giovedì 2 agosto 2012

CAMPOBASSO. IL VOLO di FRANCO.

Campobasso 2 agosto 2012


Davide Siravo. Lo ricorda così.



In questa mattina del primo di agosto, quando il sole incominciava ad alzarsi alto nel cielo , tu hai deciso di spiccare il tuo volo senza ritorno.
Se volevi stupirci o se volevi colpirci, ci sei riuscito in pieno. Se volevi punirci … pure.
Io ho provato un grande senso di pietà per te che, pure, eri un omone,  ma avevi bisogno di comprensione e di accoglienza.
E dire che io mi ero addirittura illuso che tu, come più volte mi avevi detto, qui, in Molise eri a casa tua, perché , contrariamente da quanto era avvenuto in altre realtà territoriali, ti eri sentito accolto sia dai tuoi collaboratori che dalle altre persone con le quali avevi modo di confrontarti.
Si, si era capito che avessi bisogno di comunicare , benché questa tua umanissima esigenza la esprimevi in maniera non certo convenzionale, con quei saluti ad altissima voce e con quel  gesto del braccio piegato ad ombrello.
Anche per questo,  tutti avevamo pensato che tu fossi un tipo originale, per esempio nel parlarci piano all’orecchio di cose che spesso non capivamo, nel piantarci in asso nel bel mezzo di un qualsiasi ragionamento, come chiamato da improvvisi e più urgenti necessità che nessuno di noi arguiva comprendere.
Eppure, verso la fine dello scorso anno, eri particolarmente euforico perché erano rimasti pochi giorni ….. all’alba, come solevi dire  per comunicarci che, alla fine dell’anno, saresti tornato a vivere vicino alla tua terra friulana.
Poi non è successo. Ed io non oso pensare che, da allora, la tua solitudine è diventata pian piano più insopportabile…. fino ad arrivare ad oggi.
Qualche giorno fa, quando ti ho incontrato per l’ultima volta, ho notato il tuo viso senza sorriso e, per una volta, non mi hai parlato degli scritti sul socialismo che tanto ti appassionavano.
Ho colto questo cambiamento, ma, come al solito, ho pensato che fosse una delle tue  tante stranezze.
Evidentemente così non era.
Ciao amico mio, come mi chiamavi tu , volato giù, una mattina di agosto, spinto dalla forza dell’indifferenza umana.
Davide Siravo








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