venerdì 19 ottobre 2012

CAMPOBASSO OTTOBRE MISSIONARIO

Campobasso 19 ottobre 2012

OTTOBRE MISSIONARIO. Veglia Missionaria “Ho creduto, perciò ho parlato”


Si svolgerà domani, Sabato 2O ottobre 2012, alle ore  20,30 la  VEGLIA MISSIONARIA, promossa dall’Arcidiocesi di Campobasso-Bojano ed organizzata dall’Ufficio diocesano Missionario, diretto da don Antonio Arienzale, presso il convento di san Giovanni Battista a Campobasso. Seguendo il messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la  86^ Giornata Missionaria Mondiale “Chiamati a far risplendere la Parola di verità” (Lett. ap. Porta fidei, 6), interverranno  le quattro pastorali diocesane, familiare, giovanile, sanitaria e catechistica, per testimoniare “Il mandato di predicare il Vangelo che  deve coinvolgere tutta l’attività della Chiesa particolare, tutti i suoi settori, in breve, tutto il suo essere e il suo operare.” Oltre alle varie testimonianze ci sarà la speciale testimonianza su  padre Giuseppe Tedeschi, martire.
La veglia sarà presieduta da S.E. mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo Metropolita di Campobasso-Bojano.
Giuseppe Tedeschi nacque a Jelsi, in provincia di Campobasso, il 3 marzo 1934. A soli 16 anni lasciò il Molise, per raggiungere il padre Luigi in Argentina, a Buenos Aires, insieme alla madre Maria Grazia Passarelli e ai quattro fra-telli Antonio, Renzo, Michele e Filippo. Nel 1954 si trasferì ad Avellaneda e fu lì che incon-trò l’Oratorio dei Salesiani. Entrò nel seminario di Bernal, poi a Moron per l’anno di novizia-to, e al termine del tirocinio nelle case salesiane di Buenos Aires e degli studi filosofici dove venne consacrato sacerdote nel 1967 nella Chiesa salesiana di Maria Ausiliatrice di Bernal.. Dopo una parentesi a Mar del Plata, Padre Tedeschi ritornò in una delle zone più degradate della grande Buenos Aires, nel quartiere Don Bosco di Quilmes. In questo contesto sociale, caratterizzato da baraccopoli (Barrio di Villa Itati), a contatto con tanta sofferenza sociale e con tanta disperazione umana, si convinse che il suo apostolato ri-chiedeva una scelta completa, una dedizione estrema. Decise di vivere tra i baraccati, tra colo-ro che, ultimi tra gli ultimi, avevano più bisogno di lui. Operò per dare a quella gente una co-scienza, la coscienza che tutti gli esseri umani, senza distinzione di sesso, cultura, religione, idee politiche, sono uguali. Si fece povero tra i poveri. La vicenda di questo sacerdote italiano si inserisce nella tragica pagina argentina dei desaparecidos, delle persecuzioni, delle torture e dei massacri, che in quel periodo storico videro sterminare un’intera generazione con oltre 30 mila vittime. Con le sue idee di uguaglianza, pace e giustizia sociale e con la sua opera concreta di mobilitazione e di lotta, urtò contro il potere e la oligarchia che stavano per affidarsi alla dittatura militare del Generale Videla. Prelevato dalla sua casa, dopo crudelissime tortu-re che sfigurarono il suo volto e il suo corpo, fu ucciso a soli 42 anni. Il 2 febbraio del 1976 a La Plata fu ritrovato il suo corpo talmente martoriato che nemmeno i fratelli e i suoi più stretti collaboratori riuscirono a riconoscerlo. 

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