Un messaggio del Presidente del Consiglio nella
ricorrenza del 21° anniversario della strage di Capaci
Nella ricorrenza del 21°
anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni
Falcone, sua moglie e gli agenti della scorta, il Presidente del Consiglio
Regionale del Molise, Vincenzo Niro, ha inteso rivolgere il seguente messaggio.
“La immane tragedia che
scosse il popolo italiano in quell’ormai
triste e famoso pomeriggio del 23 maggio 1992, in cui caddero
vittime di un agguato mafioso il giudice Giovanni Falcone, la moglie, Francesca
Morvillo e gli uomini della scorta, ha rappresentato, senza ombra di dubbio,
una delle pagine più nere della storia democratica del nostro Paese. Un ^servitore
dello Stato^, in prima linea nella lotta all’organizzazione che fa del crimine
la sua arma migliore per eliminare chi gli si oppone con ogni energia, ammazzato
con una azione di guerra , senza alcuna
riserva e senza alcun rispetto per la vita. La micidiale trappola, che scattò
irrimediabilmente per le esistenze del Giudice Falcone e di quanti erano con
lui in quel momento, in quel viaggio che
li avrebbe portati a Palermo, è ancora viva e indelebile nelle menti di tutti.
Di tutti quei cittadini onesti che con la uccisione di Falcone e con quella di
Borsellino, che seguì a breve, si sono visti sottrarre qualcosa di importante.
Importante perché in trincea per difendere le istituzioni democratiche e
l’intero apparato statale, minacciati quotidianamente nelle loro fondamenta
dalla malavita mafiosa. Il sacrificio di Falcone, in ogni caso, non fu inutile,
perché servì a risvegliare le coscienze della popolazione e contribuì in
maniera sostanziale a mettere le radici per creare una opinione pubblica italiana,
e siciliana, in particolare, che senza nessun equivoco, senza mezzi termini, condannò quella inaudita
violenza. Oggi, a distanza di ventuno anni, si può affermare che gli attentati
a Falcone prima, e a Borsellino dopo, fecero da apripista ad un percorso quasi
di ^rientro^ della criminalità
organizzata in alcune fasce della popolazione in varie regioni del sud e
segnatamente in Sicilia, anche se, opportunamente, si è cercato di tenere
sempre alta la guardia, per non correre
il rischio di sempre possibili ritorni, di cui, purtroppo, ci si è comunque
dovuti preoccupare. Ci sono volute morti eccellenti per creare una coscienza
antimafia, ma tant’è, nessuno all’epoca avrebbe potuto immaginare che la lotta
allo Stato potesse arrivare a toccare simili vette. Dopo ventuno anni da quella orribile violenza, tute le istituzioni di
quel Paese che sia Falcone che Borsellino hanno tenuto nella massima
considerazione, fino all’estremo sacrificio,
onorano la loro memoria e ricordano il loro impegno, tutto proteso a
difendere i valori della legalità, contrastando il fenomeno criminoso della
attività antisociale delle organizzazioni malavitose, che in uno Stato di
diritto, non possono mai essere trascurati. Una vera e propria battaglia,
quella della difesa dei valori più genuini e autentici, che è stata e continua
ad essere combattuta, da tanti altri Giudici, amministratori, politici,
poliziotti, carabinieri e tutte le forze
dell’ordine , molti dei quali, purtroppo, sono caduti nell’assolvimento dei
loro compiti. A tutti va il nostro più
profondo sentimento di riconoscenza e
gratitudine per ciò che hanno fatto e faranno, rinnovando l’impegno di andare
avanti, facendo tesoro dei loro insegnamenti e del loro operato, del loro senso
dello Stato,diretti ad assicurare in ogni angolo della nostra Nazione, a tutti
i cittadini, libertà di comportamenti ed
azioni nel loro vivere quotidiano e nelle loro attività, senza paura”.
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