Presentato a Roma
dall’associazione “Forche Caudine” e dalla Cim il libro “Una valigia di
cartone”
Il volume scritto da Claudio Camillo, ex dirigente dell’Atac, l’azienda dei
trasporti pubblici romani, originario di Pietracupa. Il testo, attraverso la
storia, i ricordi personali ed i racconti orali di persone oriunde o nate nel
piccolo borgo molisano, percorre un viaggio all’interno della comunità
attraverso un arco di tempo che si snoda dagli anni Quaranta sino ai giorni
nostri. Filo conduttore della narrazione sono i grandi avvenimenti storici che
hanno caratterizzato questo periodo di profonda evoluzione socio-economica ed
istituzionale e come questi avvenimenti hanno influito sul costume e sulle
scelte di vita delle persone del piccolo borgo.
La serata, che ha avuto luogo in
una sala molto affollata, è stata aperta da Angelo Sollazzo, presidente della
Confederazione degli italiani nel mondo, il quale ha fornito i numeri
dell’emigrazione molisana, sottolineandone la mutazione antropologica: non più
gli emigrati di prima generazione, con tutte le sofferenze dovute al radicale
cambio di ambienti e alla ricerca di lavoro, ma una comunità complessa e
variegata composta sia dai nuovi italiani all’estero, per lo più professionisti
stimati e inseriti, ma anche dai milioni di oriundi, interessati a conservare la
memoria delle proprie origini. L’ex parlamentare socialista ha ricordato anche
le sue origini materne di Pietracupa.
Dopo Sollazzo è intervenuto
Giampiero Castellotti, presidente dell’associazione “Forche Caudine”, il circolo
dei Romani d’origine molisana che opera ormai da 26 anni nella Capitale con un
curriculum forte di oltre 230 eventi promossi in questi anni “con partnership di
spessore e un seguito sempre crescente”, come ha ricordato il presidente.
L’associazione, che ha circa 1.500 iscritti (tra cui lo stesso autore del
libro), mentre a Roma è ormai fortemente radicata anche presso i tavoli
istituzionali, soffre però dello scarso legame con gli organismi molisani di
rappresentanza.
Lo studioso Franco Valente ha
quindi illustrato, con il suo abituale carisma, i luoghi culturali del Molise,
affascinando una platea composta anche da tanti non molisani.
Presenti in sala, tra gli altri,
Alberto Benzoni, ex vicesindaco di Roma, numerosi dirigenti dell’Atac, gli
scrittori molisani Gabriella Iacobucci e Giuseppe Tabasso, il segretario
dell’associazione “Forche Caudine” Gabriele Di Nucci.
Ha chiuso la serata l’autore del
libro, Claudio Camillo, che ha ripercorso il mosaico storico che ha
rappresentato nel volume, composto dall’intreccio dei numerosi tasselli della
macrostoria e delle tessere della microstoria della comunità stessa. Ha spiegato
le finalità del suo lavoro: non solo mantenere viva la memoria di questi ultimi
settantacinque anni di vicende italiane, ma soprattutto far riflettere su come
eravamo, su come siamo e su come affrontare il futuro memori degli insegnamenti
del passato.
Camillo fa parte dei tanti Romani d’origine molisana. E’
infatti nato nella Capitale nel 1939 da padre pietracupese e madre romana,
rimanendo fortemente legato alla terra paterna. Si è laureato in Economia e
Commercio con successiva specializzazione in Economia e Politica dei trasporti.
Nel corso degli anni è stato docente presso l’Università dell’Aquila ed ora
presso l’Università di Roma “La Sapienza”.
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