“Banche e imprese sono due sistemi
fondamentali per lo sviluppo di un
territorio. Le banche, nello specifico, rappresentano i fornitori
principali per qualunque categoria di impresa: piccola, piccolissima, media,
grande.
Dalla loro
capacità di fare strategie di lungo respiro, dalle loro competenze a rendere
consulenza a un sistema non sempre pronto a intercettare le opportunità di un
mercato complesso come quello finanziario, nascono le fortune delle imprese, la
loro capacità di consolidarsi, di crescere, di fare strategie vincenti.
Riscontriamo,
oggi, soprattutto per le aziende più piccole, situazioni di razionamento del
credito anche per linee di credito già accordate. Rileviamo, poi, un
allungamento dei tempi di istruttoria per l’erogazione del credito, la
richiesta di maggiori garanzie, l’aumento sia dei tassi di interesse che delle
spese di gestione.
Inoltre, a
fronte di un significativo aumento delle informazioni qualitative richieste
dalle banche, in seguito all’entrata in vigore del trattato di Basilea, gli
istituti continuano a mostrare una sostanziale incapacità di valutare i piani
di sviluppo imprenditoriale e, conseguentemente, si rivelano poco disponibili a
supportarli.
Su questo, pesa come un
macigno la difficoltà della Regione Molise e degli altri enti pubblici di
pagare le proprie prestazioni. Si è determinata,
infatti, una spirale perversa, all’interno della quale si trovano invischiati
decine di imprenditori molisani, che vivono di commesse della pubblica
amministrazione, che chiedono di essere trattati con la dignità e il rispetto
che si deve riconoscere a tutti i cittadini. Sollecitiamo, da tempo, la regione Molise ad
accelerare i tempi di pagamento sui crediti che le nostre imprese vantano nei
confronti degli enti regionali. Si registrano, infatti, ritardi che vanno dai 6
mesi fino a 3 anni.
Ma le cose non
cambiano e, oltre al danno, subiamo la beffa. Le risposte della banche cui le nostre
aziende si rivolgono, anche se supportate da interventi a garanzia della
regione, non sono affatto soddisfacenti. Non è solo una questione di tassi, ma
di efficienza nei servizi e di capacità di interloquire con il sistema
imprenditoriale.
Su quest’ultimo
punto, scontiamo anche un problema di dimensione territoriale e di
impossibilità a fare massa critica.
Nei confronti di
un sistema così complesso e articolato come quello del credito, operare in una
piccola realtà come il Molise, lontana dai centri decisionali delle grandi
banche è estremamente penalizzante.
Le piccole,
quelle locali, per dimensione e difficoltà a radicarsi nei problemi delle
imprese, subiscono questo atteggiamento e si adeguano. Non svolgendo il ruolo
di necessario supporto proattivo al sistema economico territoriale.
Inoltre, il
nostro sistema di imprese è sottocapitalizzato e poco organizzato sul fronte
delle strutture societarie e delle necessità finanziarie. In quest’ambito, una
finanziaria regionale capace di svolgere appieno i propri compiti dovrebbe
svolgere una attività dirimente.
Sarebbe
auspicabile promuovere strutture di partecipazione ai capitali delle società e
attraverso queste dotare le imprese partecipate delle opportune competenze
consulenziali in grado di sviluppare le strategie aziendali. In tal modo le si
potrebbero aiutare a superare la fase di crisi e affrontare processi di
crescita e di sviluppo lasciando sul territorio imprese in grado di affrontare
una competizione che diventa sempre più agguerrita”.
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