venerdì 31 maggio 2013

NIRO: “IL LAVORO, PIAGA SOCIALE”

Campobasso 31 maggio 2013

Il Presidente del Consiglio nel messaggio per la “Festa della Repubblica” auspica maggiori sforzi delle istituzioni in direzione della occupazione

“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
Vincenzo Niro
(Foto Gino Calabrese)
Recita così l’articolo uno della Costituzione della Repubblica Italiana che, appunto, tra i suoi principi fondamentali inserisce il lavoro.
Sono stati accorti e precisi  i padri costituenti, convinti assertori  del ruolo fondamentale che riveste l’occupazione per una esistenza decorosa e dignitosa di ogni cittadino.
Evidentemente sono stati anche lungimiranti, pensando scrupolosamente anche al futuro,  se è vero, come è vero, che a distanza di 67 anni da quell’ormai lontano 2 giugno del 1946, il lavoro è sempre al centro dell’attenzione ed  è diventato una piaga sociale di proporzioni enormi, quasi inimmaginabili.
Oggigiorno è, senza ombra di dubbio,  il filo conduttore che deve ispirare ogni azione di chi amministra la cosa pubblica, a tutti i livelli istituzionali.
Non c’è pace sociale, non c’è benessere, non c’è armonia, non c’è solidarietà, se manca l’elemento fondante, essenziale, delle aspirazioni, dei progetti e della vita di ognuno, appunto il lavoro. Inteso anche come fonte di impegno,  di partecipazione al progresso civile e sociale di un popolo.
Impossibile immaginare un futuro, anche per la costituzione di un nucleo familiare, componente primaria ed indispensabile di ogni società, senza il supporto economico derivante da una attività lavorativa. Il lavoro, dunque, come meccanismo ineludibile, per il percorso esistenziale”.
E’ quanto sostiene il Presidente del Consiglio regionale del Molise, Vincenzo Niro, in occasione della ricorrenza della “Festa della Repubblica”.
“Il 2 giugno del 1946, il popolo italiano e, quindi, anche quello molisano, logorato da un conflitto lungo e intriso di vicende quasi inenarrabili per la loro drammaticità, operavano una precisa scelta, dando una svolta al Paese che passava dalla Monarchia alla Repubblica. Si attuava così quel processo di cambiamento, di piena unificazione, che con entusiasmo e tenacia era stato avviato sin dall’ottocento. Sono stati necessari quasi cento anni e due terribili guerre mondiali, oltre che scontri ideologici anche violenti, per arrivare ad una Nazione in sintonia, coesa e repubblicana. Come detto innanzi, non solo per il lavoro, oggi la stessa Italia e il nostro stesso Molise del 1946 sono intrappolati in una nuova, difficile e delicata  situazione, per la quale occorre trovare una via di uscita. Un momento in cui è importante, come allora,  unire le forze, così come, d’altronde, si sta facendo a livello istituzionale più alto,  per lasciarsi alle spalle questo periodo complesso della Repubblica. Ancora una volta si è chiamati ad uno sforzo comune per superare gli assilli di una crisi economico-finaziaria, a cui molto spesso  si sommano eventi disastrosi naturali di ampio spessore. Solo restando compatti si possono superare quegli scogli di diffidenza che minano la stessa impalcatura repubblicana.
Prendiamo esempio dalla gente del 1946, non facendoci sopraffare dalle avversità, e continuiamo a costruire il nostro futuro, nell’interesse delle giovani generazioni e del popolo italiano e molisano tutto. Buona festa della Repubblica a tutti”.  

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