Domenica 12 p. v. alle ore 18 a Campobasso in piazza Cuoco
Domani 12 Aprile 2015, il Vescovo Mons. Bregantini benedirà la targa per l’intitolazione a “Fra Immacolato Brienza” del Giardino in piazza Cuoco. Fra Immacolato, al secolo Aldo Brienza, chiude la triade, con il sacerdote Don Giovanni Battista ed il compositore di musica Michele De Nigris, di cittadini Campobassani che con la loro vita e le opere hanno testimoniato l’Amore per gli altri e la fede in Dio. Per i loro meriti e la bellezza delle Personalità, l’Amministrazione Comunale di Campobasso, su proposta delle già consigliere Marilina Niro e Adriana Izzi, nella passata consiliatura di Gino Di Bartolomeo, decise in una unica delibera, oggi attuata dal Sindaco Antonio Battista, di intitolare ai nostri illustri concittadini spazi significativi nella nostra città.
Il “Giardino”dedicato a Fra Immacolato si trova di fronte alla casa in cui egli visse – piazza Cuoco n. 2 – e dove per cinquanta anni, dal suo letto di sofferenza ricevette, consolò ed amò tutto il popolo. Da questo giardino percepiva lo scorrere della vita terrena attraverso, le cime degli alberi, lo stormir delle foglie, il canto degli uccelli, l’avvicendarsi delle stagioni. Aldo Brienza, accolto nell’Ordine dei Carmelitani per suo espresso desiderio, prese il nome di Fra Immacolato, “impostogli” direttamente dalla Vergina Maria e, pur restando in famiglia, dal suo letto di dolore, dissimulato sempre dal sorriso, diffuse la sua fama di uomo santo perfino in America attraversando la vita di S. Padre Pio che lo indicava alla gente come via della preghiera. Fu colpito dal suo male (Osteomielite) improvvisamente a soli 15 anni e, contro ogni prognosi medica rapidamente infausta, rimase inchiodato nel suo letto per più di cinquant’anni. Padre Pio lo definì “ vittima scelta da Dio” e Fra Immacolato rimase accanto al Signore, lungo la via della Croce, fino alla fine: 13 aprile 1989. Al suo capezzale ci fu sempre una lunga processione di persone che cercavano la sua parola consolatrice e le sue preghiere. L’immolazione di Fra Immacolato, “mistico dono di Dio alla città di Campobasso”, vuole essere anche l’offerta al Signore indirizzata particolarmente alle Famiglie, ai Sacerdoti, alla Chiesa, alla salvezza delle anime, come appare nella sua “Posizio”. La sua vita ha assunto i connotati profetici ad indicare la strada onde evitare il richiamo dei falsi valori che il male ed il mondo facile prospettano. La vita degli uomini e delle famiglie cristiane non può realizzarsi senza aprirsi alla carità fraterna, alla sobria vita sociale, all’attività missionaria e alla preghiera domestica: questo è ciò che Fra Immacolato insegna e prega. Il suo sguardo ed il suo sorriso rimangono per sempre nel cuore di chi lo conosce.
"Gli astri soprannaturali non devono rimanere occulti...", questa testimonianza, bella anche per una frase scritta da Suor Clara Marino che don Alessandro Porfirio ha fatto pervenire ad Anna Ruffo per pubblicarla su "Il Carmelitano scalzo Fra Immacolato Giuseppe Brienza fra Terra e Cielo".i astri soprannaturali non devono rnere occulti ..."
Il “Giardino”dedicato a Fra Immacolato si trova di fronte alla casa in cui egli visse – piazza Cuoco n. 2 – e dove per cinquanta anni, dal suo letto di sofferenza ricevette, consolò ed amò tutto il popolo. Da questo giardino percepiva lo scorrere della vita terrena attraverso, le cime degli alberi, lo stormir delle foglie, il canto degli uccelli, l’avvicendarsi delle stagioni. Aldo Brienza, accolto nell’Ordine dei Carmelitani per suo espresso desiderio, prese il nome di Fra Immacolato, “impostogli” direttamente dalla Vergina Maria e, pur restando in famiglia, dal suo letto di dolore, dissimulato sempre dal sorriso, diffuse la sua fama di uomo santo perfino in America attraversando la vita di S. Padre Pio che lo indicava alla gente come via della preghiera. Fu colpito dal suo male (Osteomielite) improvvisamente a soli 15 anni e, contro ogni prognosi medica rapidamente infausta, rimase inchiodato nel suo letto per più di cinquant’anni. Padre Pio lo definì “ vittima scelta da Dio” e Fra Immacolato rimase accanto al Signore, lungo la via della Croce, fino alla fine: 13 aprile 1989. Al suo capezzale ci fu sempre una lunga processione di persone che cercavano la sua parola consolatrice e le sue preghiere. L’immolazione di Fra Immacolato, “mistico dono di Dio alla città di Campobasso”, vuole essere anche l’offerta al Signore indirizzata particolarmente alle Famiglie, ai Sacerdoti, alla Chiesa, alla salvezza delle anime, come appare nella sua “Posizio”. La sua vita ha assunto i connotati profetici ad indicare la strada onde evitare il richiamo dei falsi valori che il male ed il mondo facile prospettano. La vita degli uomini e delle famiglie cristiane non può realizzarsi senza aprirsi alla carità fraterna, alla sobria vita sociale, all’attività missionaria e alla preghiera domestica: questo è ciò che Fra Immacolato insegna e prega. Il suo sguardo ed il suo sorriso rimangono per sempre nel cuore di chi lo conosce.
