giovedì 5 aprile 2012

Riccia (CB). Chiesa dell'Annunziata.Franco Valente “Croci stazionarie nei luoghi antichi del Molise”

Campobasso 5 aprile 2012


RICCIA. Aspettando Pasqua. Un successo tra arte e musica.


Una serata sospesa in un’atmosfera magica, prodotta dalle armonie sprigionate  da un violino e un violoncello magistralmente suonati e dalle parole di preparati e appassionati relatori. Questo hanno assaporato i fortunati presenti che Mercoledì sera hanno partecipato, all’interno dell’incantevole chiesa dell’Annunziata, alla presentazione del volume di Franco Valente “Croci stazionarie nei luoghi antichi del Molise”, edito dalla Regia edizioni di Campobasso.  
Dopo i saluti del consigliere delegato alla cultura Maurizio Moffa, a nome del sindaco Micaela Fanelli e dell’amministrazione comunale, e quelli del Presidente della Pro Loco, entrambi patrocinatori dell’evento artistico-musicale, ha preso la parola padre Lino Iacobucci. Il sacerdote ha ripercorso sinteticamente la storia del simbolo della croce, partendo dai primi secoli del Cristianesimo durante i quali il segno era sostituito da altre rappresentazioni simboliche, passando per l’editto di Costantino del 313 d. C. che garantiva la libertà di culto per i cristiani, fino all’affermazione della croce come la conosciamo noi oggi affermatasi definitivamente nell’iconografia e nella liturgia ecclesiastica. Non sono mancati i riferimenti al valore universale del simbolo e al suo essere portatore di un messaggio di conforto e di speranza.
A Dante Gentile Lorusso è spettato, invece, il compito di ripercorrere le pagine del volume e di sottolineare che le 93 croci stazionarie riportate non sono che una piccola parte del patrimonio artistico che il Molise detiene. Un patrimonio che va prima di tutto fatto conoscere, e ricerche come quella di Valente vanno proprio in questa direzione, e poi salvaguardato attraverso restauri appropriati e non improvvisati come spesso accade.
Le conclusioni sono spettate proprio all’autore. L’architetto Valente si è soffermato sull’importanza che le croci stazionarie avevano nella storia delle comunità molisane, una particolarità che faceva sì che fossero presenti in quasi tutti i sagrati delle chiese. Molte delle croci sono però andate perdute, altre sono state danneggiate o spostate perdendo l’antica funzione per le quali furono erette. Lunga e laboriosa è stata la sua ricerca che si è affidata, oltre alla personale conoscenza dei luoghi molisani, anche alle segnalazioni dei numerosi amici informatori sparsi nei paesi. Valente ha perciò ringraziato Antonio Santoriello e Roberto Fanelli, che lo hanno aiutato fornendo informazioni relative alle quattro croci presenti a Riccia: quella posta alla sommità di Via Sabatella, quelle di Largo Colle Croci e Largo Casale e, per ultima, della croce guelfa murata in una casa privata sita in contrada Caccia Murata. Non è mancato il monito dell’autore rivolto ai riccesi, spronandoli ad amare di più il loro paese e soprattutto i tesori artistici e architettonici che esso conserva; opere che per la loro importanza hanno assunto un valore extra locale e addirittura europeo.
La serata è stata conclusa dai maestri Paolo Castellitto e Remo Ianniruberto, che avevano già accompagnato inframezzandoli con la loro musica tutti gli interventi.
Un evento, quindi, ben riuscito e molto indovinato sia per il luogo in cui si è svolto, sia per l’impostazione scelta dagli organizzatori e che ha condensato con i fatti ciò che è stato ricordato, in questi giorni di preparazione alle festività pasquali, da Monsignor Giancarlo Bregantini: l’approssimarsi alle feste  va vissuto con animo solidale e condiviso, pensando più all’arricchimento spirituale e culturale che non a quello materiale.

Nessun commento:

Posta un commento