IL FESTIVAL
JIC anche quest’anno, come ormai da diversi anni, si presenta con un cartellone di altissimo livello, sia in termini artistici, che nei contenuti culturali. Un festival, con un “trend” decisamente in crescita, che, con le sue molteplici e ormai consolidate aree di attività, Concerti principali, Concerti di apertura, Mostre, Enogastronomia locale, Jam session, si attesta a pieno titolo nel panorama degli eventi culturali nazionali di qualità. Un festival ormai caratterizzato, oltre che per l’elevato livello artistico, per il suo carattere di unicità e esclusività delle proposte musicali con progetti e artisti mai stati ospitati prima in Molise. Una sfida non facile ma che Jazz in Campo è sempre riuscita a vincere, specie in questa decima edizione 2014 grazie ad eventi in programma come quello di Gonzalo Rubalcaba e Minino Garay in esclusiva nazionale e quello di Josè Luis Gutiérrez in anteprima nazionale. Non ultimo, il festival è sempre riuscito, nonostante le contingenze economiche, a conservare il suo carattere di gratuità, in totale controtendenza ad altri festival ed eventi presenti sia sul territorio regionale che nazionale. Di questo va dato ovviamente merito in primis al Comune di Campodipietra, ma anche alla Regione Molise che da quest’anno ha inteso, in modo concreto, sostenere, promuovere e premiare il lavoro svolto in questi nove anni. Insomma un progetto culturale pienamente riuscito, entrato a pieno titolo nel circuito nazionale della musica colta e seguito con interesse, anche dai media nazionali, oltre da quelli locali. Un festival che ha proiettato l’immagine del Molise ben oltre i confini regionali e ha creato una valida vetrina di promozione culturale che investe la grande musica in primis, ma anche l’arte, il territorio, i talenti locali e i prodotti enogastronomici molisani. Un appuntamento molto atteso con un “brand” ormai consolidato e unanimemente riconosciuto. Un festival che, negli ultimi anni, ha ricevuto apprezzamenti da parte di alcuni dei grandi artisti internazionali ospitati. Per citarne uno, il grande Hamilton de Holanda, che nel Febbraio 2014 sul profilo Facebook di JIC, ha ringraziato pubblicamente il festival per il video del suo concerto a Campodipietra pubblicato su Youtube. Il video, realizzato dalla molisana HandEye Family, è fra i suoi, il più visto in assoluto sulla rete e ha superato in poco tempo le 59.000 visite!
della decima edizione 2014
JIC giunge alla sua decima edizione, una tappa importante raggiunta grazie al lavoro svolto in questi anni con cura, attenzione, metodo e, soprattutto, con grande passione. Ed è proprio la “passione” il tema di questa edizione 2014. La passione intesa principalmente come il sentimento profondo dell’animo umano che esprime il travaglio della ricerca del “bello”, del “vero”, lontano da ogni sterile individualismo o intellettualismo accademico chiuso in se stesso. Sentimento fecondo, capace di fare dell’artista il “buon artigiano” che, nel rigore di un’operazione ben fatta o meglio “a regola d’arte”, contribuisca al perfezionamento di quell’opera d’arte che è la vita dell’intera umanità. Quel sentimento fecondo attraverso il quale, nel caso della “musica”, essa non significhi null’altro che se stessa e solo sottomettendosi alle sue regole l’autore può trovare la pienezza della sua libertà creatrice. È il caso del pianista Gonzalo Rubalcaba, al quale abbiamo affidato il compito di aprire JIC 2014: musicista sensibile, il cui linguaggio profondamente poetico esprime tutta la sua cultura, la sua spiritualità, il suo travaglio, ma nulla di freddamente intellettuale o semplicemente “citato”, se non la necessità di estrapolare dal pianoforte il documento sonoro della propria evoluzione artistica. Lo stesso vale per José Luis Gutiérrez e il suo quartetto iberico, uno dei musicisti più originali e innovativi della scena spagnola. La sua musica è appassionata, intensa e personale come poche. Fino ad arrivare all’energia festosa di Minino Garay y Los Tambores del Sur, che con la sua vena poetica ci conduce in un viaggio musicale che esprime a pieno l’identità culturale della sua amata terra e le sue travagliate esperienze di vita. La passione, questo comun denominatore del festival, considerata anche come “ananche”, necessità, destino è rappresentata in tutta la sua forza evocativa dalle opere pittoriche di Ernesto Saquella. Abbiamo scelto di esporre opere del suo primo periodo creativo, Griglie, dirompenti rappresentazioni della volontà dell’uomo-artista, contrapponendole ad opere dell’ultimo periodo, Alberi musicali, emblematiche rappresentazioni della consapevolezza raggiunta nella visione unitaria dei linguaggi.
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