DOMENICA L’EVENTO DEL CENTENARIO DELLA PRIMA GUERRA
MONDIALE
Presieduta dal Presidente del Consiglio Regionale
del Molise, Vincenzo Niro, si è conclusa nella tarda giornata di ieri, presso
Palazzo Moffa, la riunione finale del
comitato organizzatore della celebrazione del Centenario della Prima Guerra
Mondiale, promossa dalla Presidenza del Consiglio, che si terrà domenica
prossima, 24 maggio 2015, a Campobasso,
alle ore 9,00 al Monumento ai Caduti e dalle ore 10,00, presso il Teatro
Savoia.
Alla manifestazione, che sarà trasmessa in diretta
televisiva dalle emittenti TELEMOLISE e TELEREGIONE, interverrà il Sottosegretario di Stato al
Ministero della Difesa, Gioacchino Alfano.
Il programma definitivo
dell’ evento, che sarà realizzato
unitamente alle Associazione combattentistiche e d’arma e in collaborazione con
l’ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale dell’Abruzzo, dell’Università
degli Studi del Molise e del Conservatorio di Musica “L.Perosi” del capoluogo
regionale.
Nota del Presidente della Provincia Rosario De Matteis
"Ho inteso, nelle vesti da presidente della Provincia di Campobasso,
ricordare e rendere omaggio alle migliaia di soldati che si sacrificarono per
un’Italia unita. Pensate, ragazzi delle classi 1897, 1898, 1899, spesso poco
alfabetizzati, poveri contadini, pescatori, artigiani, pastori certamente non
esperti di armi, partirono alla volta del Trentino, Del Carso, della Dalmazia,
dell’Istria, del Veneto, della Giulia, zone per l’epoca sconosciute, per quella
che consideravano una quarta guerra di Indipendenza. Pensate…ragazzini del
Molise che andavano a perdere la vita nell’Isonzo, giovani che si arruolarono
rischiando la morte, che si avventavano per liberare ed annettere ad una
giovane Italia (come concetto di Stato sovrano), aree lontane dalle nostre,
nelle lingue, nei costumi, nelle tradizioni come nei costumi. E nell’ottica di
oggi che mi chiedo se le nuove generazioni farebbero una cosa del genere, e a
che prezzo!!! Ora che il servizio di leva obbligatorio è stato soppresso e che
vige un esercito di volontari professionisti, siamo tutti pronti a sostenere i
nostri militari nelle missioni di pace all’estero. E la politica spesso è
costretta a pagare lo scotto dei funerali di Stato, le conseguenze di scelte
sociali, economiche, strategiche di simili imprese belliche, seppur dai
contorni umanitari. Ma nel tracciare un paragone, come non fare a considerare
più che eroi quei 5800 molisani periti nelle battaglie del primo conflitto
bellico e rinvigorirne la memoria? Che ognuno di noi provi a chiedere se
ricordano o meno eventuali soldati morti o feriti o mutilati della prima
guerra. In tanti casi ce ne siamo dimenticati un po’ tutti. A stento ricordiamo
quelli della seconda guerra mondiale, figuriamoci se teniamo a mente se magari
in famiglia ne abbiamo avuto di martire, tanto per dire…a Caporetto. Ebbene,
che questo 24 maggio sia da stimolo per le nuove generazioni, ma anche per i
neo genitori, i nonni, per andare a riaprire i vecchi “libri” e gli album di
foto di quei bisnonni e trisavoli che hanno onorato l’Italia, il Molise e le
proprie famiglie, e che spesso sono anche sepolti in Grecia, Slovenia, Friuli e
in disseminati cimiteri militari. Questi uomini hanno combattuto, hanno versato
il proprio sangue per determinare i confini di un Paese che cercava serenità,
democrazia, rispetto e pari dignità in un contesto europeo. Che magari si faccia
in questi giorni, un saluto al cimitero a qualsiasi lapide della prima guerra,
una preghiera ai cari e perché una Santa messa in loro onore, al fine di non
lenirme le gesta. A tal riguardo io farò il primo passo. Mio nonno, Rosario De
Matteis, imbracciò il fucile combattendo vicino Gorizia. Mi raccontava di
quelle esperienze sostenendo di essere dovuto partire per salvare quella gente,
perché erano italiani sotto il dominio austriaco, gente che aveva bisogno del
nostro intervento. E mi narrava delle nostre difficoltà economiche, che quando
al ritorno in Molise e comunque nel sud, l’economia era sotto terra in ogni
senso. E allora, come dopo ogni guerra, dovettero ricominciare a costruire una
società lacerata dalla guerra e dallo sconcerto dalle scelte successive alla
spartizione dei nuovi confini. A tal riguardo – conclude De Matteis – ci sono
anche dei testi. Ne cito uno che mi è rimasto impresso: “5 mila croci, i
molisani nella grande guerra 1915-18” ,
di Massimo Vitale, che da giornalista storico traccia un percorso formativo
sulla guerra, narrando anche delle medaglie conferite ai nostri martiri. Mi
piace ricordare il capitano Falciglia di Lupara, il sottotenente Vittorio
Argentieri di Montenero di Bisaccia ed i tre fratelli campobassani Pistilli. Ad
un secolo dalla fine della guerra di posizione, mi auguro che simili conflitti
non abbiano più a ripetersi e che la scuola come la politica trovino le giuste
misure per descriverne le atrocità e prevenirne le conseguenze”.
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