Noi che ancora sentiamo la sua mano sulla spalla, che ancora sentiamo il fuoco della sua lampada, chiediamo di ricordarlo sempre, non solo per un momento. Da Piazza Don Giovanni Battista, Marilina Niro.
Campobasso - Chiesa di San Leonardo |
Nel 1841 a Torino Don Bosco
decise di scendere per le strade della sua città e osservare in quale stato di
degrado fossero i giovani del tempo. Incontrò così i ragazzi che, sulla piazza
di Porta Palazzo, cercavano in tutte le maniere di procurarsi un lavoro,
cominciò a visitare anche le carceri e inorridì di fronte al degrado nel quale
vivevano giovani dai 12 ai 18 anni. Don Bosco aveva deciso di radunare intorno
a sé tutti i ragazzi degradati della zona, dai piccoli spazzacamini agli ex
detenuti. I fondamenti della sua attività erano tre: l’amicizia con i giovani, l’istruzione
e l’avvicinamento alla Chiesa. Così nacquero gli oratori dei Salesiani. Lo
stesso spirito, la stessa voglia di redimere i giovani che avevano smarrito la
via, la stessa capacità di unire i giovani in difficoltà e farli sentire
protetti, dignitosi e con tanta voglia di carità cristiana li aveva Don
Giovanni Battista di Campobasso. Il 29 ottobre ricorre l’anniversario della sua
morte. Noi eravamo quelli della comunità di San Leonardo, noi eravamo
orgogliosi della missione di vita che Don Giovanni ci trasmetteva, noi eravamo
felici di trasformare con lui il Centro Storico di Campobasso, da un posto di
degrado e perdizione, in un posto d’intensa attività umana e cristiana. Noi
eravamo come i Ragazzi della Via Pal e lui era per noi Boka, l’esempio di
coraggio e altruismo. Il
29 ottobre ricorderemo Don Giovanni Battista, un sacerdote tra i più popolari e
amati a Campobasso per circa quarant’anni, fino al 1999, anno della scomparsa.
Egli fu parroco storico della chiesa di San Leonardo, padre della pastorale
familiare, fondatore e promotore delle Case Famiglia, apostolo dei malati,
anima di una comunità, l’attuale Spirito e Vita, che ancora dal suo ricordo trae
forza ed ispirazione. L'idea di sostenere
i ragazzi con problemi familiari alle spalle, Don Giovanni Battista riuscì a
realizzarla nel 1990 grazie alla donazione da parte di una coppia del capoluogo
regionale di 100 milioni di lire. Da
allora le case sono diventate tre e ospitano, al momento, 15 ragazzi. Il
sostegno socio-psicologico agli ospiti delle case è assicurato da più nuclei
familiari dell’associazione. Il luogo di riferimento della missione di Don
Giovanni è stato Largo San Leonardo, la sua opera ha trasformato quel Largo da
un luogo insicuro, in un luogo ricco di valori morali. Noi che siamo cresciuti
con la sua guida e che non dimentichiamo il suo apostolato, vorremmo rinominare
il Largo San Leonardo in Piazza Don Giovanni Battista. Non siamo pochi, abbiamo
raccolto 2.400 firme. Don Giovanni, nella sua umiltà non l’avrebbe mai chiesto,
ma siamo noi che lo vogliamo. Qualcuno potrebbe obbiettare che non si può
cambiare la toponomastica della nostra città. Perché? Resterebbe comunque la Chiesa di San Leonardo ed
il vicolo intitolato a San Leonardo. Esistono molti casi di cambi di
intitolazioni di strade e piazze, anche a Campobasso, a cominciare dalla
ex-Piazza Villa dei Cannoni, oggi Piazza
Berardino Musenga, e poi un viale ai fratelli
Pistilli-Sipio, due strade ad Arturo Giovannitti e Leandro Carile. Molte
vie centrali di Torino hanno cambiato nome nel corso degli anni in seguito ad
avvenimenti storici: ad esempio l’attuale via Verdi, fino a 90 anni fa era via
della Zecca. Ad Orvieto Via della Misericordia è stata intitolata a Fernando
Tenerelli. Altre città che hanno cambiato nome di Strade e Piazze recentemente
sono: Palermo, Vicenza, Alatri, Colle Oppio. “Egli era una lampada che arde
e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua
luce.” (Gv 5,35).
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