Decreto fiscale: l’on.
Franco Narducci.
Presenta emendamenti sull’IMU per case e terreni
degli italiani all’estero.

Infatti,
all’art. 4 del cosiddetto “Decreto fiscale” di cui sopra, in seguito
all’emendamento del relatore in Commissione finanze, l’on. Narducci ha
previsto l’introduzione della seguente frase:
“.
L’unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel
territorio dello Stato a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia è
considerata direttamente adibita ad abitazione principale, a condizione che non
risulti locata;”. Sempre allo stesso art. 4, l’on. Franco Narducci ha
presentato un emendamento in cui si introducono le seguenti parole: “3-bis.
L’esenzione da imposta per gli immobili classificati in catasto come F2, ovvero
le unità immobiliari collabenti con rendita zero, si applica anche ai cittadini
italiani non residenti nel territorio dello Stato, risultanti iscritti
all’Aire”.
Mentre
per quanto concerne l’IMU agricolo, l’on. Franco Narducci ha presentato due
emendamenti tesi a riconoscere le agevolazioni fiscali previste per fondi
posseduti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli anche a quelli
“posseduti dagli italiani residenti all’estero iscritti nell’apposito registro
AIRE e concessi in affitto, mezzadria, colonia parziaria e soccida con
conferimento di pascolo ai medesimi coltivatori diretti e imprenditori
agricoli”.
RINGRAZIAMENTI del Consigliere PETRAROIA.
Caro Franco,
grazie per l'emendamento in favore degli italiani residenti all'estero che
hanno case o terreni agricoli nel nostro paese su cui graverà l'IMU. Condivido
la tua preoccupazione che l'IMU possa indurre i nostri concittadini a disfarsi
delle proprietà detenute in Italia allontanandosi definitivamente e staccando i
residui legami affettivi con la loro terra d'origine. Già le seconde e terze
generazioni, nate e cresciute in altri Stati, stentano a tenere vivi i contatti
con l'Italia, ed è sempre più arduo studiare l'italiano e disporre di servizi
consolari all'estero, visti i tagli apportati nei relativi capitoli di bilancio
nazionali. Se a ciò si aggiunge l'obbligo di una pesante tassazione che per le
nostre comunità in Sud America o in altre aree di crisi sarà impossibile fronteggiare
si rischia di assestare un duro colpo alla Grande Italia sparsa su tutto il
pianeta. E a maggior ragione un territorio come quello del Molise che conta tre
oriundi all'estero per ogni proprio residente, vedrà allentare e allontanare
tante famiglie in modo irreversibile con una scissione affettiva che andrebbe
assolutamente evitata. Purtroppo l'insensibilità del Governo non tiene conto
del valore aggiunto che possono offrirci i 4 milioni di italiani residenti
all'estero ed i 60 milioni di oriundi e si arrocca in una logica
ragionieristica poco lungimirante. Mi adopererò anche in sede di Consiglio
Regionale perchè si induca il Consiglio dei Ministri a riflettere prima di
obbligare i nostri connazionali che vivono all'estero a optare tra pagare l'IMU
o dismettere la casa paterna ed i terreni agricoli di proprietà.
Nessun commento:
Posta un commento