mercoledì 24 febbraio 2016

“MEETING NAZIONALE DEGLI STUDENTI SULLA SCUOLA DIGITALE"

Campobasso, 24 febbraio 2016

Tablet School: 24 febbraio all’Istituto ‘Pilla’ di Campobasso, evento nazionale. 

Organizzato dal Centro Studi Impara Digitale, un’associazione nata per promuovere lo sviluppo di una modalità didattica innovativa, che permetta alla scuola italiana ed europea di beneficiare significativamente del potenziale offerto dall’introduzione della tecnologia digitale.
I Tablet School sono manifestazioni che hanno come obiettivo quello di promuovere e diffondere l’idea del cambiamento della scuola grazie a metodologie didattiche innovative e all’uso del digitale, attraverso la condivisione di esperienze tra docenti, studenti e genitori. Durante l’evento si sono svolti laboratori in cui sono state simulate lezioni svolte da docenti e studenti con l’uso delle tecnologie.
Come da  programma l'evento è iniziato con un dibattito, a seguire la presentazione di ospiti, l’anteprima sulle nuove tendenze nel modo della tecnologia e del lavoro. L'incontro è proswguito con una  una serie di laboratori. I docenti hanno  utilizzato metodi didattici attraverso l’uso del digitale condividendo la propria esperienza con altri docenti e studenti. 
In ogni aula  presente un laboratorio della durata media di 45 minuti, ripetuto su più turni. Il Laboratorio consiste in una simulazione pratica del metodo.
Nel corso della giornata anche la presentazione del Curriculum Mapping, ovvero la piattaforma gratuita per le scuole, che rappresenta un supporto nella programmazione della didattica per competenze (sviluppato da ImparaDigitale con il contributo di Fondazione Telecom Italia).
Il tutto chiuso da un confronto  e un dibattito finale.
All’evento si sono iscritti circa 1100 partecipanti, provenienti anche da fuori regione e per lo svolgimento dell’incontro è stata prevista la sospensione delle attività didattiche.

Al termine della manifestazione gli iscritti riceveranno via e-mail un attestato di partecipazione valido ai fini dell’aggiornamento. 











































mercoledì 10 febbraio 2016

“6° TROFEO EMMEDUE”

Campobasso, 10 febbraio 2016

Grandi numeri al  meeting nazionale di nuoto presentato questo pomeriggio presso il Centro Sportivo m2 di Campodipietra.

Sono infatti 760 gli atleti in rappresentanza di ben 31 società per 2960 presenze gare, impegnati sabato 13 e domenica 14 febbraio prossimi nella piscina di Campodipietra. 
Il meeting nazionale di nuoto è riservato alle categorie esordienti B esordienti A, ragazzi, juniores ed assoluti (cadetti e seniores) femmine e maschi.
Sarà presente alla manifestazione natatoria l’azzurra Elena Di Liddo che gareggerà nei 50,  200 stile libero e nei 100 farfalla.
“Questa edizione – ha sottolineato nel corso del suo intervento il presidente dell’m2 Amelia Mascioli- è andata al di là di ogni più rosea aspettativa per numero di società e di atleti presenti e ancora una volta premia tutti i nostri sforzi organizzativi”
“Oltre la Di Lillo – ha spiegato il responsabile tecnico del settore acqua dell’m2 Paolo Di Lullo – avremo in acqua atleti di grande spessore tecnico”.
Presente alla conferenza stampa il delegato provinciale del Coni Antonio Rosari che ha avuto parole di grande apprezzamento per la manifestazione che dà lusrto alla regione tutta. 
Quattro le sessioni gare in programma divise rispettivamente nelle giornate di sabato e domenica.


martedì 2 febbraio 2016

QUESTURA DI CAMPOBASSO: TRUFFE AGLI ANZIANI

Campobasso, 2 febbraio 2016

Nell’ambito dei servizi effettuati dalla Polizia di Stato di Campobasso per reprimere il fenomeno delle truffe in danno di anziani, la Questura di Campobasso ha avuto modo, nei mesi trascorsi, di identificare uno dei responsabili, tale ACCETTA Luca di anni 42, proveniente da Napoli. 
Il soggetto in questione, oltre ad essere stato deferito all’Autorità Giudiziaria, è stato raggiunto dal provvedimento del divieto di ritorno nel comune di Campobasso per la durata di tre anni emesso dal Questore.
Nei fatti, ACCETTA Luca, violando il divieto di ritorno, ha continuato a venire a Campobasso per commettere reati in danno di anziani.
Il modus operandi è quello consueto: la scelta delle vittime ricade normalmente su anziani di oltre 75 anni; il primo contatto può avvenire telefonicamente tramite l’utenza fissa reperibile negli elenchi pubblici o in un contatto diretto per strada. 
Quasi sempre la fiducia delle vittime viene carpita facendo insorgere gravi paure sulla sorte dei figli, paventando bisogni urgenti, situazioni difficili o di pericolo (ad esempio incidenti stradali e mancanza di copertura assicurativa, pacchi urgenti da ritirare, ricoveri ospedalieri, problemi con le forze dell’ordine), spacciandosi per assicuratori, avvocati, agenti di polizia, carabinieri, assistenti sociali, impiegati del comune, operatori sanitari, tecnici dell’Enel del gas e simulando anche contatti telefonici con i figli stessi.
Un raggiro particolarmente efficace, impiegato negli ultimi casi, è quello di intrattenere la vittima al telefono rappresentando la situazione di grave bisogno in cui si trovano figli o nipoti; a questo punto il truffatore invita la vittima a sincerarsi della situazione chiamando direttamente polizia o carabinieri. Il truffatore rimane con la cornetta alzata e quando la vittima, dopo avere composto il numero delle forze dell’ordine, riprende a parlare i truffatori si spacciano per poliziotti/carabinieri e confermano l’accaduto.    
La gravità del danno non è solo economica, ma soprattutto psicologica in quanto l’evento è in grado di minare nell’anziana vittima il desiderio di vivere in autonomia.
Il reato è tanto più abbietto quanto più sfrutta i sentimenti di un genitore anziano.

