LA MAGGIORANZA PERDE COLPI.
IL SINDACO DI BARTOLOMEO INFURIATO.
MINACCIA LE DIMISSIONI.
Antonio
Columbro, Nicola Gesualdo, Michele Ambrosio, Maria Michela Niro, Marialaura
Cancellario. Sono questi i cinque consiglieri di maggioranza finiti nel mirino
del sindaco Gino Di Bartolomeo. Il motivo? La loro assenza in aula ha
provocato il mancato raggiungimento del numero legale necessario per dare
inizio ai lavori del Consiglio dedicato interamente alla gestione delle
farmacie comunali. Nonostante la presenza di ventuno consiglieri il presidente
dell’assise ha dovuto rinviare la seduta a giovedì. Il sindaco non
l’ha presa proprio bene e, mosso da rabbia e insofferenza, ha deciso di
parlare chiaro. In una conferenza, convocata subito dopo il patatrac, Di
Bartolomeo ha sbottato: “Non posso assecondare i picci dei
consiglieri, non posso lavorare con una maggioranza risicata, con persone
che entrano ed escono a fisarmonica, persone che bloccano l’attività
amministrativa, che non vogliono il bene della città, che provocano stasi e
gelo”. Di Bartolomeo è stato categorico ed ha minacciato, di nuovo, di
dimettersi se giovedì non avrà in aula una maggioranza compatta. In realtà ad
essere assenti in aula non erano solo i Columbro, Gesualdo, Ambrosio,
Niro e Cancellario, mancavano anche altri esponenti della maggioranza ma, a
detta del sindaco, erano assenti giustificati o, forse, una parte di
questi. “Per lo meno, Pasquale Sabelli, Giuliano Branca, Mario
Fratipietro, Maurzio Tiberio, Elio Madonna e Luigi Ciaramella hanno avuto la
decenza di chiamare, di avvertire che non si sarebbero presentati in Consiglio;
gli altri no, gli altri hanno forzato la mano solo per ottenere qualcosa, che
sia l’assessorato o la nomina a capogruppo; adesso basta, sono pronto a
dimettermi e a spingere i cittadini a non votare chi non vuole lavorare per la
città”. Una situazione che, oltre a mettere in grave
imbarazzo Di Bartolomeo, ha, di fatto, bloccato i lavori consiliari
sulla gestione delle farmacie comunali e, in particolare, sulla vendita
della struttura in via Calabria. Il sindaco ha ribadito le motivazioni
che hanno spinto la Giunta a decidere di mettere in vendita una delle tre
farmacie comunali e cioè la carenza di personale e gli scarsi incassi della
struttura pari a neanche quattromila euro all’anno. Il sindaco sa che il
decreto sulle liberalizzazioni in discussione al Senato potrebbe, anzi
sicuramente cambierà l’assetto generale ma, nonostante questo, non
molla.
La
delibera deve andare avanti, giovedì tornerà in aula ma se i
consiglieri di maggioranza continueranno ad essere latitanti, Di Bartolomeo tirerà
fuori le dimissioni che, a suo dire, sono sempre nella tasca della giacca e la
caduta dell’amministrazione diventerà realtà.
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