Che siano tempi bui è noto. Che le amministrazioni
locali, dal Comune alla Regione, debbano tagliare le spese fino all’osso è
altrettanto risaputo. Ma che in alcuni settori
continuino elargizioni di vario genere, attribuite a vario titolo,
mentre in altri si chiudano
definitivamente i rubinetti è cosa che indigna. Tanto più se il
settore rimasto all’asciutto riguarda il
sociale e ha visto coinvolti come protagonisti, sin dall’anno 2001, giovani e giovanissimi intorno ad un
tema di estrema importanza e delicatezza come quello della donazione del
midollo osseo.
Da quattordici
anni, con l’impegno disinteressato di volontari, ogni ultimo sabato del mese di
maggio si è celebrata la “Giornata regionale della donazione del midollo osseo”
dedicata a Carolina Sabatelli e, da nove anni, la
Regione Molise, divenuta consapevole della valenza dell’iniziativa, l’ha
istituita con la legge n.46 del 06/ 12/
2005. Indicando gli alti fini sociali e culturali dell’iniziativa, la normativa
precisa anche le attività connesse, che vale la pena di ricordare:
- realizzazione della borsa
di studio "Carolina Sabatelli", rivolta agli alunni ed agli studenti
delle scuole di ogni ordine e grado della regione Molise;
- incontri ed eventi di sensibilizzazione sul tema della donazione;
- iniziative mirate a contribuire in modo positivo alla diffusione della cultura della solidarietà e della gratuità.
- incontri ed eventi di sensibilizzazione sul tema della donazione;
- iniziative mirate a contribuire in modo positivo alla diffusione della cultura della solidarietà e della gratuità.
Per promuovere
la realizzazione di tali attività la stessa legge indica un contributo
da iscrivere nel bilancio regionale.
L’ADMO, l’associazione donatori midollo osseo, intende
richiamare l’attenzione della Regione e dei cittadini sul fatto che non solo a tutt’oggi non è stato erogato alcun fondo per l’anno
2013, sebbene fosse iscritto in bilancio, ma che per l’anno 2014 non è stata
prevista alcuna erogazione.
Non è disattendendo alle sue proprie leggi, non
privando del suo contributo un’operazione di volontariato seria ed impegnativa, non escludendo una
generazione di studenti dalla comprensione del problema di una patologia tra le
più gravi, che interessa soprattutto i ragazzi e che può essere affrontata, per
ora, solo da un coinvolgimento solidale e disinteressato della società, che la più alta
istituzione regionale può acquisire
meriti in fatto di sensibilità e di
partecipazione concreta alla vita reale dei suoi cittadini.
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