Di Michele Petraroia
Il senso della visita
pastorale di Papa Francesco in Molise del 5 luglio prossimo è quello di
riflettere sulla funzione sociale delle periferie italiane, dell’Italia Minore
e delle aree rurali, interne e svantaggiate.
Con un gesto forte, è
stata scelta la Regione più piccola con un programma emblematico della giornata
in cui ci si soffermerà sui temi del lavoro, della povertà, dei profughi, dei
carcerati, dei malati, del diritto allo studio e dei giovani.
Centinaia di giornalisti
seguiranno ogni appuntamento e segnaleranno al mondo il messaggio che Papa
Francesco vorrà trasmettere in favore della speranza e della dignità di ogni periferia,
perché non si persista ad inseguire i falsi miraggi delle aree metropolitane
che hanno rubato l’orgoglio alle comunità minori, al lavoro rurale ed
artigianale, ai numeri modesti e ai borghi di antica storia e scarsa memoria.
Per il Molise questo
evento resterà negli annali e tutta la comunità ha il dovere di prepararle al
meglio, con gioia, responsabilità e armonia.
Non ci si soffermi sulle
difficoltà ma ci si attrezzi per affrontarle e risolverle in uno spirito di
dedizione, servizio e passione civile.
Il 5 luglio non può
essere macchiato dall’acrimonia, dall’ingordigia, dalla stupidità o dai
risentimenti.
Il Molise è più bello di
come viene descritto e deve fare onore alla sua cultura millenaria riportata in
una scritta mirabile nel Centro Leonardo da Vinci di Montreal che ne racchiude
l’essenza “gente che la creanza non ha mai perduto”.
Si cooperi con sagacia
per mettere in mostra con orgoglio la nostra storia fatta di umanità,
accoglienza, tolleranza, laboriosità e sobrietà.
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