Il messaggio del Presidente Niro
“Ricordare il 27 gennaio del 1945, giorno in
cui i soldati dell’Armata Rossa aprivano i cancelli di Auschwitz, significa
conservare e coltivare la memoria di uno degli eventi più drammatici della
nostra storia, per far sì che il ricordo costituisca un ammonimento perenne al
rispetto degli altri e alla pacifica
convivenza tra i popoli.
È l’affermazione di questi principi
l’impegno di cui devono farsi carico le Istituzioni pubbliche, le scuole, le
associazioni e mantenere viva l’attenzione e la riflessione sull’atrocità della
Shoah per giungere ad una condanna universalmente condivisa, perché ciò che è
stato, mai più dovrà essere.
La Shoah è una ferita profonda, ancora non
rimarginata, nella storia e nella cultura europea e rappresenta tutt’ora uno
dei più feroci crimini compiuti dall’umanità contro l’umanità.
Purtroppo
la brutalità della Shoah non appartiene
solo al passato, ma si ripete ancora oggi in varie parti del mondo
spesso, purtroppo, nell'indifferenza generale.
Abbiamo vissuto e viviamo ancora l’aberrante
ed amara esperienza dei genocidi, dalla Bosnia alla Serbia, dalla Palestina
all’Africa, ed in altre parti del mondo.
Una ferita aperta che deve far riflettere,
soprattutto in un momento come quello attuale, in cui viviamo una recrudescenza
di atti terroristici frutto di una cieca e farneticante affermazione di primato
di razza e di religione.
In questo momento appare ancor più doveroso
e sentito il ringraziamento che dobbiamo rivolgere a tutti coloro che sono
impegnati a garantire la pace nelle varie zone del mondo, oggi più che mai
agitate e sconvolte da mostruose strategie terroristiche e criminali.
È per queste ragioni che abbiamo il dovere
morale di insegnare alle giovani generazioni a combattere l'indifferenza e a
ripudiare ogni forma di integralismo e di estremismo, per costruire una Comunità
civile realmente fondata sul rispetto della dignità di ogni essere umano e sui
valori universali di uguaglianza e libertà”.
La nota del Presidente della Provincia Rosario De Matteis
Esprimere
un parere nella giornata del ricordo assume quest’anno un significato del tutto
particolare. Riuscire a trovare delle argomentazioni sulla ricorrenza del 27 gennaio,
vuol dire, nel 2015, pensare al presente, con la mente al passato e la testa
chinata sui libri. Sui libri perché per fortuna sono pochi coloro che
fisicamente sono in grado di descrivere ciò che sulla propria pelle hanno
subito, e di conseguenza molte descrizioni, molte tematiche arrivano dai libri
che raccolgono le memorie di questi eroi e martiri di una guerra atroce. Una
guerra non combattuta in trincea, ma dentro quello che veniva definito un campo
di lavoro ma che in realtà era un inferno. Non che esistano conflitti che non
siano un inferno, ma la shoah rappresenta il marcio nel marcio, un’apocalisse
talmente profonda che resterà nello storia della sofferenza umana, tra gli
esempi massimi di tormento, violenza scellerata e paura. Dicevo libri, memoria,
ma anche presente perché negli ultimi mesi si sono ripetute scene di violenza
inaudita in Francia, ai danni di una redazione colpevole di esercitare una
professione che ha dimestichezza con la satira. Non solo nella Francia, ma
episodi dai quali viene fuori una violenza inaudita, ci giungono da
guerriglieri ispirati da matrici religiose, o almeno così vogliono farci
credere. Pensieri ed ideologie che sfociano in rapimenti, sevizie e violenze,
decapitazioni, barbari massacri che hanno avuto come vittime non solo soldati,
ma anche professionisti e persino volontari, come le nostre ragazze rapite in
Siria. Ma se da un punto di vista spirituale mi risulta difficile capire come
la religione possa prevedere forme così scellerate di devastazione umana, dall’altro
non mi capacito di come poi si possano placare attentati ed attentatori a suon
di moneta corrente. Ecco dunque che bisogna ricordare gli avvenimenti legati
alla fine della seconda guerra mondiale con uno sguardo attento al presente.
Questi soprusi, queste vittime, questi soldati che uccidono senza pietà, questi
terroristi non sono troppo lontani dall’Italia fanno riecheggiare se non altro
il timore che esiste uno sterminio al quale lo Stato deve difenderci. A tal
riguardo la politica può agire solo incitando e favorendo il rispetto e la
riscoperta dei sani valori, favorendo il dialogo e l’esortazione all’ascolto
della parola del Signore e all’insegnamento didattico impartito dai nostri
docenti ed educatori. Credo si debba insistere anche sul riconoscimento di una
diversità che non vuol dire annientamento del pensiero altrui. Pertanto anche
nel Molise, non dimentichiamo mai che nella nostra regione esistevano dei campi
di concentramento, piccoli ma funzionali, ma cerchiamo di affrontare un
discorso didattico per le nuove generazioni, attente più ai cambiamenti legati
al progresso tecnologico che non all’ideologia. A nome e per conto della
Provincia di Campobasso credo che questo 27 gennaio debba unirci tutti alla
riflessione e ad una presa di posizione affinché certi episodi non abbiano più
a ripetersi, ovunque.
Il Sindaco di Campobasso Antonio Battista
Il Sindaco di Campobasso Antonio Battista
Si celebra oggi la “giornata della memoria” istituita nel 2000
con legge dello Stato al fine di
ricordare la SHOAH, lo sterminio del popolo ebraico (ma anche di milioni di
rom, portatori di handicap, omosessuali, minoranze etniche e oppositori
politici); una giornata che deve far riflettere tutti, ma soprattutto le giovani
generazioni, sul valore della vita, ma, in particolare sul valore di essere
liberi.
Anche il Comune di
Campobasso, nel 70° anniversario dall’apertura dei cancelli di Auschwitz,
momento che rivelò al mondo l’orrore del genocidio nazista, ha voluto porre
particolar attenzione a questa giornata proponendo presso la Sala della
Costituzione della Provincia sita in Via Milano, un’occasione di riflessione e
dialogo, con un articolato programma di eventi che si svolgerà come segue:
-
ore 16,00 libere letture “Intorno e dentro alla Shoah” con commento
musicale degli allievi del Conservatorio “Perosi di Campobasso;
-
dalle
ore 17,30: Convegno sul tema a cui parteciperanno il Prof. Enzo Di Nuoscio, il
prof. Lorenzo Canova e il prof.
Massimiliano Marzillo; seguirà una testimonianza del reduce di guerra Rag.
Giovanni Tucci;
-
ore
19,30: “Una Bambina ad Auschwitz” a cura di Marco Caldoro e Palma Spina.
Il programma è stato
organizzato grazie anche alla collaborazione delle Istituzioni locali e
regionali e numerose Associazioni di
volontariato.
L’Amministrazione
comunale, inoltre, per commemorare le vittime dell’Olocausto, ha deciso di
intitolare il Parco giochi sito in Viale XXIV Maggio e l’area ad esso
antistante rispettivamente “Parco della Memoria” e “Largo XXVII Gennaio”: un
modo per ricordare SEMPRE e a TUTTI l’importanza dei valori della tolleranza, del
rispetto e della libertà dell’essere umano e per tramandare la memoria della
storia e dei fatti accaduti affinchè non abbiano mai più a ripetersi.
Un mio pensiero
particolare va infine, a tutti i deportati ed internati nei lager nazisti e a
quanti sono stati destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra
nell’ultimo conflitto mondiale.
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