Cofirmataria il deputato molisano Sabrina De Camillis.
Giorgia Meloni |
Il disegno di legge mantiene gli
elementi di forza della legge elettorale attuale e risolvere le criticità emerse
nel corso degli anni della normativa vigente. La legge Calderoli,
attualmente in vigore, introduce la difesa del Bipolarismo ed, altro punto
importante, il diritto degli italiani a scegliersi il Governo contrariamente al
passato mentre un punto debole che l’attuale proposta va a modificare è il
sistema con il quale vengono scelti i Parlamentari.
La normativa odierna, infatti, mortifica,
la dignità dei Parlamentari
che vengono percepiti come “raccomandati senza storia” e per tale motivo il
punto è stato oggetto di revisione.
Altra novità è l’introduzione del voto
di preferenza per il 70 per cento degli eletti mentre la lista bloccata resta
solo per il 30 per cento degli eletti. Le preferenze, secondo i firmatari
della proposta di riforma elettorale, sono lo strumento più selettivo per i
parlamentari ed è migliore del sistema dei collegi. Tra l’altro tale sistema è
già utilizzato per i consiglieri comunali, regionali e parlamentari europei. Nel
disegno è prevista anche la possibilità per i partiti di selezionare con metodo
democratico anche il 30 per cento di lista bloccata. Il provvedimento abolisce,
inoltre, la possibilità di candidarsi in più circoscrizioni elettorali e modifica
i premi di maggioranza con particolare riferimento al Senato. Si è eliminato il
premio regionale ed introdotto uno nazionale per l’elezione dei senatori.
Sabrina De Camillis |
“Non è la legge elettorale che
risolve i problemi né dei partiti nè della governabilità - ha commentato la
De Camillis cofirmataria della proposta di riforma elettorale - ma può
diventare uno strumento utile per consentire, soprattutto in questo momento di
difficoltà, al sistema politico di riacquistare credibilità e dignità. Anch’io,
come molti colleghi, ho sperimentato i diversi modi di essere eletta a livello
comunale, poi a livello regionale più volte con le preferenze e condivido molto
quello che ha detto la collega Giorgia Meloni sul voto di preferenza. Se questo voto di preferenza è uno schifo
allora va tolto dappertutto se, invece, non lo è ed è un modo per responsabilizzare
chi si candida, per dare dignità a chi viene eletto e per consentirgli di avere
l’autorevolezza di prendere le decisioni rispondendo al proprio elettorato,
allora non vedo perché non possa essere utilizzato anche per eleggere i
parlamentari.
Ritengo tra l’altro che il
risultato elettorale dei giorni scorsi dimostri come, alla fine, il nostro popolo non sia appassionato di
antipolitica ma di una politica diversa si. Perché la risposta che è stata data
da alcuni soggetti è una risposta politica, il fatto di candidarsi ed essere
eletti è una scelta politica e, allora, noi abbiamo la responsabilità ed il dovere di dare
una politica diversa al nostro Paese. E questo è uno strumento che noi lanciamo,
aperto a discussioni, a modifiche ma su una cosa non si può transigere: che rispetto alla situazione attuale non
tutti sono disponibili a rimanere immobili. C’è qualcuno che ha la
necessità e sente dentro di se non solo ancora la passione politica ma il
dovere di rispondere al proprio territorio ed elettorato. E questo potrebbe
essere uno strumento”.
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