Assemblea generale di
Confindustria all’Expo di Milano
Mettere l’industria al centro, come motore della
crescita, creando un contesto competitivo favorevole allo sviluppo: su questa battaglia si è cimentato il Presidente
nazionale Giorgio Squinzi nei tre anni di mandato. E su questo tema si è svolta
ieri la sua relazione annuale, alla presenza di una grande platea di
imprenditori provenienti da tutta l’Italia.
L’impegno di Squinzi, che
ovviamente è stato l’impegno delle Confindustrie regionali, è stato
riconosciuto e apprezzato anche dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. In
una lettera inviata ieri agli industriali, Renzi ha evidenziato quanto il recupero della centralità del
manifatturiero in Italia sia un paradigma che il Governo condivide pienamente
e sul quale sta concentrando riforme e misure che puntano a rafforzare la
competitività del sistema industriale italiano.
Ci sono oggi chiari segnali
di ripresa: il nuovo rapporto sui settori industriali realizzato da Intesa San
Paolo e Prometeia evidenzia che, dopo anni di frenata, nel 2015 ripartono i ricavi del manifatturiero, con prospettive di
crescita che si estendono fino al 2019. Un quadriennio che, per la
manifattura italiana, si tradurrà in una progressiva e sostanziosa crescita,
con uno scatto ancora superiore - si legge nel rapporto - per i settori di
auto, elettronica, chimica, alimentari e farmaceutica.
“Un rinascimento industriale - come l’ha definito più volte Squinzi
- come motore di sviluppo e occupazione.
In Italia, invece, un qualsiasi progetto nuovo legato all’industria, ma non
solo, porta con sé un comitato contrario e un sicuro ricorso al Tar. Occorre, allora,
ricreare nel Paese una cultura e l’orgoglio industriale”.
“E’ questo anche un mio
impegno e una mia battaglia”, afferma il Presidente
Mauro Natale in una nota inviata stamane alla stampa. “La nostra regione, purtroppo, manifesta chiari segnali di contrarietà
all’industria, come ho avuto modo di evidenziare anche di recente in
relazione alla vicenda della Momentive. Qui in Molise non si vuole comprendere
quanto l’industria sia centrale per la ripresa dell’occupazione, che
attualmente è il problema più grave che abbiamo.
Torno
sull’argomento perché lo ritengo doveroso da parte mia e particolarmente grave
per la nostra regione. Il ricorso
del Codacons al Tar contro l’ampliamento di una delle più importanti aziende
chimiche che abbiamo a Termoli, così come le manifestazioni semi deserte
organizzate dalla Fondazione Milani e dal Movimento 5 Stelle per dire no
all’ampliamento della Momentive, la concessione prima del permesso edilizio da
parte del comune adriatico e poi il
diniego dello stesso, rappresentano - lo ribadisco - un segnale di
irresponsabilità e di incapacità di comprendere che, se non agganciamo ora la ripresa favorendo l’industria, non ci sarà
futuro per questa regione, a meno che non si voglia puntare tutto sull’ambiente
incontaminato, le sagre di paese e i riti popolari che - con tutto il rispetto
- ad oggi hanno creato soltanto emigrazione dei nostri giovani fuori regione”.
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