Davide Siravo. Lo ricorda così.
In questa mattina del primo di agosto, quando
il sole incominciava ad alzarsi alto nel cielo , tu hai deciso di spiccare il
tuo volo senza ritorno.
Se volevi stupirci o se volevi colpirci, ci
sei riuscito in pieno. Se volevi punirci … pure.
Io ho provato un grande senso di pietà per te
che, pure, eri un omone, ma avevi
bisogno di comprensione e di accoglienza.
E dire che io mi ero addirittura illuso che
tu, come più volte mi avevi detto, qui, in Molise eri a casa tua, perché ,
contrariamente da quanto era avvenuto in altre realtà territoriali, ti eri
sentito accolto sia dai tuoi collaboratori che dalle altre persone con le quali
avevi modo di confrontarti.
Si, si era capito che avessi bisogno di
comunicare , benché questa tua umanissima esigenza la esprimevi in maniera non certo
convenzionale, con quei saluti ad altissima voce e con quel gesto del braccio piegato ad ombrello.
Anche per questo, tutti avevamo pensato che tu fossi un tipo
originale, per esempio nel parlarci piano all’orecchio di cose che spesso non
capivamo, nel piantarci in asso nel bel mezzo di un qualsiasi ragionamento,
come chiamato da improvvisi e più urgenti necessità che nessuno di noi arguiva
comprendere.
Eppure, verso la fine dello scorso anno, eri
particolarmente euforico perché erano rimasti pochi giorni ….. all’alba, come
solevi dire per comunicarci che, alla
fine dell’anno, saresti tornato a vivere vicino alla tua terra friulana.
Poi non è successo. Ed io non oso pensare
che, da allora, la tua solitudine è diventata pian piano più insopportabile….
fino ad arrivare ad oggi.
Qualche giorno fa, quando ti ho incontrato
per l’ultima volta, ho notato il tuo viso senza sorriso e, per una volta, non
mi hai parlato degli scritti sul socialismo che tanto ti appassionavano.
Ho colto questo cambiamento, ma, come al
solito, ho pensato che fosse una delle tue
tante stranezze.
Evidentemente così non era.
Ciao amico mio, come mi chiamavi tu , volato
giù, una mattina di agosto, spinto dalla forza dell’indifferenza umana.
Davide Siravo
Nessun commento:
Posta un commento