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APPROVATA LA PROPOSTA DI LEGGE DI PIETRACUPA
SULLO STATUTO
Con due
soli voti contrari, dei consiglieri Chierchia e Ciocca, e tre astensioni, dei
consiglieri Di Donato, Petraroia e Romano, il Consiglio regionale del Molise,
convocato per la giornata di oggi dal Presidente, Mario Pietracupa, ha
approvato nel tardo pomeriggio , a MAGGIORANZA, la proposta di legge n.47, di
iniziativa dello stesso Presidente, nella sua qualità di consigliere regionale,
avente ad oggetto: “Proposta di intervento modificativo ai sensi dell’articolo
17 bis della legge regionale 24 ottobre 2005, n.36, come integrata e modificata
dalla legge regionale 30 marzo 2012, n.7, concernente modifiche allo Statuto
della Regione Molise, approvato con prima deliberazione del Consiglio regionale
n.184 del 19 luglio 2010 e con seconda deliberazione del Consiglio regionale
n.35 del 22 febbraio 2011” .
Sull’importante
argomento, al vaglio dell’assemblea subito dopo le comunicazioni di rito
all’aula da parte del Presidente, che ha anche chiesto ai consiglieri presenti
di “evitare ciò che potrebbe vanificare il percorso dello Statuto” ha
relazionato il consigliere Bizzarro.
“Con la
presente proposta – ha detto Bizzarro – si intende introdurre un procedimento
di modificazione del nuovo Statuto regionale nel testo già approvato dal
Consiglio, secondo le modalità previste dall’articolo 123 della Costituzione, e
non ancora promulgato. La fattispecie procedurale che si andrebbe ad attuare è
stata introdotta nella legge regionale N.36/2005 mediante le modifiche ed
integrazioni recentemente apportatevi dalla legge regionale n.7 del 2012
(art.17-bis l.r.36 del 2005). Essa consente di intervenire a modifica della
legge statutaria già approvata anche dopo la sua pubblicazione notiziale e,
ovviamente prima della sua promulgazione e pubblicazione ai fini della entrata
in vigore. Nelle attuali circostanze il
ricorso a tale modalità di intervento appare più che opportuno, in quanto
consentirebbe – ha proseguito Bizzarro – di allineare le nuove disposizioni
statutarie a quelle dello Stato intervenute medio tempore, contenente principi
vincolanti per le Regioni, evitando di dover procedere agli ineludibili
adeguamenti quando ormai lo Statuto fosse entrato in vigore. Inoltre, sempre ai
sensi della legge 36 del 2005, come modificata dalla legge 7/2012, l’intervento
renderebbe “nuova legge” la legge statutaria già approvata, con l’effetto che
si determinerebbe una nuova pubblicazione notiziole e la cessazione del
procedimento referendario attualmente in corso..Nel testo che si propone – ha
continuato Bizzarro – sono contemplate, principalmente, le modifiche occorrenti
a rendere lo Statuto compatibile con l’articolo 14 del d.l.138/2011, nelle
parti in cui questo dispone in ordine al numero massimo dei consiglieri
regionali e dei componenti della Giunta regionale, nonché in ordine all’obbligo
di istituzione del collegio dei revisori dei conti ed altro”.
Ma vediamo
più da vicino il testo della proposta di legge, che si compone di undici
articoli, nelle modifiche più significative, anche e soprattutto alla luce dei
recenti provvedimenti tendenti al taglio delle spese della politica.
Nella relazione si legge che:
l’articolo
uno modifica l’articolo uno dello Statuto, nella disposizione che, tra gli
elementi identificativi della Regione Molise, annovera la comunità ed il
territorio della provincia di Isernia. Viene adottata una formulazione più
generica, evitando la menzione espressa delle singole attuali province;
l’articolo
due modifica l’articolo 15 dello statuto, riducendo il numero dei consiglieri
da trentuno a venti;
l’articolo
tre modifica l’articolo 33 abrogandone il comma 3 che istituisce il
Sottosegretario;
l’articolo
4 modifica, in due sue parti, l’articolo 34 dello statuto, riducendo il numero
massimo dei componenti della Giunta Regionale da otto a quattro;
l’articolo
cinque sostituisce l’articolo 54 e riformula i principi in materia di autonomia
finanziaria della Regione rendendoli più funzionali all’armonizzazione con i
nuovi principi costituzionali in materia di equilibrio di bilanci e di sostenibilità
del debito pubblico;
l’articolo
sei sostituisce l’articolo 56 limitando
la individuazione espressa degli strumenti di programmazione finanziaria al
solo bilancio annuale e pluriennale. Conseguentemente alla riformulazione del
predetto articolo, negli articoli 7 e 8 della proposta di legge è disposta l’abrogazione degli articoli 57 e
58 dello Statuto stesso, che continuano a prevedere, quali strumenti della
programmazione, il DPEF e la legge finanziaria annuale secondo eccezioni ormai
superate dalla riforma della contabilità pubblica;
l’articolo
nove sostituisce l’articolo 61 introducendo la previsione del Collegio dei
revisori dei conti a composizione tecnica e rinviando a successiva legge
attuativa la disciplina per l’esercizio delle funzioni, i requisiti e modalità
di nomina;
l’articolo
10, modificando l’articolo 66 e considerando la intervenuta soppressione delle
comunità montane, introduce un aggiornato schema compositivo del Consiglio
delle Autonomie Locali, orientato a valorizzare le componenti rappresentative
dei Comuni e delle loro forme associative; l’articolo 11 modifica le
disposizioni transitorie adeguandole alle nuove disposizioni sugli organi
regionali ed endoconsiliari.
