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RICCIA-BOJANO, FOCUS SU ALCOL E CATTIVA ALIMENTAZIONE. FANELLI: “DATI ALLARMANTI.
FORMEREMO E INFORMEREMO”
“I risultati?
Drammatici. I dati emersi hanno evidenziato qualcosa di estremamente preoccupante.
L'indagine è unica, in Molise non sono concretizzati dati così chiari e resi
rispetto al territorio specifico. E sono seriamente
allarmanti”. Le parole di Micaela
Fanelli, presidente del Piano Sociale di Zona Fortore-Matese e sindaco di
Riccia, commentano gli elementi emersi dalla capillare e chirurgica indagine
effettuata sul Molise sui temi dell’alcol e dell’alimentazione. In particolare,
il Piano Sociale di Zona
Riccia-Bojano e l'Associazione ABC
PSY - Impresa Sociale, con il patrocinio dell’ A.S.Re.M., hanno sviluppato due importanti progetti di prevenzione e promozione della
salute (per informazioni www.abcpsy.it),
avviati parallelamente nelle scuole (tutte quelle contattate hanno aderito) il
18 settembre 2012, denominati “A scuola di
Educazione Alimentare” e “Alcool
Free”.
Qualcosa come 1300
studenti, 14 scuole, 24 Comuni, in
tutto 1500 tra insegnanti e genitori: ecco i numeri delle persone coinvolte
nei progetti che, nello specifico, hanno riguardato le classi IV° e V° elementare e
II° e III° media delle scuole di Riccia, Bojano, Campodipietra, Campolieto,
Cercemaggiore, Gambatesa, Guardiaregia, Gildone, Jelsi, Matrice, Monacilioni,
San Giuliano del Sannio, Spinete, Sepino e Toro.
Micaela Fanelli (foto Gino Calabrese) |
Nei giorni scorsi, a
Riccia, con
la presenza anche di piscologi, si è tenuto l’evento divulgativo finale
relativo ai progetti. “Metà dei nostri
giovani non sa che l'alcol fa male - ha evidenziato con allarme Micaela Fanelli,
responsabile dei progetti – Ora informare e formare è fondamentale. Occorre un monitoraggio nel tempo e una
continua azione di promozione della salute e prevenzione. I rapporti con la scuola e soprattutto la famiglia sono da potenziare,
con attività coinvolgenti e mirate! Si tratta quindi di un’operazione di prevenzione urgente, soprattutto per
quanto riguarda la piaga dell’alcolismo delle aree interne, alimentata dal
disagio e dalla crisi economica”.
Per il
progetto sull’alimentazione, ecco alcuni dati emersi: il 9,5% dei
bambini maschi e l’8,5% delle
bambine è in sovrappeso; inoltre il 2,1% dei bambini e l’1,7% delle bambine hanno un sovrappeso
importante. Complessivamente, l’11,6% dei bambini delle scuole elementari
e il 10,2% delle bambine hanno un problema di sovrappeso.
Rispetto alle elementari, la
situazione nutrizionale dei ragazzi e ragazze delle scuole medie è peggiore: Il 16,3%
dei ragazzi ha un problema di sovrappeso, idem il 17,7% delle ragazze. Va ricordato che l’obesità ed il sovrappeso in età evolutiva tendono a
persistere in età adulta, e a favorire lo sviluppo di gravi patologie,
quali malattie cardio-cerebro-vascolari, diabete tipo 2 ed alcuni tumori. Va da
sé che risulta necessario mantenere una sorveglianza regolare
dell’andamento di tale fenomeno nella popolazione infantile molisana.
L’indagine ha dunque messo in luce la grande diffusione
fra i bambini e i ragazzi di abitudini alimentari errate che non
favoriscono una crescita armonica e sono fortemente predisponenti all’aumento
di peso, specie se concomitanti. “Questo
rischio per i bambini – ha sottolineato Fanelli - può essere limitato da un cambiamento
di abitudini familiari e tramite il sostegno
della scuola ai bambini e alle loro famiglie”.
Per quanto riguarda il capitolo-sport, il 22,7% dei bambini e il
20,3% dei ragazzi delle medie ha
affermato di non praticarlo. In
sostanza, l’indagine ha
evidenziato che i bambini praticano poca attività fisica. La maggior parte
di loro è attiva solo 2 o 3 giorni a settimana e addirittura più del 20% non fa
mai attività fisica, anche per ragioni legate al recarsi a scuola con
mezzi motorizzati, giocare poco all’aperto e non fare sufficienti attività
sportive strutturate. Si sottolinea che la promozione dell’attività fisica è uno degli obiettivi del Piano
Nazionale di Prevenzione, la
quale attività fisica è un fattore determinante per conservare o migliorare
la salute dell’individuo essendo in grado di ridurre il rischio di molte
malattie cronico-degenerative.
Fanelli ha
evidenziato che le misure “per
essere efficaci devono prevedere il coinvolgimento della scuola e della
famiglia attraverso programmi integrati, che coinvolgano cioè diversi
settori e ambiti sociali, e multi-componenti, che mirino ad aspetti diversi
della salute del bambino, quali alimentazione, attività fisica, prevenzione di
fattori di rischio legati all’età, con l’obiettivo generale di promuovere
l’adozione di stili di vita più sani“. Di qui
l’indagine ha permesso di porre le basi per un monitoraggio del
miglioramento di quelle condizioni che devono permettere alla scuola di
svolgere il ruolo di promozione della salute dei bambini e delle loro famiglie.
Per il tema-alcol,
subito un dato allarmante: ben il 64,5% dei ragazzi (di
età compresa tra gli 11 e i 14 anni) ha dichiarato di aver bevuto
bevande alcoliche. La legge, va ricordato, vieta ai minori di 16 anni di
bere in quanto tale comportamento provoca gravi danni fisici, psichici e
relazionali.
Alla domanda ‘Che
età avevi quando hai bevuto la prima volta?’, il 6% addirittura ha dichiarato di aver bevuto prima degli 8 anni. Poi, il 49,9% non sa che
l’assunzione di droghe (e quindi anche di alcol) può modificare una o più
funzioni dell’organismo e ne determinano uno stato di dipendenza. Il 21,6%
dei ragazzi invece non sa che l’alcol può provocare l’insorgenza di
malattie serie come i tumori. Inoltre, Il 71,5% ignora che
l’assunzione di bevande alcoliche può causare malattie alla bocca. Non risulta poi chiaro l’effetto dell’alcol
sulla percezione sensoriale e sulle capacità attentive: il 47,3% dei ragazzi
ritiene erroneamente che l’alcol non altera queste capacità cognitive.
“Il 32,4%
-
sottolinea con allarme il presidente Fanelli - dichiara di bere in famiglia e il 30,1% con gli amici”. La
famiglia quindi consente ai ragazzi di età inferiore a 16 anni di bere
dimostrando di avere poca consapevolezza dei danni e delle problematiche
alcol-correlate. “Alla luce di questo
scenario, lavoreremo con forza, impegno e costanza per offrire un’adeguata informazione, sensibilizzazione e prevenzione
assolutamente necessarie!”.
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