Illustri molisani nel mondo a caccia dell’essenza dell’universo
Conferenza
scientifica, osservazione astronomica e atmosfere avvolgenti dei borghi più
belli del Molise. Il trinomio funziona e appassiona astrofili, amanti della
fisica e anche gente che per la prima volta si affaccia sul proscenio delle
stelle e della materia oscura. Ieri sera, a Oratino, il Festival Nazionale
dell’Astronomia e dell’Esplorazione, in
corso a Campobasso e dintorni fino al 9 maggio, ha vissuto un’altra iniziativa
degna di attenzione, che ha incontrato il favore dei partecipanti.
La gremita sala
cantine del ristorante Olmicello, con il sindaco Luca Fatica a introdurre i
lavori, ha ospitato la quinta conferenza scientifica di #astrofest15. Tema
dell’incontro: “Il fascino dell’infinitamente piccolo”, sviluppato dalla
competenza di due illustri molisani nel mondo, orbitanti nella scena
scientifica internazionale: il fisico Pasquale Di Nezza - origini isernine -
dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e l’ingegnere aerospaziale e
nucleare campobassano Marco Oriunno, da anni operativo negli Usa, a Stanford.
Pungolati dalle osservazioni del giornalista di Ansa scienza Leonardo De Cosmo,
i due relatori hanno presentato le rispettive attività professionali che, in un
verso e nell’altro, sconfinano nella ricerca di quanto di più affascinante
investe l’immaginario collettivo legato al progresso tecnologico e scientifico:
l’essenza dell’universo.
“Fino alla fine dei tempi, cambieremo certamente mille
volte i libri di fisica” ha spiegato Di Nezza, tanto per dare subito l’idea di
come e quanto le teorie e la scienza sono in costante mutamento, cioè: una
definizione di oggi è suscettibile di ‘rivisitazioni’ future. Dai protoni ai
quark, dall’elio liquido dei magneti superconduttori che accelerano le
particelle o le piegano per indirizzarle nel circuito costruito al Cern di
Ginevra, tutto rientra nel microcosmo scientifico-lavorativo di migliaia di
ingegneri e fisici quotidianamente alle prese con le ragioni per le quali siamo
al mondo e con la stessa essenza dell’universo.
Le particelle
alla base di tutto? Sì, anzi, forse. “Diciamo che l’analisi delle particelle è
fondamentale nella fisica moderna – spiega Di Nezza – Le particelle decadono in
frazioni di secondo e nel momento in cui decadono perdiamo le informazioni che
ci occorrono per sviluppare le nostre teorie. E’ allora che, con i nostri
acceleratori, che altro non sono che fabbriche di particelle, le riproduciamo e
con esse ricreiamo l’informazione”. Acceleratori, eccoci al punto, come il
Large Hadron Collider (Lhc) costruito al Cern di Ginevra, giganteschi tubi
ultratecnologici che rappresentano forse la più grande e importante finestra
della scienza mondiale su un futuro che, inevitabilmente e magicamente, affonda
le basi nel passato. Proprio dal centro di ricerca svizzero, in
videoconferenza, Marco Oriunno ha integrato le parole del fisico Infn,
sciorinando concetti semplici nella loro straordinaria complessità, grazie
all’aggiunta di figure retoriche killer (“ammazzare la resistenza elettrica
grazie alla superconduttività”) o spiegazioni tecniche, ma comprensibili:
“Quella dei magneti del Cern è un’impresa notevole, un progetto internazionale
che vive del contributo del top della scienza mondiale. Dietro questo immenso
tubo progettato per spingere un gruppetto di particelle e guidarle
nell’acceleratore, attraverso centinaia di criostati di 15 metri di lunghezza
ognuno – ha proseguito - c’è il lavoro di migliaia di persone che sperano un
giorno di ottenere risposte e risultati ancora più sorprendenti di quelli
ottenuti finora (per esempio la conferma del Bosone di Higgs, ndr)”. Quindi,
tutti insieme verso lo stesso obiettivo: il progresso o le grandi risposte che
in parte già esistono ma che possono cambiare oggi o domani, chissà. Fisici e
ingegneri avanti, anzi, a caccia dell’essenza dell’universo. Ognuno a modo suo:
“Sì – chiude il dibattito Oriunno con un ampio sorriso che si stampa,
abbastanza nitido, sullo schermo dell’affollata e partecipe sala – Diciamo che
gli ingegneri cercano di concretizzare le visioni straordinarie che i fisici
concepiscono di questo universo, immenso, che è assolutamente incredibile, per
cui ogni giorno scopriamo delle cose nuove, fantastiche”.
Una realtà
sbalorditiva, quella evidenziata da Di Nezza e Oriunno, con il supporto del
giornalista scientifico De Cosmo. Difficile da capire, ma intuibile. Si
rafforza l’idea che ha fatto da sfondo a tutte le conferenze del primo Festival
nazionale dell’Astronomie e dell’Esplorazione, di un universo infinito, di una
materia affascinante in cui chi crede che esista una realtà assoluta e ferma
esce pericolosamente dall’orbita (della conoscenza) terrestre.
Tre telescopi e un enologo
con la ‘passionaccia’ per gli astri
Dal Belvedere di
Oratino tutto il fascino del cielo stellato
Oratino
che si affaccia sul cosmo e abbraccia la magia delle stelle. La serata di ieri
al Festival dell’Astronomia si è conclusa con l’osservazione del cielo stellato
dal Belvedere del bellissimo borgo a pochi chilometri da Campobasso. Luci
pubbliche spente, come da prassi di #astrofest15, e tanta gente dislocata tra i
vari punti di osservazione. Molisani di tutte le età, anche tanti bambini che,
un’ora prima, avevano animato il dibattito della conferenza scientifica con
domande particolarmente apprezzate dai relatori. Il sindaco Luca Fatica, che
come il suo omologo di Ferrazzano, Antonio Cerio, ha capito e carpito le
potenzialità aggregative di una serata al chiaro di luna, ha partecipato con la
famiglia all’osservazione, ascoltando anche lui le indicazioni dell’astrofilo
di Jelsi, enologo di professione, Giuseppe Pirro. Quest’ultimo ha portato sul
punto panoramico i tre telescopi per mezzo dei quali i presenti hanno osservato
la luna e i pianeti in una serata frizzante dal cielo quasi totalmente limpido.
Osservazione accompagnata dal sapore genuino dei vini delle cantine Catabbo che
hanno permesso agli organizzatori di allestire un astroaperitivo degno di tal
nome. L’esperienza dei sensi, vista e gusto, è stata supportata
dall’accogliente atmosfera di Oratino. Le stelle sono entrate nel borgo secondo
una formula che, evidentemente, piace ai molisani. Serata da ripetere, dopo
aver lanciato l’acuto, nel prossimo weekend, con l’ultima, attesa iniziativa
del Festival. Diverse le sorprese riservate a tutti, appassionati e non.
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