Le associazioni incontrano il Foro’
Convegno
promosso, nell’ambito dell’iniziativa ‘Le associazioni incontrano il Foro’,
dalla locale sezione Anf, in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli
Avvocati di Campobasso e con la partecipazione di tutte le associazioni
forensi. L’incontro – dibattito, che si è svolto questo pomeriggio all’Auditorium dell’ex Gil di Campobasso, è
stato l’occasione per fare il punto sulle modifiche e gli aggiornamenti della
legge professionale e sulla riforma della giustizia. A moderare il dibattito,
il presidente di Anf Campobasso, Marco
Angiolillo, insieme al presidente del Coa di Campobasso, Demetrio Rivellino. Dopo l’intervento del
consigliere regionale delegato alla Cultura, Nico Ioffredi, i saluti istituzionali. L’avvocato Cesare Piazza, già presidente
dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana e proveniente dal Foro di
Firenze, ha affrontato il tema dei
rapporti tra clienti ed avvocati quali “prestatori di servizi legali”,
con particolare attenzione alla divaricazione sempre più ampia fra avvocati
civilisti, giuristi d’impresa e di affari, e difensori penalisti. “Noi avvocati
italiani siamo alquanto in ritardo sull’evoluzione dei servizi legali – ha
commentato Piazza a margine del convegno -
Abbiamo una tradizione più che millenaria che altri popoli non hanno, ma
da quando siamo entrati a far parte dell’Unione Europea, dobbiamo sottostare ai
concetti delle direttive europee che conoscono le libere professioni soltanto
come imprese che forniscono servizi ai consumatori. Per questo noi dobbiamo
immaginarci di essere prestatori di servizi legali a favore di una clientela
costituita da consumatori che hanno dei diritti. Tant’è che il rapporto tra
legali e clienti ormai è disciplinato, tra le altre leggi, dal codice del
consumo. Questo contraddice ovviamente anche un immaginario collettivo, laddove
il cliente pensa all’avvocato in un certo modo ma quello che è peggio è l’avvocato
che pensa che il cliente sia in un certo modo. Invece, il cliente si è adeguato
molto più velocemente, perché naviga in internet, ha più consapevolezza anche
di certi suoi diritti. Per cui, o cambiamo sistema oppure l’avvocato non ha un
futuro come avvocato prestigioso, come detentore della scienza giuridica a
tutela degli interessi del suo cliente, perché il cliente incomincia a pensare
che tante cose potrebbe farle da sé”. L’avvocato Claudio Neri, componente del Consiglio Nazionale Forense, ha
fornito alla platea aggiornamenti sulla legge professionale, mentre dal Foro di
Firenze l’avvocato Andrea Noccesi,
del direttivo nazionale Anf, ha illustrato le prospettive dell'avvocatura
"debole" - giovani e collaboratori degli studi professionali - alla
luce delle riforme. “La legge professionale recentemente approvata – ha
dichiarato ai giornalisti prima dell’inizio del dibattito - non fornisce degli
adeguati strumenti ai giovani avvocati per entrare efficacemente nella
competizione, perché è ancora tarata sullo schema di un’avvocatura legata alle
regole del passato, che non sono attuali rispetto alle esigenze della clientela
di oggi”. Molte le voci critiche dalle fila di Anf nei confronti della riforma.
“Non si vedono i vantaggi che venivano
promessi e illustrati da chi ha sostenuto questa riforma – ha dichiarato
l’avvocato Luigi Pansini di Anf Bari - ma forse adesso il problema più
importante, la questione che toccherà molti avvocati, riguarda la previdenza
forense. E’ in fase di approvazione il regolamento che dovrà disciplinare
l’ingresso di 56 mila iscritti, dovrà prevedere forme di agevolazione a favore
di alcuni, però ancora è tutto allo stato embrionale, per cui non è ancora
possibile capire se ci sarà una effettiva tutela riguardo ai giovani, un
incoraggiamento alla professione. Non posso che confermare il giudizio negativo
di Anf su una riforma che non porta alcun vantaggio utile e forse, per quanto
riguarda il regolamento previdenziale, mira in realtà a “ripulire gli albi””.
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