PRIMO:
NON FALLIRE!
Vincenzo Cotugno V.Pres. ANCE Molise |
Il sistema economico molisano è al
collasso. Ad annunciarlo è IL SOLE 24ORE a seguito di uno studio analitico
condotto sulle economie delle singole regioni italiane. Il Molise è la regione
che più di tutte soffre i colpi inferti dalla crisi economica che investe il
paese.
Un dato sconcertante, che costringe
l’intera classe dirigente molisana ad interrogarsi con forza sulla necessità di
definire un piano concreto di rilancio.
Tuttavia, la situazione è tale che,
prima ancora di parlare di “ripresa”, bisogna evitare che le nostre imprese
falliscano. Perché la vera emergenza che oggi vivono gli imprenditori edili in
Molise è questa.
Le commesse sono diminuite, i costi
per materiali e servizi sono aumentati, la benzina è arrivata alle stelle e, dulcis in fundo, le amministrazioni (a
cominciare dalla Regione) continuano a dilatare i tempi di pagamento di mesi!
Se a questo aggiungiamo la stretta
creditizia operata dalle banche che hanno congelato le linee di credito, in
molti casi riducendo gli affidamenti in essere e bloccando l’accensione di
nuovi, allora ci rendiamo conto che la vera emergenza in Molise non è il
rilancio delle imprese bensì la loro stessa sopravvivenza.
Le misure adottate (!?) negli ultimi
due anni dalla Regione si sono rivelate poco efficaci e il tentativo di
utilizzare soldi pubblici per il salvataggio di aziende private (Ittierre,
Zuccherificio, Dr, etc.) ha prodotto risultati poco apprezzabili. I famosi 50
milioni del fondo di sviluppo sono rimasti nel cassetto e la banca regionale (FINMOLISE)
è una Ferrari che rimane parcheggiata in garage.
La misura è colma. Il comparto
edilizio rappresenta il nerbo dell’imprenditoria molisana e se non arrestiamo
immediatamente l’emorragia che sta dissanguando le nostre imprese rischiamo, di
qui a qualche mese, di ritrovarci tutti quanti in coda alla sezione
fallimentare dei tribunali di Campobasso e Isernia.
Occorre uno scatto di reni. Basta con
le solite promesse e impegni non mantenuti. Alle imprese occorrono due cose e
occorrono subito: liquidità e certezza nei pagamenti.
La liquidità – che le banche non
riescono più ad assicurare – potrebbe essere garantita dalla FINMOLISE. Perché
la Regione non investe i 50 milioni del fondo sviluppo depositandoli nella sua
banca e consentendo a FINMOLISE di aprire linee di credito in favore delle
imprese a tassi agevolati e smobilizzare così i crediti vantati dagli
imprenditori edili nei confronti della P.A.? Perché non convincere le banche
firmatarie delle intese ex DGR 812 e 813 ad allentare i cordoni della borsa?
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