ALLEVATORI PREOCCUPATI ANCHE PER LE LORO FAMIGLIE
Nel caso
specifico si tratta dell’azienda di Pietro Testa, uno dei più importanti
allevamenti di bovini da latte di Gambatesa, all’interno del Bosco di Chiusano,
che, insieme alle altre aziende agricole del territorio, garantisce il presidio
umano e la tutela, attraverso le buone pratiche agronomiche, dell’ecosistema. La
vicenda dell’azienda Testa, che ha visto, nel giro di quindici giorni, prima un
vitello sbranato nel box aziendale ed ora addirittura una vacca, in stalla,
gravemente ferita e, per il momento, salvata solo dall’intervento
dell’allevatore, alle 20,30 di sera. La famiglia Testa vive ora la pesante
sensazione di sentirsi ormai assediata ed aggredita, anche nei luoghi
familiari, analoga a quella di notevoli altre famiglie di allevatori vittime di
altre aggressioni, in Molise, con pecore azzannate e sbranate nonostante la
presenza dell’allevatore.
La presenza
di animali selvatici, dai lupi ai cinghiali, non adeguatamente gestita con misure di
contenimento, anche con spazi specifici per l’alimentazione di supporto, sta
mettendo a rischio la presenza ed il lavoro dell’uomo in molte aree interne rurali.
Come precisa la Coldiretti Molise ,
non è solo un problema di risarcimenti dei danni subiti dagli allevatori, che
ormai sono insopportabili per la stessa Regione Molise in arretrato con gli
indennizzi di oltre due anni, ma di sopravvivenza delle stesse imprese
agricole, che non sono più in grado di rispettare gli impegni produttivi nei
confronti degli acquirenti e la normale programmazione aziendale. Agli animali
uccisi si aggiungono, infatti, i danni indotti agli altri animali dallo
spavento e dallo stato di stress provocato dagli assalti, con ridotta
produzione di latte ed aborti negli animali sopravvissuti.
Essendo il
lupo una specie protetta dalla normativa europea, osserva Coldiretti Molise, si
rende indispensabile trovare un giusto equilibrio, affinché questa convivenza
forzata tra gli animali selvatici e l’uomo non porti all’abbandono
dell’attività di allevamento. In tal caso, non sarebbero solo gli allevatori a
perderci, ma l’intera comunità poiché gli allevatori, attraverso la loro opera,
conservano e valorizzano la montagna e la sua vitalità.
Dopo un
periodo nel quale la specie dei lupi era in via di estinzione in molte aree
d’Italia, a seguito degli interventi di ripopolamento, attualmente la presenza
del lupo è stimata in ben oltre il migliaio di animali, ricomparsi anche in
molte zone in cui non erano più presenti da circa un secolo.
Coldiretti
Molise sollecita, pertanto, che vengano varate ed attivate idonee misure di
prevenzione attiva, con il finanziamento di zone di alimentazione in aree
riservate, attrezzature ed opere di protezione, e misure di difesa passiva come
un sistema di risarcimento dei danni in tempi ristretti e che garantisca un
completo reintegro della perdita di reddito per l’agricoltore, coprendo non
solo il valore dell’animale, ma anche quelli per aborti e cali di produzione.
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