Monsignor
Secondo Bologna, un martire contemporaneo delle
guerre umane.
Sarà celebrata nel
comune di Boves, a San Pietro del
Gallo e a Cuneo, la memoria dei martiri di Pace mons. Bologna e don Giuseppe Bernardi, suo compagno di banco,
che nel 1943 -10 ottobre- furono vittime
dei bombardamenti in atto dal nord al sud
d’Italia.
Mercoledì
9 ottobre a partire dalle ore 11,00, a Boves,
con la cerimonia civile della deposizione di fiori in memoria di don Bernardi,
inizia l’itinerario commemorativo sulle
vittime della “pesante guerra”.
Mentre alle 12,30 presso la sede vescovile di
Cuneo, la delegazione del Molise
rappresentata dall’arcivescovo di Campobasso –Bojano S.E. mons. GianCarlo
Bregantini e dalle istituzioni regionali
del Molise, guidate dall’ assessore regionale alle Politiche Sociali Michele
Petraroia, e del Piemonte, dalle sedi
territoriali dell’ANPI, parteciperà alle celebrazioni commemorative dei due sacerdoti martiri e di cinque partigiani portando i
saluti ed il ricordo nel contesto degli eventi bellici accaduti nel 1943. Alle
ore 13,30 la delegazione si recherà a san Pietro del Gallo per una visita e
deposizione di fiori presso la casa natale di monsignor Bologna. Alle 15,30
Presso il Comune di Centallo sarà ricordato il partigiano molisano, di
Campobasso, Giuseppe Barbato e alle 16,30
al Cippo di Chiabotto (CN) sarà deposta una corona di fiori al monumento
che ricorda l’eccidio di cinque partigiani tra cui Giuseppe Barbato.
L’itinerario commemorativo si
concluderà alle 17.30 a
Cuneo nella Chiesa del Sacro Cuore con una messa di suffragio celebrata nella prima parrocchia dove Monsignor Bologna operò. Un evento non casuale
che permetterà la riscoperta di figura illustri, civili e religiose, che nella loro ordinarietà hanno contribuito a far comprendere il senso
del cristianesimo e la missione del cristiano. Il 21 settembre del
1943 il Vescovo aveva esortato i suoi
parroci “ ognuno resti al suo posto, in mezzo ai propri fedeli, accanto alla
propria chiesa”, sintetizzando in questo modo l’atteggiamento caritatevole del sacerdote che, in pace come
in guerra, non si allontana mai dalle
sue pecore. «La guerra è una follia», ha
affermato papa Francesco di recente a
Redipuglia. «Mentre Dio porta
avanti la sua creazione, e noi uomini siamo chiamati a collaborare alla sua
opera, la guerra distrugge … La guerra non è mai necessaria, né inevitabile. Si
può sempre trovare un’alternativa: è la via del dialogo, dell’incontro e della
sincera ricerca della verità». Papa Francesco non esclude che si debba fermare
l’aggressore. Ma «quante volte, con questa scusa di fermare l’aggressore
ingiusto, le potenze hanno fatto una vera guerra di conquista! Dopo la Seconda guerra mondiale, è
nata l’idea delle Nazioni Unite: là si deve discutere: “Come lo fermiamo?”
Soltanto questo, niente di più».
Nessun commento:
Posta un commento