‘Giorno della Memoria’, insieme Consiglio regionale,
Prefettura e Provincia di Campobasso.
Al Teatro Savoia manifestazione per le scuole e
consegna delle Medaglie d’Onore ai familiari di tre molisani internati nei
lager.
Al Teatro Savoia di
Campobasso, in occasione del ‘Giorno della Memoria’, istituito in ricordo della
tragedia dell’Olocausto e della deportazione dei cittadini italiani civili e
militari nei campi nazisti, si è svolta una manifestazione riservata alle
scuole superiori del capoluogo regionale.
All'iniziativa, organizzata
congiuntamente da Prefettura di Campobasso, Presidenza del Consiglio regionale
del Molise e Provincia di Campobasso, hanno partecipato oltre agli studenti le scrittrici e storiche Prof.ssa Simonetta Tassinari e
Prof.ssa Antonella Presutti.
Le scuole invitate hanno presentato e
commentato i video realizzati sul delicato e drammatico tema della
Shoah. “Sarà una giornata con i ragazzi, anzi per i ragazzi – spiega
il Presidente del Consiglio regionale, Mario Pietracupa,assente per impegni istituzionali, che ha fortemente
voluto aprire l’iniziativa alla spontaneità e alla sensibilità degli studenti
– Di concerto con la Prefettura e la Provincia di
Campobasso abbiamo dato un taglio particolare all’iniziativa, proiettando i
riflettori sui cittadini molisani del futuro, cioè sui nostri giovani. La
presenza e il contributo dei ragazzi – conclude Pietracupa – sono
elementi essenziali in una società democratica che guarda con attenzione alla
crescita di tutte le proprie componenti”.
Momento emozionante e simbolico,
cuore della manifestazione, è stata la consegna da parte del Prefetto Vicario di
Campobasso, Dott.ssa Paola Galeoni, delle Medaglie d’Onore concesse dal Presidente
della Repubblica a tre cittadini molisani, uno dei quali vivente, deportati e
internati nei lager nazisti. Questi i nomi dei tre molisani benemeriti: Alfredo
Di Muzio, Amerigo Paolantonio e Vincenzo Pezzotta.
“Sicuramente è “impossibile comprendere” –come scriveva Levi in “Se questo è un uomo”- “la tempesta devastante” che nella prima metà del‘900 si abbatté sul popolo ebraico in gran parte dell’Europa, oggi più che mai però è necessario conoscere le motivazioni razziali, culturali, economiche, sociali e strategiche che la resero possibile. Una necessità che scaturisce dal non dover “dimenticare, e dunque non accettare –ci ricorda Elisa Springer nel “Il Silenzio dei Vivi”- con indifferenza e rassegnazione, le rinnovate stragi di innocenti”. È allora compito delle Istituzioni, della scuola e di tutti i settori più dinamici e avveduti della società fare in modo che la memoria di quei fatti, l’angoscia, la disperazione, l’umiliazione e quindi l’eliminazione, che per la prima volta nella storia dell’uomo avvenne con un sistema industriale, di sei milioni di bambini, donne, uomini, anziani, portatori di handicap, zingari, omosessuali, intellettuali non allineati e avversari politici, non venga cancellata. L’indifferenza che serpeggia in alcune parti della nostra società, senza parlare poi del negazionismo di alcuni leader politici del mondo, o addirittura della condivisione di taluni movimenti neonazisti o xenofobi operanti in diverse realtà internazionali, rappresentano un ennesimo sopruso e una rinnovata umiliazione alla memoria di tutti coloro i quali persero la vita nei campi di sterminio e in esecuzioni sommarie o violenze gratuite. Un’offesa che non possiamo e dobbiamo permettere si perpetri nuovamente.
