23 MARZO 2002. LA PIU’ IMPONENTE MANIFESTAZIONE ITALIANA DELLA STORIA TUTELO’ L’ART.18 E LA DIGNITA’ DEL LAVORO. ANCHE IL MOLISE RISPOSE ALL’APPELLO CON NUMERI IMPRESSIONANTI !
Michele Petraroia |
Serve il contrappasso di Dante Alighieri per inquadrare la concomitanza
tra il varo delle modifiche dell’art. 18 previsto nella stessa data del 23
marzo che esattamente dieci anni orsono vide confluire 3 milioni di persone a
Roma a tutela della dignità di chi lavora in quella che resta la più imponente manifestazione
della storia italiana. Sembra quasi una provocazione o una rivincita di classe
di quella borghesia nazionale abituata a competere sui mercati globali prima
con la svalutazione della lira e poi con i tagli salariali, la precarietà
selvaggia e la cancellazione progressiva dei diritti universali di cittadinanza
quali la previdenza, la sanità, la scuola, i trasporti e l’assistenza sociale.
Il lavoro non è riconosciuto nella sua dignità, è vilipeso,
mercificato, umiliato, sfruttato e gettato in una logica mercantile che lo considera
una variabile indipendente dell’accumulazione capitalistica, del profitto a
tutti i costi e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Lo scontro aperto non si limita all’art. 18 ma alla salvaguardia o meno
del MODELLO SOCIALE EUROPEO, e alla partecipazione consapevole dei lavoratori
alla crescita economica e alla redistribuzione delle ricchezza di un paese. Per
questo è un errore rincorrere le ricette del peggiore liberismo che spostano
produzione, lavoro e capitali, in giro per il mondo, incuranti della vita delle
persone, dei loro diritti, delle aspirazioni ad una vita migliore dei popoli e
dei bisogni essenziali alla cura, allo studio, al pane, alla pensione,
all’acqua e alla sicurezza.
C’è un’opposta visione di società che anima i progressisti, i
socialisti ed i democratici, ed è per questo che il confronto sull’art. 18 e
sulla riforma del mercato del lavoro italiano non può essere imposta con un
Decreto Legge su cui porre la fiducia e precludere ogni possibilità emendativa
in Parlamento.
Il Governo non sottovaluti lo scontro culturale che si è aperto e
ricordi che in quel 23 marzo 2002 si mobilitarono milioni di persone e anche da
un territorio freddo come il Molise partirono per ROMA, 50 Pullmann e un treno
speciale, frutto di mesi di assemblee aziendali e iniziative locali con un
risultato inimmaginabile in una regione che tre mesi prima si era consegnata al
PDL di Iorio e Berlusconi con percentuali bulgare.
Campobasso, 23 marzo 2012
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