NOTA DELL'EX PRESIDENTE IORIO
Ascolto con qualche meraviglia le filippiche del
Presidente Frattura completamente indirizzate alla denigrazione di tutto quanto
fatto in passato. Se l’attuale Governo regionale continuerà a spendersi in chiacchiere
a annunci al quanto improbabili, fra non molto il pignoramento da parte dei
creditori riguarderà ben altre strutture rispetto a quelle a cui fa riferimento
Frattura.
E’ bene quindi fare alcune precisazioni: L’inerzia sui provvedimenti di
bilancio e il mancato pagamento di quanto dovuto per questioni che risalgono a
circa 30 anni fa e relative al caso “Capussi”, hanno determinato il
pignoramento di una delle sedi della Regione a Roma. Occorreva pagare o
trattare le modalità di estinzione del debito per impedire questa procedura.
Le polemiche ingenerate sull’asserito blocco dei fondi della ricostruzione -a
mio giudizio colpevolmente trattenuti dalla Regione e non trasmessi
all’Agenzia di Protezione Civile- vanno spiegate in una voglia di distruggere
tutto per ricostruire non si sa che cosa. Una voglia ampiamente
dimostrata e non nascosta dall’astio che il Consigliere Ciocca nutre nei
confronti del Direttore dell’Agenzia Giarrusso. Un astio che ha provocato
conseguenze che non possono, per logica, essere fatte risalire a una nostra inadempienza rispetto al Patto di
Stabilità. Il CIPE e il Ministero della Coesione Territoriale da tempo si
sono impegnati a studiare una norma che preveda l’esclusione dal Patto di Stabilità dei fondi del terremoto (questo risulta da
atti). Fa dunque bene l’on. De Camillis ad inserire tale passaggio in qualche
provvedimento normativo in via di approvazione.
Si riporterebbe così la situazione del Molise alla quella dell’Abruzzo e
dell’Emilia Romagna. Questo però non impedisce affatto che la ricostruzione
prosegua. Anche perché, Patto o non Patto, non credo che Frattura voglia
bloccare la ricostruzione post terremoto in Molise.
Sulle crisi industriali non è ancora chiara la posizione delle Giunta regionale
sulla Solagrital, mentre e chiaro quello che avevamo deciso noi: assicurare
comunque la continuità produttiva; non danneggiare la filiera avicola per non
produrre danni sociali ed economici molto più gravi; ricercare contemporaneamente un privato disposto a costituire anche
attraverso la costituzione di una “NewCo” un precorso intermedio per arrivare
alla piena privatizzazione. Ciò è quanto volevamo fare noi. Poi è arrivato il
nuovo governo regionale che ha detto che è tutto sbagliato; ha di fatto mortificato la già debole filiera avicola; si è
sforzato soprattutto di distruggere quanto fatto più che costruire il futuro;
non ha aperto alcun dialogo anche con i partiti dell’opposizione e ha asserito con sicurezza di avere la soluzione pronta. Ci
piacerebbe innanzitutto conoscere i termini di questa soluzione ed avere prontezza
di chi è il privato che costituirà la “newCo”; quanto costerà l’operazione alla Regione (a mio avviso molto più
di quanto si era preventivato) e, soprattutto quanto ripartirà a pieno regine
l’attività della filiera.
A me sembra che l’offerta fatta all’indomani delle elezioni da tutto il
centrodestra di voler contribuire a lavorare insieme, sia stata di fatto
rifiutata dal Frattura e dal centrosinistra che hanno evidentemente preferito rincorrere improbabili e spasmodici accertamenti sugli
errori commessi in passato. Se dovesse continuare così la Regione sarebbe posta
presso in gravi difficoltà economiche e la responsabilità di questo non può che
ricadere sull’inattività di chi oggi governa.
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