La
società del terzo millennio ha ancora molto da imparare dalla Shoah e dalle sue
vittime, da come esse seppero affrontarla senza farsi privare della dignità e
nonostante tutto della speranza. La giovane Anna Frank scriveva nel suo diario:
“È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali
perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare. Eppure me li tengo stretti
perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di
cuore”. Dobbiamo dunque credere che la gente di questo pianeta sia buona di
cuore, ma per far si che essa lo sia davvero è imperativo che l’umanità sappia
imparare dai suoi errori, sappia fare ammenda, sappia chiedere perdono e sappia
rendere concreto quel “mai più” che all’indomani dell’apertura dei cancelli di Auschwitz
gridarono tutti coloro che lo visitarono trovandosi dinnanzi a scene disumane e
di indicibile crudeltà e squallore. Invito dunque le scuole e tutti i cittadini
a vivere questo giorno dimostrando rispetto per le vittime del nazifascismo e
ricercando nella nostra cultura, nei nostri valori e nei nostri principi, gli
anticorpi per far si che la “peste” del razzismo e del totalitarismo non abbia
più a corrompere il corpo di questa umanità”.
Erminia Mignelli - La Shoah La Memoria è la nostra identità.
Il 27 Gennaio 2012, nel sessantesimo anniversario
dall’apertura dei cancelli di Auschwiz da parte dell’Armata Rossa, celebriamo per la dodicesima volta in
Italia il Giorno della Memoria.
Questa data viene ricordata contemporaneamente in molti
Paesi Europei, ed è diventata, importante e sentita dalle popolazioni e dalle
Istituzioni.
Il tentativo di sterminio degli ebrei d’Europa perpetrato dai regimi dittatoriali
nazi-fascisti, è una delle più vergognose vicende della storia umana.
Quelle leggi razziali stabilirono ,di far arrestare tutti
gli Ebrei e di rinchiuderli nei campi di lavoro forzato e di sterminio, per
eliminare del tutto lo loro razza ,ritenuta inferiore.
La stessa sorte toccò agli zingari, agli slavi, agli
handicappati, ai neri, e a tutti coloro che , secondo i nazisti e i fascisti,
non appartenevano alla razza bianca ariana, considerata superiore e pura,
teorizzando la supremazia di uomini, su altri uomini e portando l’Europa e il
mondo a una immane catastrofe.
Questa è una parte della nostra storia collettiva che deve
scuotere le coscienze , e spingere persone a chiedersi come possa essere
accaduto.
Il monito che la Shoah rappresenta è valido per tutta
l’umanità, e per questo è necessario conoscere quel che è stato, perché non
dobbiamo permettere che accada ancora.
L’orrore per quanto avvenuto durante la seconda guerra
mondiale fu alla base della fondazione di una Europa incentrata sui valori dei
diritti umani e della dignità di ogni persona;
infatti la dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo
promulgata dalle nazioni unite nel 1948, recita :Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali, in dignità e diritti.
L’Europa è la culla e depositaria del bagaglio morale,
filosofico e culturale che quegli eventi, tragicamente, ci hanno lasciato.
E in un momento di crisi quale è quello che stiamo vivendo,
è molto importante tenere presenti le
radici e i valori sui quali si fonda il vivere nel nostro consesso civile, perchè
la crisi può essere anche una risorsa , una opportunità e una occasione di riflessione e di verifica.
Al contempo occorre, senza allarmismi e con fermezza, tenere
d’occhio le storture e i veleni , anche razzisti e xenofobi, che i momenti di
difficoltà possono far emergere. Per questo oggi più di ieri dobbiamo prestare
attenzione,operando per prevenire la deriva nazionalista e razzista di alcune
frange della società, in Italia e all'estero.
Il giorno della memoria che è stato istituito con una Legge
dello Stato che coinvolge, ed è fondamentale , il mondo della scuola, in questi
anni ha contribuito a generare in tanti
giovani gli anticorpi contro il pregiudizio, a diffondere una cultura
dell’accoglienza, del rispetto delle diversità. E anche ci auguriamo , a
stimolare la voglia di conoscere,di studiare, di approfondire la storia.
Perché come affermava
il grande scrittore Torinese Primo Levi “Se capire è impossibile,conoscere è NECESSARIO”.
FOTO di LUIGI CALABRESE
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