Sulmona 25 febbraio 2012
Precarietà e crescita in Abruzzo e Molise.
CONFERENZA EPISCOPALE ABRUZZESE-MOLISANA
Uffici diocesani dell’Abruzzo e del Molise.
Pastorali Sociali e del Lavoro.Uffici diocesani dell’Abruzzo e del Molise.
Caritas Abruzzo-Molise.
La Diocesi di
Sulmona vuole dare un segno di presenza e di attenzione di fronte alla grave
crisi occupazionale che colpisce la città e la regione in genere. Accoglie il
Convegno presso il centro conferenze del ManhattanVillage Hotel.
Come ha
sottolineato l’arcivescovo di Campobasso-Bojano Giancarlo Maria Bregantini -
vescovo delegato CEAM per la Pastorale Sociale e Presidente della Commissione
episcopale della CEI che si occupa delle medesime tematiche – i l convegno
vuole porre l'accento sulla realtà della precarietà, non solo lavorativa, che
genera paura nel futuro e insicurezza nelle relazioni personali e sociali di
questo tempo; insieme, si vogliono proporre vie per accompagnare la crescita,
intesa non solo come rilancio economico, ma come rinnovata fiducia per il
domani. A di speranza” che ha accompagnato il cammino della Chiesa italiana
nell'ultima Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, svoltasi a Reggio Calabria
nell'ottobre 2010, alla luce degli orientamenti pastorali CEI del prossimo
decennio 2011-2020, incentrati sull'educazione alla “vita buona” offerta dal
Vangelo.
Si vuole quindi
trovare indicazioni che diano speranza nella realtà drammatica della precarietà
lavorativa e dei suoi risvolti nella vita personale, famigliare, sociale ed
ecclesiale.
Tra i relatori,
il dott. Walter Nanni, di Caritas Italiana, aiuterà l'assemblea a leggere la
situazione sociale ed economica delle nostre Regioni, in questo tempo così
critico, Marco Tarquinio,direttore del quotidiano di ispirazione cristiana
“Avvenire”, offrirà elementi per un discernimento culturale, sulla scorta
dell'insegnamento sociale della Chiesa; lo stesso monsignor Bregantini chiuderà
i lavori, nel pomeriggio, con una proposta pastorale aperta alla collaborazione
dell'intera società civile, per costruire i percorsi di crescita necessari alla
nostra Regione.
All'incontro saranno
presenti i rappresentanti delle undici diocesi dell'Abruzzo e del Molise,
impegnati nel mondo del lavoro, del volontariato, nelle Caritas e nei vari
luoghi di presenza della Chiesa nella società civile; parteciperanno anche
rappresentanti del mondo politico, imprenditoriale e sindacale.
La relazione di Nanni della Caritas è stata sviluppata sull’identità
sociale. Egli ha dichiarato che: “Negli anni passati essere un impiegato, per
esempio delle Poste, aveva un determinato stato sociale mentre adesso si lavora
come operatore del call-center per 06 mesi non ha importanza nella società.
Ecco la precarietà esistenziale la quale si divide in 03 punti: continuità
occupazionale, il livello retributivo e l’accesso agli schemi del mantenimento
del reddito”. L’intervento è poi proseguito nel presentare in successione dati
sulla situazione “Lavorativa” in Italia e nelle Regioni Abruzzo-Molise. Dati,
purtroppo, allarmanti: innanzitutto è sul punto che segue dove bisogna molto
riflettere: corrispondono al 76% la percentuale degli italiani inattivi, dai 19
ai 39 anni, i quali né studiano e né lavorano. Meno 8,5% nel 2010, le richieste
di lavoro pervenute alla Caritas italiana. Sfiducia? Nel 2011, +28% le persone
che hanno chiesto aiuto alla Caritas sia in Abruzzo che nel Molise. Nel 2010 il
22,5% le persone occupate, si occupate, che si sono rivolte alla Caritas. I
beni primari me li dà la Caritas, così io posso comprare le sigarette? Chissa… Dati
e tanto lavoro dalla Caritas italiana. Orientamento al lavoro in 70 diocesi
italiane. Microcredito per le imprese in 120 diocesi nel nostro Paese. Nanni ha
concludo il suo intervento affermando che “La Chiesa deve lanciare riflessioni
sul tema su come affrontare il lavoro”. Se non ora, quando? mi viene da pensare.
Il quotidiano non è stato chiuso dopo la richiesta di Adriano Celentano, anche
se il moralizzatore-molleggiato è stato opinionista per il quotidiano Avvenire
fino al 1995…. L’Italia si è ritrovata con un disoccupato in meno:
Una casa a cinque piani.
L’evento ha voluto
dimostrare, come dichiarato da mons. GianCarlo Maria Bregantini, vescovo
delegato per la Pastorale Sociale e presidente della commissione episcopale
della Cei per le stesse tematiche, “solidarietà e vicinanza a tutte le realtà
del mondo del lavoro” e si è posto l’obiettivo di “creare unità intorno a
questo tema” con l’intento di far ritrovare “la voglia di non mollare, perché
oggi il problema è soprattutto la sfiducia nell’investire”.
In conclusione mons.
