giovedì 31 ottobre 2013

SAN GIULIANO GIORNATA DELLA MEMORIA

Campobasso,31 ottobre 2013

REPORTAGE di GINO CALABRESE


11 anni dal terremoto
Frattura: il dovere di riportare vita e speranza

Non li abbiamo visti crescere, correre e giocare, i nostri bambini, non li abbiamo visti diventare adolescenti, piccole donne e piccoli uomini. Li accarezziamo nel pensiero.I nostri ragazzi sono qui, in mezzo a noi, come sogni, immagini uniche, che mai ci abbandoneranno.Oggi, come undici anni fa, siamo, tutti, madri e padri, fratelli e nonni dei bambini di San Giuliano di Puglia morti il 31 ottobre 2002 sotto il crollo della scuola Jovine. Fiumi di lacrime per tutte le vittime tra rabbia, disperazione, promesse, impegni e analisi di una tragedia che non doveva avvenire. Fiumi di lacrime, di sdegno e fiumi di inchiostro. Abbiamo detto di tutto, lontani, spero, dalla retorica, con una partecipazione vera, con il cuore. Ma le parole non saranno mai quelle giuste. Non ci sarà mai consolazione per questa ferita troppo profonda e inaccettabile. Ogni ricorrenza è dolore che si rinnova, ogni ricorrenza è ricordo che fa male.Celebriamo il ricordo con una giornata ancora e sempre piena di emozione e commozione. Anche di imbarazzo di fronte agli occhi di chi ha accarezzato per l’ultima volta suo figlio undici anni fa.È l’imbarazzo, che chiameremo anche colpa, per non aver saputo garantire scuole sicure ai nostri bambini. Imbarazzo, colpa e rammarico. È l’imbarazzo, è la colpa della scoperta, dopo la nostra tragedia, di uno stato di degrado strutturale degli edifici pubblici ovunque allarmante nel nostro Paese. Il sacrificio dei bambini di San Giuliano ha portato la coscienza di tanti ad attivarsi per non replicare disastri senza ritorno.Ancora nei giorni scorsi, purtroppo, cronache sparse da un’Italia malandata di crolli di solai nelle scuole. Inaccettabile. Inaccettabile, immorale, incivile.Dovremmo essere già tutti a leggere la nuova pagina scritta e scalfita di un’edilizia sicura. E invece il percorso è ancora in fieri. Andare avanti è la nostra più alta missione. Abbiamo detto “mai più” e questo “mai più” guida la nostra azione politica e amministrativa. Nel giusto modo e in una maniera perfettibile, oggi non conta.Oggi, in questo giorno di lutto per il Molise, per l’Italia e tutta quella parte del mondo che ancora ricorda, conta parlare e guardare alla vita per rispondere alla morte. Non è una missione impossibile. Oggi e sempre conta avvicinarsi ai giovani sopravvissuti di quello scempio già condannato. Dobbiamo farlo per Pompeo e con Pompeo, per gli altri ragazzi e con gli altri ragazzi come lui segnati nel cuore, nella mente e nel corpo da quel terribile evento. È da loro che cogliamo il messaggio più bello, la più grande lezione di speranza che è un brivido per la sua straordinaria tensione. L’amore per la vita, la forza di esserci e farsi sentire. Il pensiero di domani.La nostra San Giuliano, come tutti gli altri centri colpiti dal sisma, sarà una San Giuliano di vita, di attività, di integrazione. Di ritorno alla normalità.Abbiamo ricostruito e continuiamo a farlo, ma le case vuote non significano nulla. I mattoni hanno bisogno di speranza, sorrisi, persone, di giovani, di anziani, di attività, di interessi.Insieme, tutti insieme, come sempre diciamo, questo futuro sapremo assicurarlo. È questo che tocca a tutti noi amministratori e cittadini. Polemiche, accuse, ripicche non danno nulla a nessuno di noi. Mettiamole via per sempre.Un futuro ricco di persone, di intelligenze e talenti, di esperienze diverse che sempre arricchiscono la nostra vita e il nostro cuore, questo è il dono che dobbiamo a San Giuliano e agli altri comuni.I primi a gioirne sarebbero, ne siamo certi, i nostri 27 bambini intanto cresciuti lontano lassù assieme alla loro maestra Carmela.
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO VINCENZO NIRO 

