martedì 30 ottobre 2012

SAN GIULIANO DI PUGLIA (CB) X ANNIVERSARIO DEL CROLLO DELLA JOVINE.

Campobasso 30 ottobre 2012



Le Autorità ricordano le vittime del terremoto del 2002.








Messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano  al sindaco di San Giuliano di Puglia, Luigi Barbieri 

"Dieci anni fa, a seguito del tragico evento sismico, la comunità di San Giuliano di Puglia è stata profondamente ferita da quell'evento e in particolare dal tremendo crollo della scuola Francesco Iovine, che suscitò la profonda emozione dell'intera Nazione. Il doloroso ricordo dei ventisette bambini e dell'insegnante che persero la vita, ancora impresso nella coscienza del Paese, impone alle istituzioni il massimo impegno per garantire la continuità di politiche di intervento per la messa in sicurezza degli edifici scolastici. In questa triste ricorrenza, nel rinnovare la mia affettuosa vicinanza ai familiari delle vittime, rivolgo un particolare pensiero ai loro compagni di scuola che, coinvolti nell'evento che ne ha segnato profondamente il percorso di crescita, hanno saputo esprimere in questi anni un impegno e una forza d'animo straordinari. Con questi sentimenti di profonda partecipazione sono vicino a tutta la cittadinanza di San Giuliano di Puglia".

Messaggio del Presidente della Regione Michele Iorio per il 10° anniversario del crollo della Jovine di San Giuliano di Puglia.

V'hanno momenti nella vita, la cui rimembranza, sebben lontana, continua a vivere ed ingigantirsi per così dire nella memoria, e per quanto strani siano gli eventi della vita, quella rimembranza conserva il posto che vi ha preso”. Così un padre della Patria, Giuseppe Garibaldi, in le “Memorie”. Quello di oggi è appunto un tributo alla memoria dei singoli e a quella di tutti di un fatto che ha sconvolto la vita di genitori, fratelli, mariti, figli ma anche di concittadini o più semplicemente spettatori del grande villaggio globale creato dai mezzi di comunicazione che raccontarono quell’evento con lunghe dirette e appassionati servizi giornalistici. Sono trascorsi 10 anni da quel tragico 31 ottobre del 2002 quando la Jovine crollò e privò di un futuro in questo mondo 27 bambini e la loro maestra. Tutti fummo segnati per sempre da quelle immagini. Da quel momento la vita di ciascuno cambiò e il dolore dei congiunti divenne anche il nostro, tracimando e propagandandosi in chi si sentì ad un tratto compartecipe di quella disperazione. Il dovere della memoria per chi resta è anche il mezzo, come qualcuno dice, per riflettere l’immagine di chi abbiamo perso. Oggi dunque con questa memoria ricordiamo, meglio rivediamo, quei 27 bambini e la loro insegnante. Ancora una volta giuriamo di voler lavorare, ciascuno per le nostre piccole e grandi responsabilità, per far si che ciò non abbia più a ripetersi. Ci impegniamo ancora una volta affinché quel sacrificio non sia stato inutile.
Pesa quella domanda, rivolta a tutti dal figlio della maestra Ciniglio, nel corso di una trasmissione televisiva, che chiedeva che cosa è cambiato dal quel 31 ottobre 2002, cosa è davvero mutato rispetto alla sicurezza nelle scuole. Una domanda giusta a cui si può dare parziale risposta perché ciascuno può dar conto di quanto ha potuto fare in questi anni. Certo abbiamo pianto ancora gli studenti di L’Aquila, o i lavoratori dell’Emilia Romagna periti in un terremoto. Ancora si è parlato di quanto non fatto. Molto si poteva e si doveva ancora fare. Nel piccolo questa terra, il Molise, ha saputo avviare un programma che ha visto rendere sicure, dal punto di vista sismico, praticamente tutte le scuole della regione. Una scelta compiuta con responsabilità da una classe politica che non ha indugiato nel destinare tutti i fondi disponibili, magari levandoli da altri progetti, per far si che le scuole fossero un luogo di protezione dei bambini e di chi vi lavora. C’è ancora da fare, inutile dirlo, ma forse la terra natale di quei 27 bambini e di quella maestra li ha saputi onorare attivando le più idonee iniziative per scongiurare il ripetersi di quella tragedia, quantomeno nei modi e nelle forme in cui essa si generò. Se oggi dunque il Molise è la regione d’Italia con il più alto numero di scuole sicure lo si deve a quel sacrifico di quegli innocenti. Magra consolazione ma purtroppo questo è il Paese in cui tante tragedie restano senza seguito.
Concludo invitando oggi, alle ore 11.32, tutte le scuole e le istituzioni di ogni ordine e grado, sia pubbliche che private, a ricordare con un minuto di silenzio questo momento, a tributare rispetto e onore a quei ragazzi e alla loro insegnante. Per loro evitiamo la nenia delle polemiche, dei dibattiti interminabili su cosa si è fatto e su cosa si doveva fare, abbandoniamo le contrapposizioni. Siamo uniti nel vivere un dolore che è di ogni molisano.

