La “pala d'altare”
della Chiesa di San Giovanni Battista, risalente al millequattrocento,
restaurata, rimarrà esposta ai fedeli per tutto il mese mariano
E' stata restituita al suo antico splendore la
meravigliosa “pala” raffigurante la
Madonna delle Grazie che domina l'altare della antica chiesa
di San Giovanni Battista ai Gelsi di Campobasso. Dopo il restauro, durato ben
due mesi, la suggestiva opera, di autore
ignoto, risalente al 1400, è stata benedetta
giovedì sera, primo maggio, e posta ai piedi dell'altare maggiore, per
rimanere esposta ai parrocchiani, ma a
chiunque desiderasse ammirarla, per
tutto il mese mariano, prima di recuperare la sua naturale collocazione, tra le
canne del maestoso organo che occupa tutto il presbiterio. E' stato padre
Roberto Nesta, il parroco e guardiano
della parrocchia-convento San Giovanni, unitamente ai confratelli della
comunità religiosa dei frati minori, a volere fortemente ridare “dignità” ad
una magnifica immagine, affidando il risanamento, sotto il controllo rigoroso
della competente Soprintendenza regionale, a Francesca Di Giandomenico,
specializzata nel restauro e conservazione di beni culturali.
L'intervento di restauro è stato indirizzato a restituire,
per quanto possibile, l'aspetto originario all'opera nel rispetto delle sue
vicende storiche e conservative, mediante azioni volte a rimuovere i vari
depositi incoerenti, pulitura varie delle superfici, stuccatura, verniciatura,
ritocchi e equilibratura cromatica. Il ritocco è stato completato con colori a
vernice.
Ne è venuto fuori un lavoro straordinario, riconsegnato
nel rispetto dei tempi dall'esecutrice e, quel che più conta, nel rispetto di un risanamento effettuato a
regola d'arte che pone il dipinto vicinissimo a quello originale.
La “pala d'altare” della Madonna delle Grazie fu
recuperata tra le macerie del Convento omonimo, ex ospedale “Cardarelli”, attuale sede degli uffici amministrative
della Asrem di Via Ugo Petrella, dopo il tremendo terremoto del 1805.
La pala, alta un paio di metri, stretta, terminante
arcuata, è di robusta quercia con orlatura dorata. Come detto,non c'è firma
d'autore e si fa risalire – secondo quanto sostenuto in una pubblicazione
di p. Eduardo Di Iorio – alle fine del
1300. Rappresenta la Madonna
assisa in maestà col Bambino sulle ginocchia. La parte centrale è occupata
dalla figura maestosa della Vergine seduta su di uno scranno lavorato e vestita
di rosso-scuro con manto verde-nero, che gli copre anche la testa in modo
monacale, ma con orlatura di velo. La mano destra poggia sul petto e la
sinistra regge delicatamente il robusto Bambino nudo che sull'indice della
manina sinistra sostiene un uccello e con la destra si aggrappa ad una delle
dita affusolate della madre. L'atteggiamento di Gesù è di timore, che trova
sicurezza con lo stringersi a Maria. E' un invito – afferma ancora p. Eduardo –
a ricorrere a Lei, Madre delle grazie. Due Angeli, nella parte superiore, uno
con le vesti azzurre-nere a destra e con le ali in rosso, e l'altro coperto di
veste rosso-densa e con ali azzurre-dense, sostengono la corona, incisa su
legno in campo d'oro, con dipinte pietre preziose di rubini e smeraldi, da
poggiarsi sul capo di Maria. Sono in ginocchio e in atto di venerazione. Nella
parte inferiore, vi sono dipinte, tra le fiamme, sei anime purganti in atto di
implorazione per essere liberate dai tormenti della divina Giustizia. Il quadro
è racchiuso in una grandiosa cornice lignea, di forma floreale e di oro
zecchino. Si ritiene che il dipinto fosse stato commissionato dal duca di
Termoli Andrea di Capua che fece costruire il convento di Santa Maria delle
Grazie a Campobasso.
Il devastante terremoto del 1805 che colpì duramente il
convento, provocando danni notevoli e irreparabili, indusse i responsabili a trasferire tutto a
San Giovanni Battista ove, oltre alla eccezionale “Pala d'altare” è stata
allestita una fornitissima biblioteca che ospita gran parte dei volumi
custoditi nel Convento distrutto dal
sisma.
Grazie a padre Roberto, ai frati minori di San Giovanni
Battista, dunque, è tornata nuovamente
“venerabile” la Madonna
delle Grazie contenuta in un favoloso dipinto, egregiamente restaurato.
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