Gestiva una azienda a conduzione familiare in un piccolo
comune pentro, la donna che ha sottratto all’imposizione diretta oltre 3
milioni di euro.
Quando i finanzieri del nucleo di polizia tributaria hanno
bussato alle porte delle varie attivita’ svolte, si sono trovati di fronte ad
una situazione contabile talmente frammentata che e’ stato necessario
ricostruirla in tre mesi di meticolose indagini e controlli incrociati.
L’imprenditrice, coadiuvata dai suoi piu’ stretti familiari,
ha svolto la propria attivita’ nei settori dell’autrasporto, dalla vendita
all’ingrosso di granaglie, della gestione di un minimarket e di un bar.
Tra le varie irregolarita’ riscontrate, oltre alla mancata
presentazione delle dichiarazioni obbligatorie ed al pagamento delle relative
imposte, e’ spiccata la mancata dichiarazione di importazione di numerosi ovini
e caprini macellati, di provenienza estera, commercializzati come nostrani, in
frode agli ignari consumatori finali.
Allo scopo di rallentare l’attivita’ ispettiva, l’ azienda
aveva trasferito la sua sede a napoli, nominando un nuovo amministratore
partenopeo. Ma il fatto non ha impedito alle fiamme gialle di concludere il
controllo provvedendo a contestare alla responsabile le plurime condotte
illecite.
Al termine della verifica sono stati constatati oltre tre
milioni di euro nascosti al fisco e 250 mila euro di imposta sul valore
aggiunto non versata all’erario, nonche’ numerose violazioni anche costituenti
reato.
Per queste ultime, l’imprenditrice isernina e l’attuale
rappresentante legale dell’azienda sono stati denunciati alla procura della
repubblica di isernia per i reati di omessa presentazione delle dichiarazioni
fiscali e di dichiarazione infedele, per i quali rischiano una condanna fino a
tre anni.
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