PETRAROIA: "RISPETTARE COL SILENZIO I CADUTI"

“Dopo 10 anni gran parte degli edifici scolastici nazionali e molisani sono insicuri, privi della certificazione antisismica e dell’agibilità. In Molise ci sono ancora 884 famiglie che persero la prima e unica casa che vivono nelle casette di legno o in alloggi provvisori, a fronte di un Presidente del Consiglio che ebbe la sfrontatezza di rilasciare un’intervista televisiva il giorno dei funerali a cui non partecipò, promettendo il completamento della ricostruzione in 24 mesi, con laghetti e cigni come a Milano 2. Nell’area del cratere non c’è stata ripresa economica e si è accentuato lo spopolamento, i giovani scappano e le imprese chiudono. Eppure in Molise sono arrivati poco meno di un miliardo di euro, possibile che a 10 anni siamo ancora a fronteggiare le emergenze delle prime case e delle scuole insicure? Per questo fallimento ciascuno faccia il proprio esame di coscienza, resti in silenzio almeno il 31 ottobre ed eviti discorsi retorici, inopportuni di cui non si avverte alcuna necessità!».



GIORNO DELLA MEMORIA, DE CAMILLIS RICORDERA’ ALLA CAMERA LA TRAGEDIA DEI BAMBINI DI SAN GIULIANO DI PUGLIA E DELLA MAESTRA MORTI NEL CROLLO DELLA JOVINE

La parlamentare molisana Sabrina De Camillis interverrà domani mattina, 31 ottobre, alle 11.32, alla Camera dei Deputati per ricordare la tragedia dei 27 bambini e della maestra Carmela Ciniglio morti il 31 ottobre del 2002 nel crollo della scuola Jovine a San Giuliano di Puglia affinchè simili tragedie non cadano nel silenzio e non si verifichino più.

La Deputata molisana che ha vissuto quei terribili giorni del sisma nel paese, in una lettera al Presidente della Camera Gianfranco Fini inviata ieri, ha chiesto ed ottenuto la possibilità di ricordare e commemorare a Montecitorio, durante la seduta, i bimbi uccisi dalle macerie della scuola e la loro maestra.
Come deputata molisana che ha vissuto in prima persona quella tragedia il 31 ottobre del 2002, esprimo il forte desiderio di un breve ricordo di quei bambini  _ si legge sulla missiva _ e di quella maestra morti mentre svolgevano la loro normale attività, in uno dei luoghi che dovrebbe essere il più sicuro in ogni comunità: la scuola.
Il 31 ottobre prossimo ricorre il decennale di questa tragedia e riterrei opportuno che la Camera dei Deputati, ricordasse quel tragico momento con una commemorazione ufficiale, affinché simili tragedie non cadano nel silenzio”.