Naturalmente
ampio ed articolato è stato il dibattito al quale hanno preso parte quasi tutti
i consiglieri presenti, ovviamente con diverse vedute sulle modifiche da votare
e sui quattro emendamenti presentati,
oltre a tre ordini del giorno collegati, questi ultimi discussi e votati alla
fine.
De Bernardo
(ha presentato, come primo firmatario, un emendamento – respinto a maggioranza - con il quale si stabilisce che gli assessori
devono essere consiglieri regionali ), Chierchia (contrario agli assessori esterni), Monaco
(contrario agli assessori esterni), Petraroia (ha presentato due emendamenti,
uno – respinto a maggioranza – tendente a sostituire la parola “Giunta” con
“Consiglio” per quel che concerne il controllo, l’approvazione degli atti degli
enti regionali, le nomine etc; l’altro -
approvato con i voti contrari di Ciocca e Chierchia- tendente a far inserire
nel Consiglio delle Autonomie Locali i Sindaci di Campobasso, Isernia e Termoli), Di Donato ( contrario agli
assessori esterni), Ciocca (ha annunciato il voto contrario motivandolo con il
fatto che i consiglieri devono rimanere in numero di trenta e, con i tagli alle
indennità, retribuirli come se fossero venti), Parpiglia (favorevole agli
assessori esterni), Niro (condivisione per l’emendamento contro gli assessori
esterni e favorevole ai gruppi monocellulari per le liste che abbiano eletto
rappresentanti in Consiglio) , Tamburro (ha presentato un emendamento –
approvato a maggioranza – sulle norme transitorie che prevedono, tra le altre,
che il consiglio regionale provvede ad adeguare il proprio regolamento interno
al presente statuto entro due mesi dalla sua entrata in vigore), Cavaliere (ha
invitato a votare ciò che la
Commissione ha licenziato), Leva (ha detto di essere
contrario agli assessori esterni e che il problema della eccessiva frammentazione, per quel che riguarda i
gruppi monocellulari, è legato alla legge elettorale), Romano (non
soffermiamoci solo su parti marginali dello statuto – ha affermato - riferendosi allo stesso argomento dei gruppi
monocellulari e dichiarandosi favorevole agli assessori esterni), Di Pietro
favorevole agli assessori esterni), Tedeschi (favorevole agli assessori
esterni), l’assessore Scasserra (favorevole agli assessori esterni), il
presidente Iorio (approviamo lo Statuto in prima lettura tenendo ben presente
che ci sono scadenze impellenti) e il presidente Pietracupa ,presentatore della
proposta di legge, hanno animato la discussione, prima di passare al voto, articolo
per articolo e, quindi,alla votazione dell’intera proposta di legge, come
emendata con l’approvazione dell’emendamento Petraroia e dell’emendamento del
consigliere Tamburro.
Come già
detto, in chiusura, sono stati approvati alla UNANIMITA’, tre ordine del giorno
collegati allo statuto: il primo (primo firmatario Riccardo Tamburro) FA VOTI stabilendo che nel Regolamento
Interno venga prevista espressa norma che garantisca la costituzione di gruppi
consiliari per ciascuna lista che abbia eletto rappresentanti in Consiglio; il
secondo, della intera maggioranza, INVITA il signor Presidente della Giunta
Regionale a non mettere in essere in questa fase alcuna iniziativa relativa
alla indizione del referendum confermativo; il terzo, a firma Di Pietro,
Tedeschi e Parpiglia, IMPEGNA gli organi competenti ad approvare, entro 30
giorni dalla entrata in vigore del nuovo Statuto, le norme attuative del
referendum abrogativo e consultivo regionali, partendo dalla proposta di legge
“Disciplina degli istituti di partecipazione alle funzioni delle istituzioni
regionali – iniziativa legislativa e referendaria, diritto di petizione e
consultazione” a firma di Cristiano Di Pietro.
A questo
punto il Presidente Pietracupa ha dato appuntamento a lunedì prossimo, 22
ottobre 2012, alle ore 10,00, per
parlare della “Conferenza delle Autonomie Locali”, unico argomento in agenda.
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