              

FONDAZIONE GIOVANNI PAOLO II DI CAMPOBASSO: NUOVA TERAPIA PER LO SCOMPENSO CARDIACO, PRIMI CASI IN ITALIA.

Campobasso, 2 febbraio 2016

La metodica è ancora in fase sperimentale, ad oggi in Italia sono stati impiantati in tutto quattro pazienti con questa tecnologia di cui due presso il Dipartimento di Malattie Cardiovascolari della Fondazione, diretto dal dottor Carlo Maria De Filippo.

Lo scompenso cardiaco è una delle cause maggiori di mortalità ed è responsabile del 10% di tutti i ricoveri ospedalieri. La prognosi è infausta, infatti il 50% dei pazienti con questa diagnosi muore entro 5 anni.
L’incidenza è in costante aumento sia per l’invecchiamento della popolazione sia per il miglioramento delle cure mediche che prolungano il decorso clinico. Ad esempio nella cardiomiopatia ischemica, nonostante le tecniche di rivascolarizzazione (by pass aorto – coronarico, angioplastica percutanea) nel 25-30% la malattia prosegue verso lo scompenso cardiaco. 
In pochi Centri al mondo, tra cui la Fondazione “Giovanni Paolo II” di Campobasso, è disponibile una nuova tecnica che potrebbe migliorare non poco le condizioni dei pazienti con un’insufficienza cardiaca grave, riducendo numero e durata dei ricoveri ospedalieri con un effetto positivo sulla qualità di vita dei malati. Si chiama barostim o “attivazione del baroriflesso” ed è già stata usata in pazienti con ipertensione resistente ai farmaci. 
Questa tecnica, finora utilizzata su poche decine di casi in tutto il mondo, consiste nell’applicare uno stimolatore elettrico molto simile a un pacemaker cardiaco in prossimità del barocettore carotideo, un “interruttore” che regola l’attività del sistema simpatico e parasimpatico (o vagale). Il sistema simpatico è il nostro “acceleratore”: aumenta la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, la forza di contrazione del cuore ed è più attivo durante le ore del giorno. L’attivazione del sistema vagale, più tipica delle ore notturne, fa invece da freno e ha effetti diametralmente opposti. Negli ipertesi resistenti ai farmaci e nei pazienti con scompenso cardiaco c’è uno squilibrio fra sistema simpatico e attivazione vagale a favore del primo, che di fatto è “sovraeccitato”. È come spingere l’acceleratore con un motore imballato: c’è un’insufficienza cardiaca ma l’organismo chiede al cuore di lavorare di più. 
Ad oggi lo scompenso cardiaco si cura con farmaci che però hanno un’efficacia limitata, sia per l’entità sia per la durata della risposta del paziente. Da qui l’idea di posizionare uno stimolatore sul barocettore carotideo: quando quest’ultimo viene attivato, infatti, riduce l’attività simpatica aumentando quella vagale, riportando cioè equilibrio fra le due componenti che vanno in senso opposto. L’effetto che osservato nei primi pazienti è molto positivo, si mantiene stabile nel tempo, con una riduzione consistente della necessità di ricoveri e un netto miglioramento della qualità di vita. I candidati “giusti” sono malati con un’insufficienza cardiaca grave ma non estrema.
Il rischio di effetti indesiderati è basso, se la tecnica è eseguita correttamente. Peraltro l’attivazione del baroriflesso è già usata su casi di ipertensione resistente ai farmaci, per cui si tratta di utilizzare conoscenze già note su un’altra categoria di pazienti.  Al momento per l’intervento servono circa 48 ore di ricovero, ma in futuro l’iter potrebbe diventare perfino più breve. 
La metodica è ancora in fase sperimentale, ad oggi in Italia sono stati impiantati in tutto quattro pazienti con questa tecnologia di cui due presso il Dipartimento di Malattie Cardiovascolari della Fondazione “Giovanni Paolo II” di Campobasso, diretto dal dottor Carlo Maria De Filippo.
L’innovazione tecnologica al servizio del paziente è uno degli obbiettivi fondanti della Fondazione Giovanni Paolo II e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il paziente che ha il cuore gravemente malato trova presso il Dipartimento di Malattie Cardiovascolari un approccio integrato che mette ha disposizione del paziente tecnologie e terapie quali la stimolazione carotidea e le cellule staminali autologhe, che sono presenti in pochi centri al mondo. Nell’ambito della terapia dello scompenso il Dipartimento di Malattie Cardiovascolari collabora con il “Polo Apparato Cardiovascolare e Torace” del Policlinico “Gemelli, diretto  dal Prof. Filippo Crea e con Il Dipartimento di Malattie Cardiovascolari dell’Università degli Studi di Padova diretto dal Prof. Gino Gerosa per le assistenze ventricolari e per il trapianto cardiaco.