Per non dimenticare la dignità di chi da 10 anni aspetta   ingiustamente.
                                          
Domani  31 Ottobre  siamo a dieci anni , da quel terribile terremoto , che fece scrivere la pagina più triste, di quel piccolo paesino ai confini della Puglia, San Giuliano di Puglia, dove persero la vita sotto le macerie della loro scuola 27 Bambini e la loro Maestra. Non possiamo dimenticare o tacere sulle responsabilità, su come poteva essere evitata una tale tragedia, e perché   un luogo che per definizione dovrebbe essere sicuro, si è trasformato in tragedia !Nonostante il prezzo caro che la comunità Molisana ha pagato, si continua ancora oggi a non affrontare con le dovute misure la sicurezza nelle scuole, e si continua a far frequentare le lezioni ai bambini in ambienti al limite della legalità!Abbiamo ancora vivo il ricordo di quel terribile giorno, ma è ancora più preoccupante quando è accaduto successivamente e stà  ancora accadendo.Come è possibile che a dieci anni di distanza centinaia di famiglie ancora vivono in sistemazioni provvisorie, mentre sono stati spesi più di un miliardo di Euro???,  Nelle ultime settimane  programmi televisivi a titratura nazionale hanno fatto  emergere gli sprechi, Il clientelismo, che ha generato  questa classe dirigente a scapito di tutti i cittadini Molisani.Ci sono ancora 265 famiglia che vivono in moduli abitativi di emergenza , mentre circa 700 persone hanno sistemazioni autonome ma senza più alcun aiuto o incentivo, questa situazione grida vendetta perché in dieci anni nel Molise sono arrivvati fiumi di denaro per la ricostruzione ed il rilancio dell’economia            post –sisma.Quei soldi però sono stati spesi male, per prebende e clientelismo,allargando a dismisura l’area del cratere!Così mentre comuni che non avevano subito nemmeno una lesione hanno beneficiato  di denaro pubblico, centinaia di donne ,anziani e ragazzi sono ancora in piena emergenza, in casette  prefabbricate di legno con le pareti che si gonfiano per il freddo e l’umidità, nel periodo invernale le temperature scendono sotto zero per diversi mesi e le stufe faticano a riscaldare.In estate,invece  le casette ribollono per il caldo e l’afa. Ora oltre al danno la beffa, con la crisi politica che si è aperta  e l’annullamento delle elezioni da parte del Consiglio di Stato, che fine faranno i 346 milioni di Euro stanziati per ultimare la ricostruzione?????
Domani tutti ricorderemo quel triste evento, ma dopo dieci anni incominciamo a ricordare lo scandalo della ricostruzione , perché i Molisani meritano risposte e rispetto.

CAMPOBASSO 31 Ottobre 2012


CELEBRATA IN CONSIGLIO “LA GIORNATA DELLA MEMORIA”
Dopo il saluto del presidente Pietracupa, gli interventi di Frattura e Chieffo 