Bregantini, ha voluto avviare una discussione con i tanti intervenuti che hanno
evidenziato la necessità di passare alla fase propositiva e non ancorarsi
all’idea legata a piani “teologici” o “alti”. “Non possiamo sapere quanto
durerà la crisi - ha affermato mons. Bregantini - ma possiamo impegnarci a
combattere la precarietà attraverso l’estinzione della paura che la stessa
genera. Oggi siamo chiamati a essere vicini ai giovai e al precariato in un
modo diverso e che ci sfida. La precarietà va affrontata su cinque piani
distinti: la spiritualità (l’impegno ad avere un cuore capace di stare vicino
ai giovani e vedere cooperanti gli uffici di Pastorale sociale e del lavoro,
familiare, giovanile e Caritas); l’etica (quale l’indirizzo da seguire); la
cultura (condivisione, amore per il lavoro…); la politica (alleata e
collaborativa) e l’economia (attuazione di iniziative di credito)”. Il
Presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e del lavoro ha
concluso il suo intervento affermando che “siamo chiamati a dare una
testimonianza reale d’impegno e per questo ho proposto un’iniziativa importante
che potrebbe fare delle Diocesi dei “garanti” per i giovani che intendono
avviare attività. Chi lavora va difeso. Il nostro impegno deve essere questo e
pensando all’art. 18, credo che vada esteso e non soffocato. Come chiese siamo
chiamati a dare testimonianza e uno dei primi segnali potrà essere, senza
dubbio, una dimostrazione di vita più povera”.
La Chiesa tra precarietà e crescita
Di Gianluca D'Alessio
Se non ne parla la Chiesa, chi ne ha maggiormente il
dovere di stimolare le Istituzioni e ascoltare giovani e meno giovani che
quotidianamente affrontano il problema di trovare il primo impiego, mantenerlo
oppure ritrovarlo? Oppure la Chiesa italiana, la quale è obbligata a dare suggerimenti
ai nostri Governanti, operanti a qualsiasi livello e di qualunque forza politica, per la crescita. Di tutto ciò si è
discusso sabato u.s. a Sulmona, in un convegno organizzato dalle pastorali
Sociali e del lavoro e dalle Caritas della regione ecclesiastica Abruzzo
Molise.
Presenti all’appuntamento Mons. Spina della diocesi ospitante di
Sulmona-Valva, Mons. Bregantini, Mons. Valentinetti arcivescovo di Pescara-Penne, Walter Nanni della Caritas
e il direttore responsabile del quotidiano cattolico Avvenire. Il nostro, di
origini, Vescovo Spina aprendo i lavori ha sottolineato che “Il rischio di
solitudine è legato alla precarietà. Quest’ultima genera paura e nell’agenda
del lavoro è assente lo spirito di solidarietà:”
Walter Nanni |
Dott. Marco Tarquinio |
Marco
Tarquinio, direttore responsabile del suindicato quotidiano, il quale ha
dichiarato che “L’attuale crisi è simile ad una grande guerra. C’è un
capitalismo selvaggio che non rispetta le regole. E’urgente la necessità,
afferma Tarquinio, sia di costruire che di modulare il lavoro nel senso della
vita della gente e non del profitto. La Chiesa è la buona coscienza del mondo,
ha concluso il suo intervento il direttore responsabile di Avvenire. Essa è
contraddittoria, ma crede nell’uomo e in Dio. Siamo scomodi, quindi, non possiamo
permetterci di essere timidi”. Tanta la platea intervenuta al convegno, tra cui
il direttore della pastorale Sociale e del Lavoro Lalli Nicola il quale ha
dichiarato che: “Bisogna svegliarsi e darsi una mossa sia come Chiesa che come
cristiani. Prima il dovere e poi i diritti per tutti, lavoratori e non. C’è
un’ottima forma di lavoro quale l’apprendistato a cui non crede più nessuno. Sì
all’Università, dichiara Lalli, ma anche all’Università delle mani. C’è bisogno
di avvocati, medici, giornalisti ma anche di muratori, carpentieri,
elettricisti. Qualunque tipo di lavoro nobilita la persona e come pastorale
dobbiamo prendere esempio dalla pastorale del Lavoro dell’arcidiocesi di
Torino.”
S.E. Mons. Giancarlo Bregantini |
Infine la parola è stata data a Mons. Bregantini, pastore dell’arcidiocesi
di Campobasso-Bojano e presidente nazionale della Commissione C.e.i. per i
problemi sociali e del lavoro. L’alto prelato ha affermato che “La paura della
precarietà si vince con gli incontri come quello di oggi. Essa ci purifica, ci
rende maggiormente evangelici. Il lavoro nei giovani deve avere il gusto di
quello che ognuno è e di quello che fa. Il compito della Chiesa, ha chiuso
Bregantini, è fondamentalmente quello di dare ai giovani il gusto della
speranza, investendo in loro e per loro”.
Nicola Lalli |
Il convegno, all’inizio previsto
nei capannoni produttivi sedi di officine di importanti industrie di Sulmona,
per motivi logistici è stato spostato nell’Albergo Manhattan Village Hotel. La
preghiera iniziale sarà presieduta da Mons. Spina, mentre le due relazioni più
importanti e cioè la prima quella relativa all’ambito socio economico dal Dott.
Nanni della Caritas italiana, la seconda nell’ambito socio economico dal Dott.
Tarquinio Marco, direttore responsabile del quotidiano Avvenire. Nel pomeriggio
ci saranno i gruppi di lavoro per un confronto diretto sul tema e
successivamente le conclusioni di Mons. Bregantini. La preghiera finale è
animata da Mons. Valentinetti Tommaso, arcivescovo dell’Arcidiocesi di
Pescara-Penne.
SERVIZIO FOTOGRAFICO Luigi CALABRESE
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