E’ passato un anno.
Un anno senza don Alessandro Porfirio, parroco per 50 anni della Chiesa di S.
Maria della Pietà a Roccaspromonte, in Molise,
morto improvvisamente il 14 febbraio 2014 all’età di 76 anni. “Come vuole il Signore” le sue ultime
parole di una vita intera al
servizio della Chiesa e dei bisognosi che lo ha visto dedicare tutto se
stesso alla crescita spirituale e sociale della sua comunità. Una comunità che
in questo anno non ha mai smesso di ricordarne l’opera infaticabile e la figura
di sacerdote mite, umile ma dalla spiritualità profonda in grado di conquistare
chiunque gli stesse davanti. Un sacerdote tutto d’un pezzo, d’altri tempi, le
cui azioni erano impregnate, tutte, dal suo entusiastico e generoso sì detto a
Cristo. In ogni occasione, pubblica o privata che fosse, metteva sempre al
centro la sua missione pastorale di insegnamento della parola del Signore. Era
così “don Alessandro”: sapeva conquistarti sin da subito con umiltà, garbo e
discrezione dall’alto della sua inesauribile forza morale. Don Alessandro stava
realizzando a Roccaspromonte, sulla collina dove egli ha creato Il Santuario
all’aperto dedicato alla Madonna del Peschio, un’opera molto importante: la
costruzione di una Chiesa ed una struttura religiosa dedicata a Fra Immacolato
Brienza, di cui oggi è in atto il processo di beatificazione e della cui santità
don Alessandro è stato il più fervido sostenitore e divulgatore. Dopo la morte
di Don Alessandro è sorta un’Associazione, a lui dedicata, con lo scopo di
raccogliere la sua eredità spirituale e con l’intento di operare nel solco da lui tracciato e portare
a termine la sua opera religiosa. Ma cosa rimane della figura di don
Alessandro, ad un anno esatto dalla sua scomparsa? Lo ricorda così Monsignor Domenico Angelo Scotti Vescovo di
Trivento alla vigilia della messa in suffragio di don Alessandro che verrà
celebrata a Roccaspromonte il 14 febbraio, nel primo
anniversario della sua scomparsa: “ “Don
Alessandro è stato l’uomo della
preghiera: diciamo grazie a lui per tutte le ore trascorse in chiesa, anche nei
lunghi e freddi inverni, supplicando il Signore e la Vergine per le famiglie e
gli anziani, per i malati e i poveri, per i giovani e gli emigrati. Invito
tutti a conservare gelosamente i cari ricordi dei suoi gesti, delle sue parole,
dei suoi sorrisi, mentre auspico che l’opera della costruzione del Santuario
possa realizzarsi in tempi brevissimi, proprio come lui sperava”.
Nessun commento:
Posta un commento