Mario Pietracupa
Il Presidente, dopo aver  fatto osservare un minuto di raccoglimento, ha dato inizio alla commemorazione sostenendo che “in continuità con quanto stabilito dalla legge finanziaria regionale del 12 novembre 2003, numero 29, quello di oggi non vuole essere un momento per stare in pace con le nostre coscienze, ma è una occasione di profonda riflessione e condivisione. La Giornata della Memoria è vissuta con grande partecipazione da parte di tutti i molisani. In effetti, quella istituita nove anni fa è una legge della Regione Molise, qualcosa di tangibile che interpreta il sentimento di tutti noi. Con essa si è inteso aprire un osservatorio permanente sulle problematiche legate al tragico evento verificatosi il 31 ottobre 2002, all’impegno della protezione civile, alla sicurezza e al mondo della infanzia”.
Hanno preso quindi la parola un consigliere di minoranza, Paolo Di Laura Frattura, e uno di maggioranza, l’assessore Antonio Chieffo.
Paolo Di Laura Frattura
“E’ con reale condivisione di sentimenti – ha esordito Frattura – che partecipiamo alla giornata della Memoria istituita perché mai si dimentichino il 31 ottobre 2002 ed i giorni tristi che seguirono. Dieci anni durante i quali ogni genitore, in una sincera vicinanza, ha partecipato ed ha vissuto sulla propria pelle il dolore. Lo strazio delle famiglie che hanno pianto i loro cari, ha segnato la vita di tutti e disegnato – ma solo nei contorni purtroppo – un altro futuro che dovrà continuare ad essere scritto in nome della sicurezza, della prevenzione e del rispetto delle norme. Una condivisione del dolore – si legge ancora nello scritto contenuto in quattro fogli approntati da Frattura -  quella che viviamo  da dieci anni alla quale si aggiungono il dovere e la responsabilità istituzionale nei confronti di una comunità che soffre ancora oggi per la perdita dei propri cari e per gli ostacoli che si ergono sulla strada di un percorso di futuro che ancora non viene compiutamente concluso…Oggi si sente ancora forte e chiaro il richiamo alla concretezza dell’agire politico , istituzionale e di legalità. Nessuna tentazione retorica ma le parole d’ordine erano e restano prevenzione, sicurezza e rispetto delle regole…Abbiamo il dovere di guardare insieme al domani e di lavorare, ognuno  per le proprie competenze e responsabilità, perché la forza della natura trovi ostacolo nella sua azione di morte e devastazione nel rispetto pieno e mai abdicato delle regole, individuando nel percorso di legalità il primo imprescindibile passo da compiere…Il Giorno della Memoria, nella sua solennità, non può prescindere da una ricognizione dello stato della ricostruzione nei comuni del cratere sismico, nei villaggi provvisori e nelle casette in compensato ormai consumato dal freddo e dal sole. Sono più di 800 le famiglie ancora senza una casa dopo dieci anni di promesse e parole che ormai suonano vuote. Il terremoto che non finisce mai ci ha consegnato una fotografia sbiadita, ma sempre identica: impalcature, puntellamenti, una vita trascorsa in una sorta di confino che, giorni dopo giorno, diventa consuetudine all’isolamento, alla manca di fiducia verso chi invece avrebbe dovuto rispondere con tempestività alle richieste di aiuto. Dieci anni – ha concluso Frattura – che sono costati quasi un miliardo di euro, ma che – d’altro canto – hanno sfaldato il senso della appartenenza, la fiducia nelle istituzioni. Dieci anni lungo i quali i diritti non sono mai stati uguali per tutti. Una ferita – ancora aperta e sanguinante – da rimarginare con l’agire politico dell’oggi e con la speranza nel domani”.
Antonio  Chieffo
Cinque i fogli contenenti lo scritto dell’assessore Antonio Chieffo, originario di Colletorto, uno dei centri del cratere, che così ha iniziato il suo intervento:
“sono trascorsi dieci anni…ma udire il suono di una campanella di una scuola da quel fatidico 31 ottobre 2002 rende questo lasso di tempo fluttuante intorno alle emozioni, al dolore, che di anno in anno riscopriamo profondo ed incancellabile dentro di noi. Impossibile dimenticare, impossibile cancellare quelle immagini, impossibile annullare il ricordo di quelle lunghe ore intervallate da urla, pianti, angoscia profonda, da silenzi richiesti dai soccorritori nel momento che una voce flebile arrivava ai loro orecchi…tutto si bloccava…il fiato in gola…gli occhi sbarrati…le lacrime arrestavano il loro cammino…lì come se il tempo si fermasse con la speranza che quei papà, quelle mamme, quei familiari potessero uscire  dall’incubo e riabbracciare i loro teneri, piccoli tesori. La Giornata della Memoria è sostenuta da profondi valori umani, da emozioni e sentimenti incancellabili che a distanza di dieci anni riaffermano la volontà comune di tutti i colleghi di questo Consiglio di ricordare quanto accaduto, affinché la coesione e la comunione di intenti per la salvaguardia della incolumità pubblica faccia sempre cadere i muri della contrapposizione di parte o di ideale a beneficio e nell’interesse di tutti. Questa giornata rappresenta, per chi come me in quest’aula, ha vissuto gli effetti deleteri del terremoto, che conosce quanto sia duro ritrovare la normalità e che non ha mai perso di vista le occasioni e le possibilità per attutire gli effetti devastanti, un appuntamento con la coscienza di amministratore oltre che di uomo. In questo giorno più che mai bisogna tener presente che alcun strumentalismo, qualunquismo, massimalismo che dir si voglia, potrà occultare o mistificare le opere realizzate, gli sforzi compiuti, l’impegno profuso, che hanno consentito di dare risposte, sia pure a volte provvisorie, ai bisogni delle famiglie colpite dal sisma. Tante volte abbiamo pensato che è nostro preciso dovere dimostrare, in maniera seria, che siamo stati impegnati nel risollevare le sorti delle comunità colpite attraverso atti concreti.… Pertanto gli aiuti alle famiglie maggiormente colpite, per riprendere il cammino, sono rappresentati o devono essere rappresentati, dalla solidale partecipazione alla ricostruzione, non solo di quanto materialmente crollato, ma ancor più delle coscienze, degli animi, della ricostruzione morale e sociale del tessuto socio-culturale- che abbarbichi gli uomini e le donne delle aree colpite alle proprie radici, facendo si che il ritorno alla normalità sia anche ritorno alle tradizioni, agli appuntamenti culturali, agli usi di un popolo che intende ricostruire il proprio tessuto oltre che le proprie strade e case… Il nostro fare di questi anni non ha potuto prescindere dalla grande solidarietà ricevuta, come le azioni future non potranno prendere le distanze dal “moto del cuore”, in quanto non può e non deve la fredda razionalità guidare i passi e le azioni di chi è chiamato per ruolo a guidare la “cosa pubblica” verso scelte che prima di tutto devono essere umane e non meccaniche. Queste riflessioni per ricordare quel dramma con i suoi lutti e i suoi dolori, ma anche l’impegno profuso e teso verso la sicurezza e la salvaguardia della incolumità degli studenti, che poi non è altro che impegno teso verso la salvaguardia del nostro futuro…Per non dimenticare: soprattutto la tragedia della scuola Jovine, i bambini e la maestra morti sotto il crollo dell’edificio e tutti gli altri lutti purtroppo accaduti. Un rapporto di valenza nazionale con il precipuo obiettivo che nessuno dimentichi. Cerimonie come questa odierna – ha concluso Antonio Chieffo – hanno senso e valore unicamente se poste e vissute con la emozione e la sofferenza del dramma, ma soprattutto con la determinazione di rendere una riflessione e una partecipazione collettiva, improntata alla obiettività e al desiderio di andare avanti con il precipuo impegno a diventare sempre più costruttori di ponti e non edificatori di muri”.