“E’ un momento particolare per il nostro Molise, misto di dolore e di affetto per i piccoli ‘Angeli’ e per la loro maestra di San Giuliano, rimasti vittime del sisma del 31 ottobre 2002”.
La loro memoria viene onorata oggi in quest’aula non solo da noi, rappresentanti della massima istituzione regionale, ma anche da quattro ragazzi diversamente abili (Fabio, Luca, Valentina e Samuele) accompagnati dalla loro educatrice Elena Salvatore e dalla volontaria Liliana Grieco. a loro va il nostro più vivo senso di gratitudine per la presenza.
Il Presidente invita tutti ad osservare un minuto di raccoglimento.
“Celebriamo questa giornata, istituita con legge regionale n.29 del 12 novembre 2003, quindi, quasi dieci anni fa, senza enfasi, con molta semplicità, come è giusto che sia, ma anche con il forte senso di appartenenza delle istituzioni al territorio e per mantenere alto il livello di attenzione sulla sicurezza nelle scuole, verso il mondo dell’infanzia, e della sicurezza sotto tutti i suoi profili .una “giornata della memoria” vissuta con grande partecipazione da tutti i molisani.

IL CONSIGLIERE GIUSEPPE SABUSCO

La giornata della memoria rappresenta un’occasione di profonda riflessione e condivisione da parte di tutti i cittadini molisani.
Non si può dimenticare che quando la natura si è manifestata in tutta la sua forza ha portato via molte persone e tanti bambini.
Questo non solo nel Molise ma, negli ultimi anni, nell’Abruzzo, nell’Emilia, nella Basilicata e in Calabria.
Per questo motivo il tema della sicurezza dei luoghi in cui si vive abitualmente e della legalità non può e non deve allontanarsi dagli obiettivi primari che la politica ha l’obbligo di perseguire in modo da sensibilizzare le coscienze dei consociati.
Tanto è stato fatto ma ciò non deve significare che si può abbassare la guardia per non fare null’altro.
La giornata della memoria è stata istituita non solo per evocare il tragico evento verificatosi il 31 ottobre 2002 ma perché il dolore di quel giorno, lo strazio delle famiglie e delle persone che hanno perso i propri cari rappresenti l’incipit per disegnare il futuro: un nuovo futuro che dovrà essere scritto in nome della sicurezza, della prevenzione e del rispetto delle regole.
Ciò, al fine di rendere delle risposte chiare e certe a chi vive ancora nell’incertezza e a chi chiede a gran voce responsabilità e lungimiranza.
Non dimentichiamo che il dolore rappresenta ancora oggi il monito che ci deve guidare, in modo che si possa evitare che le tragedie rappresentino il momento o l’unico momento in cui ci si soffermi per riflettere sulle problematiche.
Abbiamo il dovere di lavorare con alto senso di responsabilità così la forza della natura troverà un ostacolo alla sua forza distruttrice: prevenzione e legalità devono guidare l’azione amministrativa istituzionale in modo che non si possa dire che questi undici anni hanno lasciato un vuoto nelle coscienze.
A chi non c’è più ma anche a chi è sopravvissuto le istituzioni devono dare delle risposte: in questo la giornata della memoria rappresenta anche un momento di ricognizione dello stato delle cose.
La ricostruzione rappresenta una risposta solo ad alcune esigenze delle persone che, ad oggi, ancora non hanno un luogo sicuro dove dormire.
Non bisogna fermarsi, è necessario continuare e portare a termine i lavori, raccogliendo le esigenze di chi ancora chiede aiuto ad alta voce.
La retorica dei politici quella che fonde sul broccardo “speriamo che non accada più”, non deve più trovare spazio nelle esigenze quotidiane, ma ci sono fatti e circostanze  (terremoto, alluvioni, uragani) che non sono controllabili dall’uomo: non dipendono dall’uomo.
Ma questo significa che bisogna essere preparati e capaci di rispondere al meglio a questi eventi.
La giornata della memoria è sostenuta da profondi valori umani, da emozioni e da sentimenti incancellabili che, a distanza di undici anni, riaffermano la volontà di tutti i colleghi (ne sono certo) di ricordare quanto accaduto affinchè la comunione di intenti per la salvaguardia delle incolumità pubblica faccia cedere i muri della contrapposizione di parte, o di ideale, a beneficio e nell’interesse di tutti.
Questa giornata, che ho vissuto in prima persona, il terremoto e i suoi effetti, rappresenta per me un appuntamento con la coscienza di amministratore oltre che di uomo.
In questo giorno, più che mai, bisogna evitare qualsiasi qualunquismo o strumentalismo per nascondere le opere realizzate, gli sforzi compiuti, l’impegno profuso che ha consentito di dare risposte sia pure parziali, ai bisogni di chi è stato colpito dal sisma.
La ricostruzione non deve avere ad oggetto solo quello che materialmente è rovinato, ma anche le coscienze  e gli animi che sono stati irreparabilmente lesionati.
Bisogna fare di tutto per garantire il ritorno alla normalità, alle tradizioni, agli appuntamenti culturali, agli usi di un popolo che intende ricostruire il proprio tessuto oltre che le proprie strade e case.
Il perseguimento del bene comune presuppone altresì coesione e comunione di intenti che, certo, sarà volontà comune di tutti i membri di questo Consiglio realizzare, nel superamento di ogni contrapposizione di parte, o di pensiero, a beneficio e nell’interesse della nostra comunità.