"Gli astri soprannaturali non devono rimanere occulti...", questa testimonianza, bella anche per una frase scritta da Suor Clara Marino che don Alessandro Porfirio ha fatto pervenire ad Anna Ruffo per pubblicarla su "Il Carmelitano scalzo Fra Immacolato Giuseppe Brienza fra Terra e Cielo".i astri soprannaturali non devono rnere occulti ..."
Pietradefusi
(AV) 13 – 4 - 2004
VIVA L’IMMACOLATA!
“Gli
astri soprannaturali non devono rimanere occulti …!”
Rev.
Don Alessandro,
Sono una religiosa novantenne, per grazia di
Dio, in piene facoltà mentali, della Congregazione delle Suore Francescane
Immacolatine di Comunità a Pietradefusi. Ieri mi è stata consegnata un’immaginetta
del carissimo e indimenticabile Aldo Brienza (Fra Immacolato) che ho conosciuto
ancor prima che si ammalasse
Lo ricordo adolescente quando veniva a casa a chiedere l’orario in cui
la sua mamma doveva impastare il pane per il fabbisogno della famiglia.
E’ da premettere che i miei genitori
gestivano un forno per conto terzi e la famiglia Brienza era una nostra
cliente.
Un bel giorno cominciò a circolare la notizia che il figlio di Emilio
Brienza per una cosiddetta ‘morsicatura di scarpa’ non riusciva più a
camminare. Non furono risparmiate cure e visite specialistiche da parte del genitore
ma nulla valse a migliorare le sue condizioni tanto da inchiodarlo al letto
fino alla morte. Per mezzo di una carissima amica Presidente di A. C. venni a
sapere del caso grave che aveva colpito Aldo: da allora cominciai a fargli
visita periodicamente.
La sua serenità mi attirava e durante il tempo che sostavo al suo capezzale,
erano momenti di elevazione spirituale.
Alla domanda: Come stai? Mi rispondeva
sempre: Bene, grazie! Accompagnato da un tranquillo sorriso. Il suo viso era
costantemente illuminato dai suoi occhi oscuri da sembrare due stelle.
Sia da secolare sia da religiosa mi sono
sempre recata, potendolo, a visitarlo.
I nostri incontri vertevano sempre su argomenti spirituali ma, quello
che mi colpiva, era la sua gioviale serenità.
Avendo assunto in religione un posto di
responsabilità sorse in me il desiderio di impiantare una casa con attività
religiosa nel mio paese natio.
Appoggiata dal consiglio mi misi d’impegno a cercare la struttura.
Incoraggiata anche dalla pressione di Fra Immacolato trovai l’occasione della
vendita di una proprietà dei miei avi materni proprio nella zona indicata e desiderata
da fra Immacolato.
Impiantata a Campobasso fu subito istituita una scuola materna sotto la
protezione della “Regina del Monte”. La Suore che hanno dimorato in quella
fraternità e le Superiore che mi hanno sostituito, hanno sempre visitato Fra
Immacolato riportando sempre buoni ed edificanti ricordi.
Al suo decesso presero parte al suo funerale.
Dopo la sua morte ho avuto in cuore la certezza che Fra Immacolato era
un’anima bella, cara al Cuore di Dio e che un giorno i posteri l’avrebbero
visto assurgere agli onori dell’altare.
Tenendomi di tanto in tanto in comunicazione con una delle sorelle
chiedo sempre a che punto si è con la procedura di una probabile causa di
canonizzazione. So bene che l’iter è lungo e difficoltoso, ma spetta a noi non
lasciarlo nel dimenticatoio.
Gli astri soprannaturali non devono rimanere occulti, essi giovano a far
luce a noi viandanti del mondo.
Con stima La ossequio chiedendo scusa per
averla annoiata.
Dev.ma in Cristo e nel Padre S. Francesco
Suor Clara Marino
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