Sala della
Comunità di Larino l’incontro pubblico con l’ingegnere Antonio Pastorini sul
passato, presente e possibile futuro del Molise
Mercoledì 27 agosto 2014 nella Sala della Comunità di Larino, alle ore 18,30 in piazza Pretorio, si svolgerà l’incontro pubblico "What’s Molise? La regione che non c’è”.
Relatore dell’incontro sarà l’ingegnere Antonio Pastorini che lancerà una sua personale “provocazione”, attraverso considerazioni sul passato, presente e possibile futuro del Molise.
Un contributo ideale dello scrittore di origine larinese per comprendere i reali ostacoli che hanno negato lo sviluppo e un carattere proprio al Molise.
Una voce libera per far emergere verità incomprese o dissimulate, un’invettiva contro vecchi sistemi, false vie e inutili tromboni, che non si fermerà alla critica – basata su dati reali – ma proporrà una visione per riaccendere la speranza ad un popolo transumante.
“L’intento di fare del Molise una Regione a sé stante suscitò l’avversione di parecchi eminenti costituzionalisti che non volevano creare regioni incapaci di sopravvivere per difetto di autosufficienza politica ed economica – ha anticipato l’ingegnere Antonio Pastorini – Per questa ragione fu negata la Regione al Salento (che è più grande e più abitato del Molise ed è tuttora una parte della Puglia). Per staccare il Molise dall’Abruzzo si ricorse ad una legge ‘ad usum delphini’ che correggeva addirittura la Costituzione, prevedendo una deroga alla norma che fissava ad un milione d’abitanti il numero minimo per costituire una Regione (vedi Legge Marracino del 1957). La secessione avvenne con un procedimento praticamente illegale, giacché non ci fu consultazione popolare, nessun voto, nessun referendum. Cinque o sei parlamentari decisero da soli il destino separato di oltre 1,5 milioni di cittadini! Ogni 8 ore, tutti i giorni per 50 anni, ininterrottamente, il Molise ha perduto un abitante!
In 50 anni non si è formata una capace e visionaria classe dirigente in grado di imboccare la naturale via di sviluppo di un territorio da troppi secoli ai margini della storia. Migliorare si può, ma richiede un cambio radicale di rotta nei sistemi e nel capitale umano”.
Breve
biografia del relatore.
Antonio Pastorini è nato a Larino, in Molise, ma ormai è un emiliano di adozione, vivendo da quasi venticinque anni prima a Vignola e poi a Savignano, in provincia di Modena.
Sposato e con tre figli, è un ingegnere libero professionista che nel recente passato è stato imprenditore nel settore delle tecnologie di reti informatiche.
Nel 1988 ha pubblicato “Il naso originatore”, una raccolta di racconti, contenente “Ombre di creta” con cui nel 1983 aveva vinto il premio letterario “G. D’Annunzio” dell’Accademia Toscana “Il Machiavello“.
In ambito professionale ha collaborato, nei primi anni novanta, con riviste settoriali e, in particolare, con la Mondadori Informatica. È autore del libro tecnico “Reti di computer ed interconnessioni” (1990).
Nel 1998 è uscito “Allupallupo”, un saggio sulla insostenibilità del libero mercato, unito al romanzo breve “Il Banano nano”.
Nel 2012 è uscito “Il Coraggio degli Italiani”, un romanzo con cui si è classificato al primo posto nel concorso letterario “Protagonisti” 2014.
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