lunedì 15 ottobre 2012

CAMPOBASSO. ARCIDIOCESI CAMPOBASSO-BOJANO SU TRASMISSIONI TELEVISIVE.

Campobasso 15 ottobre 2012

BASTA BUTTARE FANGO


L’Arcidiocesi di Campobasso-Bojano, di fronte a recenti  trasmissioni televisive, senza voler entrare nel merito stesso dei singoli contenuti che esigono bel altro spessore,  approfondimento e spazi specifici di riflessione, esprime un vivo dispiacere sul METODO distruttivo, riduttivo e superficiale adoperato ultimamente a livello mediatico, su scala nazionale, nell’affrontare inchieste delicate che riguardano il territorio e la realtà politico-sociale del Molise.
Si sottolinea, pertanto, che simili meccanismi continuano ad offrire all’opinione pubblica racconti parziali e comunque sempre tendenti al negativo, senza mai raccontare la bellezza, il positivo ed il valore del nostro Molise.
Ogni giornalista, dovrebbe tenere sempre conto del fatto che l’informazione è servizio, oltre che alla verità, per poter praticare il suo compito offrendo al lettore o al telespettatore la capacità di avere una idea piena e matura delle cose e degli avvenimenti.
Basta buttare fango. E’ il momento invece  di sentire come compito condiviso e comune quello di non calpestare ma di rinnovare il patrimonio molisano, con chiarezza, salvaguardando l’aspetto culturale del “costruire insieme” per migliorare e non per peggiorare le cose. Ogni inchiesta deve volgere ad un fine di progettualità concreta, senza limitarsi ad analisi avvilenti o ad opinioni deturpanti.
Si ribadisce, inoltre, l’importanza e la necessità dell’arte di formare informando, che caratterizza i veri e professionali giornalisti.
Per questo, prendiamo il doveroso distacco dalla metodologia usata finora e chiediamo che la coscienza dei nostri informatori sia cioè  eticamente fondata, e che si rispetti  il diritto all’informazione sana.
Tramite il metodo di dette trasmissioni, il Molise e i molisani altro non ricevono che umiliazioni. A nulla serve, nemmeno per risolvere i gravi problemi della disoccupazione o della criticità occupazionale o della precarietà. Inoltre, questa piccola regione, già così poco conosciuta, aspetta di recuperare o rafforzare con il contributo di tutti la sua identità culturale, da ben consolidare nel tessuto sociale per ricavare le energie necessarie e  impostare o reimpostare il futuro del Molise.
Gli stessi limiti o sbagli, che inevitabilmente si compiono, solo con una forte “fiducia reciproca”  è possibile affrontarli e quindi risolverli. 

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