IL CONSIGLIERE SALVATORE CIOCCA

E' con la stessa condivisione emotiva con la quale tutti noi abbiamo sofferto lo strazio di quelle ore interminabili di dolore, che oggi ci apprestiamo a ricordare i bambini del ’96 e  la loro maestra Carmela. 
Una tragedia immane che è parte viva del nostro quotidiano. E’ il nostro dolore ancora vivo e bruciante; è il nostro pianto, è il nostro pensiero ricorrente, è la storia che portiamo scritta dentro di noi, anche noi. 
C’è una frase, semplice e allo stesso tempo intrisa di mesta rassegnazione e di paura che “dipinge” - senza la  trappola della retorica nella quale è facile cadere - quel maledetto 31 ottobre del 2002. 
 “Quel  solo istante che ci ha diviso per tutta la vita”. 
Quell’ istante si è materializzato in tutto il suo orrore, alle 11 e 32 minuti del 31 ottobre del 2002 quando la furia della natura e l’imperizia accertata degli uomini spazzarono via i bambini del ‘96 e la loro maestra Carmela.
Fra qualche ora quel solo istante tornerà a rimbombare nel silenzio carico di dolore di una comunità che piange ancora, stretta nella vicinanza di tutti noi che abbiamo condiviso - e sarà così per sempre - quello strazio. 
I rintocchi di quella campana spaccheranno ancora una volta i cuori, ci colpiranno nei nostri più intimi sentimenti. Di padri e madri di famiglia, di cittadini, di rappresentanti delle Istituzioni. 
Troppo facile dire mai più, troppo semplice ricorrere alle enunciazioni di principio che rimbombano anche loro, ma con il suono sordo delle parole vuote e svuotate.
E’ però un impegno che abbiamo il dovere di prendere ancora e che prenderanno quelli che ci seguiranno. Un impegno irrinunciabile, per tutti. 
A ricordarci che non dovrà mai più accadere quello che ha sconvolto vite ed esistenze la presenza oggi, qui -  in una giornata che per tutti noi, presenti e non in questa aula, ha i colori e i sentimenti del lutto e del dolore -   di quattro giovani molisani che si aggrappano alla vita e non vogliono arrendersi. 
Un arcobaleno di emozioni  quello che ci trasmettono gli sguardi di Fabio, Luca, Valentina e Samuele che oggi ci onorano della loro presenza: guardano al domani con il senso vero della vita e fanno i conti con il destino che li ha segnati. 
Le loro storie di vita s’intrecciano, seppure a distanza, con quelle della maestra Carmela e  dei nostri bambini del ’96.
 Le loro storie di vita  diventano, oggi, un monito: ci ricordano che questa deve diventare la comunità di tutti, nessuno escluso. Che abbiamo il dovere di agire, che abbiamo l’onere di proteggere i nostri cittadini, di pensare al loro domani. Ci ricordano che la legalità e il rispetto delle regole sono principi irrinunciabili, che dobbiamo investire in prevenzione perché la vita dei nostri figli non sia a rischio. Ci ricordano che servono - ogni giorno - forza, coraggio, determinazione e caparbietà. 
Guardiamo insieme all’oggi e diventiamo parte attiva, per consentire il ritorno alla normalità del vissuto quotidiano di migliaia di persone colpite dal sisma del 2002. Un impegno prioritario che stiamo portando avanti con determinazione e fatti concreti.  In merito al tema mai taciuto della sicurezza degli edifici scolastici, ribadisco l’impegno preso dal Governo regionale che fra pochi giorni si concretizzerà nella firma del terzo Accordo di Programma da 19 milioni di euro circa.
C’è un solo obiettivo da centrare.
Restituire la normalità strappata via, con forza, quel 31 ottobre di 11 anni fa. 
Per questo, guardiamo insieme al domani e stringiamo un patto di futuro con Fabio, Luca, Valentina e Samuele; con le comunità colpite dal dolore, restituendo loro la serenità dei luoghi, la quotidianità dei gesti.
Tutti insieme abbiamo il dovere di costruire quel domani che è stato portato via, con un boato, ai bambini del ’96 e alla loro maestra, Carmela Ciniglio, che li ha accompagnati e protetti. Fino alla fine. 

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