere anche un Servizio Regionale di Neuropsichiatria Infantile;
- l' ospedale di Venafro deve configurarsi come una struttura
medico-riabilitativa con annessa Lungodegenza, e RSA. Presso il Presidio deve
rimanere il Punto di Primo Soccorso
con Osservazione Breve ben
organizzato per far fronte alle esigenze di quel territorio e si potrebbe prevedere l’istituzione
di un “Centro Regionale di prevenzione, diagnosi e cura per i Disturbi
Alimentari” ( anoressia, bulimia, obesità);
- l’ospedale Cardarelli, deve rimanere
un presidio centrale nel sistema sanitario molisano, come
unico centro Hub di riferimento regionale, inserendo
al proprio interno, naturalmente, tutte le specialità a garanzia dell'intera regione e dell’intera rete ospedaliera regionale;
al proprio interno, naturalmente, tutte le specialità a garanzia dell'intera regione e dell’intera rete ospedaliera regionale;
- l’ospedale di
Isernia, deve mantenere la sua funzione
centrale nella provincia come DEA di I° Livello operando meglio, in ragione delle dotazioni previste e dell’efficace
funzionalità degli altri nosocomi vicini (Venafro e Agnone);
Tutti i presidi
ospedalieri regionali devono essere dotati di adeguate attrezzature tecnologicamente avanzate, sostituendo quelle
più obsolete, per poter offrire cure efficienti. Risulta inoltre necessario per
le stesse strutture, procedere ad un organico
adeguamento infrastrutturale nel
rispetto della normativa sulla sicurezza.
Riguardo al ruolo
delle strutture private penso che queste debbano continuare ad assurgere un
ruolo fondamentale nel Sistema Sanitario regionale, valorizzando le proprie
eccellenze.
Nello specifico
presso l’Istituto Neuromed vanno potenziate le discipline neurologiche mentre per la Fondazione Giovanni
Paolo II vanno valorizzate le eccellenze cardiochirurgiche e
radioterapiche; in entrambe
le strutture andrebbe potenziata l’attività di ricerca e di integrazione con L’Università
per la formazione dei nostri studenti.
Per quanto riguarda, infine, l’integrazione pubblico/ privata ed in particolare l’ipotesi
allo studio di prevedere una integrazione funzionale tra il Cardarelli e la
Fondazione Giovanni Paolo II, credo che se la Fondazione non dovesse
raggiungere i propri obiettivi in termini di produzione e/o trasformazione in
Istituto di Ricovero e cura a carattere
Scientifico, si potrebbe, in alternativa, ipotizzare
anche una sua regionalizzazione che di fatto porterebbe a migliorare e
qualificare l’offerta sanitaria della regione.
Rispetto a temi
fondamentali per la garanzia della salute penso che una programmazione efficace
debba mettere non solo il cittadino al
centro del sistema, ma anche il contesto territoriale, che, in questo caso, è
fatto di un patrimonio di professionalità di strutture ed eccellenze che vanno
ripensate e ottimizzate giammai rimodulate solo seguendo la logica dei numeri.
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