Recupero e valorizzazione dell’ex-Casa di Riposo Don Carlo Pistilli
di Via Garibaldi a Campobasso.
Prospettive di riuso a fini sociali e sanitari.
Michele Petraroia |
Con la presente nota sollecito
l’attivazione di apposita iniziativa istituzionale attraverso un raccordo
sinergico tra Governo Nazionale, Regione Molise e Comune di Campobasso, per
recuperare e valorizzare una struttura posta nel centro cittadino, messa in
sicurezza e risistemata con ingenti finanziamenti pubblici e potenzialmente già
disponibile per ospitare una Casa di Riposo, una Residenza Sanitaria Assistita,
una sede multifunzionale per associazioni di comunità e di volontariato, per
accogliere migranti, diversamente abili o persone non autosufficienti.
E’ avvilente constatare che in un
territorio con un’elevata percentuale di anziani e dove sono rari gli spazi
pubblici di aggregazione, assistenza e socializzazione, che una simile
struttura sia stata completata, arredata, attrezzata e quindi chiusa. Non
intendo soffermarmi sulle responsabilità istituzionali, le omissioni e i ritardi
di una Pubblica Amministrazione matrigna che ingolfa gli ospedali di persone
bisognose solo di un’iniezione o un flebo, e lascia degradare un’ex-Casa di
Riposo che potrebbe accogliere 80 ospiti, col doppio beneficio di alleviare i
disagi al Presidio Ospedaliero Regionale “ Cardarelli” e potenziare quella medicina territoriale di
cui si parla da decenni ma è del tutto
carente ed evanescente in Molise.
In passato ci sono stati progetti
orientati alla realizzazione di una Residenza Sanitaria Assistita presso l’ex-
Casa di Riposo “Pistilli” e gli investimenti effettuati andavano in quelle
direzione con una previsione occupazionale vicina alle 100 unità tra assistenti
sociali, geriatri, paramedici e ausiliari.
Purtroppo tale obiettivo non si è
mai concretizzato con la nefasta conseguenza che l’immobile versa in stato di
abbandono e le istituzioni hanno archiviato la questione con scarso rispetto
per la mole di risorse pubbliche impiegate nella risistemazione della
struttura.
Per queste ragioni mi preme sottoporre
alle Autorità di Governo Nazionale e Regionale, e al Comune di Campobasso,
l’esigenza di riflettere sull’opportunità di recuperare quei locali e in caso
di impossibilità di destinarli a Residenza Sanitaria, utilizzarli come Casa di
Riposo, offrirla per ambulatori di cura per i non autosufficienti o per i
diversamente abili, metterla a disposizione dei bambini come luogo di
socializzazione o dei migranti giunti recentemente dalla Libia e dall’Africa.
Si apra un confronto positivo che
coinvolga il comitato primo marzo di tutela dei diritti dei rifugiati politici
e dei migranti in fuga da guerre, fame e carestie. Si discuta con le
confederazioni sindacali, con le associazioni umanitarie, la Fondazione del Terzo Settore, il
volontariato, con la Caritas, con l’Arci, coi sindacati dei pensionati, col
Tribunale dei diritti dei malati, con le associazioni degli utenti e dei
consumatori, col Piano di Zona ed il Distretto Socio-Sanitario, per costruire a
quattro mani una soluzione condivisa, innovativa e utile, che valorizzi un bene
di pubblica utilità e lo restituisce alla collettività.
Credo che gli stessi Ministeri per l’Integrazione e per la Coesione
Territoriale potrebbero aiutarci a rilanciare la struttura, individuandola come
sede meridionale di progetti pilota nazionali in materia umanitaria, di
assistenza e accoglienza. Tutto può
essere ipotizzato salvo il silenzio colpevole di chi ha il dovere di agire
e non intraprende alcuna iniziativa per
rendere giustizia alle fasce deboli della città di Campobasso e del Molise
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