La forza di credere nel Molise
Di Angiolina Fusco Perrella
Il
Molise, per molti terra lontana, di cui si ha il vezzo di parlarne con lo
spirito teso a distruggere e non a costruire, si vuole come un grimaldello
eliminarlo nella propria identità storica, culturale ed economica. Così è
storia di oggi che il nostro Molise venga aggredito nei simboli, nella dignità
delle Istituzioni, e poi, non contenti, colpendo le persone. Sicché il politico
diventa esposto nella vita personale, offeso nella propria dignità. Un contesto
non di contenuti politici in cui la cronaca può diventare strumento negativo
rispetto allo spirito della democrazia. Cari molisani domandiamoci perché.
Colpendo
le nostre Istituzioni, la dignità di ciascuno, si vuole colpire l’autonomia
della nostra bella e piccola regione. Non a caso recenti posizioni hanno
espresso giudizi positivi su accorpamenti regionali di area vasta, ignorando
ciò che era la terra di molise, senza la dignità regionale (non è un errore il
minuscoletto della “m”). Quando ancora non eravamo regione era storia di
popolo, di territorio in cui il livello dei redditi percepiti dalla popolazione residente era
inferiore del 66% alla media della popolazione italiana. Dal Molise
“ruralissimo” a quello di sviluppo integrato, dei nostri tempi, in cui il
diritto allo studio, alla salute, alla difesa del reddito delle famiglie sono
diventati tutti elementi di politica condivisa e di identità territoriale.
Domandiamoci come si
possa essere contro gli Ospedali a servizio della nostra gente. Contro
l’integrazione dell’offerta sanitaria, di garanzia anche di mobilità attiva.
Contro il diritto allo studio. Contro quei giovani che hanno raggiunto il
traguardo del loro “sogno” di una laurea casomai in Medicina. Giovani
meritevoli, appartenenti a famiglie monoreddito, che sicuramente sarebbero
stati costretti a rinunciare al proprio progetto di studi e di vita se non ci
fosse stata, in questi anni, la lungimiranza delle Istituzioni che hanno saputo
garantire il diritto allo studio a tutti i livelli, una offerta formativa
completa fino a quella universitaria. Uno sviluppo possibile, di giovani e di
donne, della nostra gente. Non è forse questo testimonianza dell’intesa tra le
Istituzioni che hanno collaborato tra loro anche con le criticità che
conosciamo? Eppure anche lì i catenacci contro!!! Lo ricordiamo.
Ed ancora, difesa del
reddito delle famiglie. Impegno della Regione anche a fare e sostenere impresa.
La forza delle idee, il coraggio di andare avanti anche nei difficili tavoli
romani, a rivendicare per il nostro Molise la dignità ed uno sviluppo
possibile.
Non ultimo, l’invito
politico a lavorare insieme, in questi tempi di indubbia difficoltà per tutte
le regioni, per le città e per la nostra Italia.
E …. ancora contro!
Domandiamoci che
responsabilità possa essere espressa da coloro che sono stati contro.
Oggi, con molta
meraviglia ci chiediamo: “Ma è possibile sempre posizioni contro”. Ora come
allora!!! Purtroppo neppure il tempo muta uomini e cose!
E così ora tocca al
nostro Molise! Contro il territorio, contro chi lo rappresenta. Per colpire
cosa? Lo sappiamo
bene!!! La nostra autonomia. L’Autonomia che ci permette di progettare insieme,
con la nostra gente, uno sviluppo possibile anche se con le difficoltà di oggi.
Per queste ragioni condividiamo con stima le parole espresse da S.E. Monsignor
Bregantini - Arcidiocesi di Campobasso-Bojano -
che in poco tempo ha interpretato in maniera essenziale ed oggettiva la
realtà molisana. Ci chiediamo se il senso dell’ultima inchiesta giornalistica
rappresenti il confronto costruttivo, di informazione formando. Se la risposta
è quella che conosciamo necessariamente registriamo il fallimento
dell’obiettivo primario di un utile stimolo politico. Rimane la fiducia nel
domani, l’uso della ragione e la convinzione che il
futuro della nostra Regione appartenga a coloro che credono nella sua identità
come nel suo valore.
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