L’olio d’oliva
è storicamente un prodotto molto caro ai molisani, sia per la grande diffusione
di oliveti in regione, sia per la tradizione diffusissima dell’autoproduzione
dell’olio, quale amato hobby di molti.
Sicuramente
quella del 2014 è una campagna olearia piena di difficoltà, evidenzia
Coldiretti Molise, con la mosca presente negli oliveti già dalla fine di luglio,
così come segnalato dai comunicati fitosanitari settimanali inviati dal
Co.Re.Di.Mo agli imprenditori agricoli affinché attivassero le misure di difese
suggerite, con cambiamenti climatici che hanno prodotto un'estate umida e
temperata ed un autunno secco e caldo, per finire con i temporali e venti degli
ultimi giorni. La quantità di olive prodotte in quest’annata è stata
drasticamente ridotta ed anche le rese povere. Ma occorre evitare esagitate
generalizzazioni ed allarmismi estremi, che possono preoccupare in modo
spropositato ed ingiustificato i consumatori e penalizzare i produttori seri,
in grado di garantire un olio extravergine di oliva adeguato anche in un’annata
più storta delle altre, che ha reso più arduo un risultato di sufficienza per
gli “hobbisti” non qualificati.
Nelle
tecniche di produzione olio, evidenzia Coldiretti Molise, sicuramente questa è
un’annata in cui è risultato più rischioso utilizzare i frantoi tradizionali,
quelli con le macine in pietra e le presse scoperte, perché, sottoponendo ad
una maggiore ossidazione la pasta dell’oliva e con l’utilizzo dei fiscoli che
sono più esposti a muffe e contaminazione, aumentano i rischi di un risultato
mediocre, rispetto ai nuovi impianti di frantoi più tecnologicamente avanzati,
definiti “continui”, dove tutta la lavorazione è ermetica.
Va ricordato,
continua Coldiretti Molise, che da quest’annata è stata fissata, dalla Comunità
Europea, la soglia di 200 kg
di olio d’oliva per l’autoconsumo. Pertanto, tutti quelli che hanno prodotto
olio d’oliva al di sopra di 200
Kg , sono obbligati ad attivare un proprio registro
telematico controllato da AGEA, dove devono essere annotati tutti i movimenti
in entrata ed in uscita dell’olio e la relativa classificazione qualitativa dei
singoli lotti. La commercializzazione dell’olio di oliva può essere fatta solo
in contenitori adeguati, bottiglie lattine ecc, etichettati secondo la
specifica normativa, che prevede la provenienza delle olive e, tra l’altro,
l’indicazione della classificazione, “extravergine”, “vergine”, “lampante”. Il
produttore, obbligato dalla normativa vigente, prima dell’imbottigliamento deve
sottoporre l’olio ad una serie di analisi chimico-fisiche e sensoriali, ed, in
base ai parametri che da queste scaturiscono, viene attribuita la
classificazione all’olio. Pertanto, se sull’etichetta di un contenitore di olio
di oliva è indicato “extravergine”, ciò attesta che il contenuto ha i
requisiti, strumentalmente verificati, per tale attribuzione.
La maggiore tracciabilità
introdotta quest’anno, con la soglia dei 200 Kg per l’autoconsumo, finalizzata a ridurre
le possibilità di truffe, ha indotto molti produttori, prima solo “hobbisti”, a
dover sottoporre il proprio olio di oliva a controlli, presso il Co.Re.Di.Mo.,
che ha un laboratorio specializzato anche per questo tipo di analisi. Dalle
analisi finora effettuate dal laboratorio molisano, è risultato che il 57%
delle partite analizzate sono risultate “extravergine”, il 39% “vergine” e solo
il 4% “lampante”.
I consumatori
sono, come sottolineato da Coldiretti Molise, ulteriormente tutelati dalla
normativa, che tende sempre più a dare maggiore trasparenza al settore
olivicolo-oleario, al fine di dare maggiore consistenza alla antica legge
dell'economia sul giusto rapporto tra domanda ed offerta reale.
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