SISMA, ANITA DI GIUSEPPE (IDV): A DIECI ANNI DAL TERRIBILE SISMA, IL RICORDO DEI 27 PICCOLI ANGELI E DELLA LORO MAESTRA 
 “Oggi è il giorno del ricordo, del cordoglio, del dolore, del lutto, per quella triste giornata di ottobre 2002, quando la terra tremò in Molise. San Giuliano di Puglia, e il Molise tutto, piangono ancora quei figli e la loro maestra, rimasti sotto le macerie dell'edificio scolastico, luogo dove i ragazzi avrebbero dovuto sentirsi sicuri nei momenti di formazione e di socializzazione”. – cosi l’On. Anita Di Giuseppe, capogruppo IdV in Commissione agricoltura ed in Commissione Infanzia -
“Oggi, ancora una volta, tutte le istituzioni, dal Governo nazionale a quello regionale a quello locale, devono riflettere sull'accaduto: la maggior parte delle scuole italiane non è ancora  in sicurezza  e i rischi, quindi, permangono. – prosegue la Di Giuseppe - Oggi, non voglio affrontare la questione dei fondi spesi male, non voglio fare polemica, non è il caso, ma quando finirà l'emergenza?  I molisani riflettano anch'essi, il Molise ha bisogno di chiarezza, di verità, nel rispetto di chi quel giorno perse la vita. Con profonda partecipazione sono vicina a tutta i cittadini di San Giuliano”. – conclude il deputato Molisano -


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