SPENDING REVIEW, DE CAMILLIS: SI TAGLIANO RISORSE SENZA CAMBIAMENTI
STRUTTURALI.
Per la Parlamentare che
si è astenuta durante la votazione del Decreto Legge alla Camera dei Deputati,
il provvedimento appare come una manovra finanziaria e ritiene necessarie altre
misure sul piano della semplificazione e ricerca.
“Il provvedimento sulla Revisione della Spesa (Spendig Review) è arrivato
all'esame della Camera senza la prospettiva di poter essere valutato ed
eventualmente migliorato, tenendo conto del contributo che ciascun deputato
può offrire, in base alle esperienze del territorio di provenienza”.
Lo ha dichiarato la parlamentare molisana Sabrina De Camillis commentando
il Decreto legge sulla “Spending Review”
messo a punto dal Governo Monti ed approvato ieri alla Camera dei Deputati.
La De Camillis si è astenuta insieme ad altri colleghi del Pdl dal votare il
Decreto Legge.
“Nel merito, penso che il
provvedimento contiene alcune misure positive di riduzione della spesa pubblica
ma, in realtà, appare piuttosto una “manovra
finanziaria” visto che la riduzione dei costi non avviene nel quadro di una
riorganizzazione strutturale delle funzioni e degli apparati in grado di
produrre una riduzione della spesa e l'abbattimento del debito pubblico, ma si
collega alla necessità di non aumentare l'Iva _ ha proseguito la De Camillis _.
Da questo nascono le difficoltà nel motivare il sostegno al Decreto. Peraltro, maggiori erano le aspettative che
si potevano riporre in un Governo tecnico che avrebbe dovuto soddisfare la
necessità di riforme del Paese”. La Deputata sottolinea come con la “Spending
Review” si taglino risorse senza predisporre modifiche significative del sistema socio-sanitario con la
conseguenza di una riduzione dei servizi per i cittadini più deboli che non
possono rivolgersi al settore privato.
Per quanto riguarda l'intervento del Governo sulle Province, la De
Camillis sostiene come tale
provvedimento sia deputato a creare problemi nella sua applicazione in gran
parte d’Italia ed in particolare in alcune regioni quali il Molise, la Basilicata
e l’Umbria dove rimarrebbe in piedi un’unica Provincia i cui confini coinciderebbero
con quelli della regione stessa.
“Andavano, invece, considerate le
specificità territoriali _ ha concluso
la parlamentare _ ma non attraverso accorpamenti di tale genere e soprattutto
non con un decreto legge che da l’impressione di un colpo di mano. Sarebbe, invece, opportuna una fase
costituente, nella quale la politica assuma su di sé la responsabilità di
riorganizzare i diversi livelli istituzionali, anche alla luce
dell'attuazione del federalismo, per semplificarne l’organizzazione e per
renderli sempre più funzionali agli interessi dei cittadini abbattendone
burocrazia e costi”.
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